sabato, maggio 28, 2011


LA CONTRO-RIVOLUZIONE DEL CROSS TRAINING:
DO YOU CROSSFIT?



"I calciatori non hanno neanche il tempo di pensare. Hanno i procuratori e gli sponsor, maneggiano miliardi, vanno in tv, ma sono tutti molto ignoranti, di un'ignoranza incredibile".
(don Setti, staff Fiorentina Calcio)



C'era una volta Olimpia.

Nell'ecumene mediterraneo vivificato dalla civiltà, cioè il mondo greco-romano, i migliori giovani delle città ogni quattro anni si incontravano nella località ellenica allo scopo di dimostrare il loro valore. Quando eravamo civili il mondo ruotava intorno a questo concetto, l'eccellenza umana, e come ho già spiegato mille volte il vincitore di Olimpia -quello assoluto- era il laureato nel Pancrazio, gli altri "medagliati" erano solo campioni di specialità.

In quell'immenso laboratorio mondiale che fu il nostro mare, per secoli popolazioni intere si dedicarono con tutte le loro forze a trovare i migliori metodi per implementare le possibilità di vittoria. Cosa facevano questi atleti dell'antichità? Allenamento incrociato, cioè quello che oggi si definisce cross-training. I combattenti si rivolgevano infatti ai maestri delle singole discipline (salto, sprint, lanci etc.) per migliorare le capacità condizionali ed esprimerle tutte nella più sanguinaria delle lotte.

L'idea di completezza ritornò anche nei giochi moderni, e fu il De Coubertin stesso a volere il Pentathlon Moderno per riassumere in una singola gara le abilità militari indispensabili alla sua epoca. Anche la più tarda scoperta, il Decathlon, è originato nella stessa mentalità: saper fare tutto. Le moderne olimpiadi però sono state ideate da persone sì furbe ma IN-civili, barbari normanni o sassoni, e perciò non possono concedere più di tanto alle vere aspirazioni di eccellenza, preferendo puntare sul business.

Con l'aver conquistato e incapsulato dentro lager burocratici tipo CONI lo sport, i padroni del mondo curano attentamente che il fenomeno resti nei binari da loro indicati (lucrosi affari, intrattenimento delle folle) ma che NON rischi mai di rilucere come fonte gratuita di evoluzione personale, spinta metafisica al miglioramento di sé. Nella moderna scienza dello sport occidentale infatti c'è tutto quel che serve, ed è per questo che la maledetta RAI tivvù durante le Olimpiadi sceglie accuratamente di NON dare spazio e risalto alle discipline formative, portando invece il pubblico bue a interessarsi di Pallamano, Ping Pong e Dressage.

Gli eredi delle buone famiglie classiche come venivano educati? A pane e Lotta, e questo lo sapete già. E poi? Ginnastica a corpo libero e attrezzistica, nuoto d'estate, atletica leggera (ocio: nulla sulla lunga distanza!), sollevamento pesi.

Ci sono profondissime ragioni biologiche evolutive sul PERCHE' i nostri savi antenati maestri d'ogni scienza facessero così, e solo in questi tempi ce ne stiamo rendendo conto tramite studi incrociati di: antropologia, storia, archeologia, biologia molecolare, dietologia, scienza dello sport, genetica. Il discorso si fa troppo lungo ma riassumiamolo così: 2000 anni fa erano molto meglio allenati della media dei professionisti odierni, tranne sporadici esempi che emergono tipo GSP.

Noi europei abbiamo inventato tutto, però i veri maghi della commercializzazione sono gli yankee, e c'è voluto il loro fiuto commerciale per diffondere a livello mondiale l'arcaica esigenza dell'allenamento incrociato ai fini prestativi. Mercè la loro potenza mediatica ci arriva (ritorna??) dagli iuessei il più innovativo e in realtà antiquissimo sport: il Crossfit.

Cito da wiki:

"Il CrossFit è uno sport che richiede forza e condizione atletica: unisce al suo interno sollevamento pesi, velocità e ginnastica".

Uhhmmmmmm...suona già sentito, vero? Hehehehe...

Continua l'encicolpedia online:

"Il CrossFit richiede l'abilità di svolgere qualsiasi attività, anche quelle meno familiari, con successo e combinate tra loro in una serie infinita di varianti.
Il Crossfit rende necessario allenare tutti e tre i percorsi metabolici (aerobico, anaerobico lattacido, anaerobico alattacido) bilanciando gli effetti di tutti, rendendo l'atleta praticante di un "fitness totale".
...
Gli atleti di CrossFit si esercitano con corsa, vogatore, salto della corda, arrampicata e spostamento di oggetti stravaganti; spesso muovono carichi pesanti velocemente e per lunghe distanze e usano le tecniche del Powerlifting e del Sollevamento pesi. Utilizzano inoltre manubri, anelli da ginnastica, sbarre per trazioni, kettlebell e molti esercizi a corpo libero."


