TAP OR SNAP: IL JIU JITSU E' FINALIZZARE
Una caratteristica del nostro amato Jiu Jitsu funzionale (o brasiliano che dir si voglia) abbastanza unica tra le consorelle lotte corpo a corpo, è la tremenda enfasi data all'effettiva chiusura dello scontro tramite un presa disabilitante, leva articolare o strangolamento per la stragranparte dei casi.
Mentre tutte le lotte folk la Lotta Olimpica, il Judo, il Sambo (in percentuale decrescente dal 100%) vedono la maggioranza assoluta dei match decisi da chi possieda il miglior gioco di proiezioni da in piedi, nel Jiu Jitsu sappiamo che un'enorme numero di scontri è deciso da chi infila la sottomissione vincente. Sull'importanza strategica di ciò nel formare un combattente di valore ho già discettato qui sul blog, sia in termini di "difesa personale" sia MMA et similia, vi rimando agli archivi. In relazione a questa decisiva impostazione metodologica, voglio oggi riflettere a voce alta su come le moderne esigenze agonistiche -in special modo del cage fighiting- stiano tagliando un po' le gambe ai 'finalizzatori', con il rischio di deturpare e compromettere il bacino tecnico medio.
Andiamo un po' indietro nel tempo, agli USA dell'epopea del West, all'epoca d'oro del Catch Wrestling (l'antenato da cui origina la Lotta Stile Libero). Questa eccellente lotta, lo dice il nome, era basata su ogni genere di presa sul corpo dell'avversario, e le finalizzazioni erano dominanti. Successe però che come i Vale Tudo brasiliani le lotte o sfide durassero decine di interminabili minuti al suolo, annoiando gli spettatori e convincendo organizzatori senza scrupoli a truccare gli scontri sempre più, fino alla creazione dello Show Wrestling teatrale oggi purtroppo di moda. Con inconsistenti argomentazioni di "sicurezza" e "bellezza" le finalizzazioni sparirono e rimasero solo i takedown per arrivare nello sport amatoriale alla moderna forma di Wrestling.
Simili motivazioni sulla spettacolarità, seppur di ben diverso tenore, spinsero il fondatore del Judo, Jigoro Kano, a minimizzare l'importanza del Ne Waza, la lotta al suolo che egli personalmente non amava né conosceva molto e che fece insegnare a suon di sghei pesanti presso la sua accademia Kodokan dal maestro Tanabe, il jitsuka 'nonno' del BJJ [nb:vedi articoli in cui ho ricostruito le origini di entrambe le arti] dopo i plurimi cappotti rimediato dai 'finalizzatori' della Fusen Ryu. Con l'incorporazione della suddetta scuola il Judo si stava trasformando in una scuola di combattimento basato sul ne waza e Kano dovette imporre limitazioni al suo utilizzo via via più stringenti, degenerate ai giorni nostri fino al punto di trasformare il moderno Judo olimpico in una Greco-Romana in kimono.
Fatto sta che la storia si ripete.
Nelle MMA professionali, cioè americane, la lotta al suolo non è gradita, il pubblico di bifolchi non la capisce, vuole le legnate e pertanto anche veri e propri specialisti la usano col misurino per non giocarsi la carriera. Siccome le MMA, che piaccia o meno, sono la Formula Uno del combattimento odierno, tutto il movimento ne viene influenzato. Il ragazzino che si vede l'UFC giustamente giudica con quel metro lì, e ricercherà determinate prestazioni e scuole che gliele possono far conseguire.
Come ho spiegato, l'inevitabile introduzione di guantini, categorie di peso e limiti di tempo ha reso il Wrestling la più importante modalità del contemporaneo paniere del buon artista marziale misto, con in aggiunta le esigenze televisive finendo per allontanare il cage fighting dal mondo delle sottomissioni. Se personaggi abili e senza scrupoli come Dana White continueranno a comandare a bacchetta il mondo delle MMA, la trasformazione di esse in Lotta/Boxe sarà assicurata, con grave perdita per TUTTI.
La mia (tenue) speranza è che i boss del mondo dell'arte suave si rendano conto di questo esiziale rischio, e che si facciano promotori di un livello Semi-PRO di BJJ, una lega o qualcosa del genere riservata a superfight con per invito con borse in denaro, duranti i quali non siano assegnati punti e si lotti senza orologio, dando la vittoria unicamente a chi faccia arrendere l'avversario. Tempo fa se n'era effettivamente sentito parlare, poi più nulla. E' mia opinione, ma anche di mega campioni come Cobrinha, che il vero senso del Jiu Jitsu stia nel vincere in maniera indiscutibile, tramite una submission. Se al momento non c' è trippa per la semi-pro, mi permetto modestamente di suggerire, in modo un po' ingenuo forse, che al limite le sole finali dei vari tornei di rilevanza mondiale (Brasileiro, Europeo, Panamericano, Asiatico, Mundial) potrebbero essere disputate col "tap or snap".
Ho tanta paura che il nostro Jiu Jitsu finisca come le altre lotte più famose, levando qui e vietando là, ecco perché ci tengo tanto a questo argomento. Il realismo e la continua ricerca dell'efficacia ha reso il Jiu Jitsu il fenomeno di portata mondiale che è oggi, ma è a rischio. In prospettiva a lungo termine si potrebbe involvere in un simil-Judo o qualcosa del genere, e io non ci tengo proprio.