Potente sensazione di deja vu, no?

E' la ricerca della massima prestazione fisica integrando gli strumenti della tradizione occidentale, il tutto miscelato da spettacolarità e marketing ammergiheno DOC.

Faccio una precisazione: io NON insegno lo sport Crossfit né posseggo alcuna certificazione della casa madre. Lo scopo di questo post NON è magnificare il Crossfit di per sé bensì riportare l'attenzione sulle discipline che lo costituiscono e soprattutto sulla mentalità che lo ha generato, svariate decine di secoli fa. Il Crossfit è una disciplina a sé stante, sulla quale i pareri ovviamente sono diversi, ma essa non m'interessa più di tanto. Quello che voglio ribadire è che la nostra civiltà ha sviluppato le singole metodiche necessarie a creare l'atleta perfetto già un'era addietro, e che esse oggi sopravvivono nelle moderne olimpiadi negli sport di:

1) Ginnastica
2) Atletica leggera [corse veloci, salti, lanci]
3) Sollevamento pesi

L'esigenza del marketing di creare delle competizioni specializzate di Crossfit ha del buono e del meno buono ma sinceramente esula dall'interesse specialistico di chi COMBATTE e che quindi ha già un disciplina-madre in cui riassumere tutte le capacità singole. Io vedo nella nascita di questa disciplina sportiva un humus culturale, l'empito di abbandonare le minchiate del fitness da borghesi strulli e ricercare eccellenza nell'efficienza.

In un recente post ho descritto cosa vuol dire stare in forma, in questo indico per sommi capi il come. Riconosco che è assai improbabile che il praticante medio abbia la possibilità di incrociare un coach competente in questo senso, e tocca quindi ricorrere a seminari, video e lezioni private per re-imparare le abilità individuali (almeno quelle basiche) delle discipline davvero utili. Il bisogno descritto, quello di avere un fisico statuario ed efficientissimo in combattimento, si può soddisfare soltanto dimenticandosi della oziosa mentalità da bambolotti da rivista patinata e girarsi verso un passato remoto ma assai presente.

L'aspetto più criticato nel Crossfit è la mancanza di metodologia e programmazione dell'allenamento secondo scienza e tarato sull'individuo, ma ripeto che questa argomentazione diventa inutile quando si comprende la differenza tra "crosstraining olimpico" e sport Crossfit. Il secondo ha vita propria e si pone come disciplina spettacolare, mentre il primo si sta enucleando piano piano nelle più sperimentali accademie di MMA, all'interno delle quali convergono le moltissime risorse tecniche (e finanziarie) indispensabili a ricomporre il puzzle.

Per i più fattuali tra i lettori posso consigliare il seguente viatico da maturi autodidatta (ma sotto coach professionisti):

A) apprendere il trio del powerlifting e lavorarci duramente fino a mirare a staccare/squattare il doppio del proprio peso corporeo (panca 1 volta e mezzo); obbligatori anche push press, trazioni alla sbarra e tutti gli esercizi per il core.

B) apprendere la giusta tecnica di corsa e scatto dai blocchi per gli sprint (40-60 m in piano e salita).

C) sulla base dei 2 precedenti 'montare' le alzate olimpiche, i kettlebells, la salita alla fune e quel che da adulti riuscite a fare della ginnastica (ad es. i muscle up agli anelli).

Un sapiente melange delle numerose abilità apprese NON è facile da approntare, sarebbero utilissime delle profonde conoscenze di programmazione e metodologia dell'allenamento e di alimentazione evolutiva unite a quelle già altamente complesse di ogni singola disciplina da combattimento, per non parlare dell'interdisciplinarietà topica delle MMA. Un povero mortale non può sapere tutto, ed è per questo che le accademie internazionali hanno un pool di esperti che lavora all'unisono, facendo "crosstraining delle menti". Dato che però questo articolo non si rivolge né a Shane Carwin né a Jim Miller ma a comuni amatori, vi rimando alla note sopra sull'autoapprendimento e sull'investimento sul versante tecnico (tempo, fatica, soldi) in quest'epoca di pionieri del ritorno al passato.





domenica, maggio 22, 2011


VOGLIAMO ANDARE AVANTI AD ARIA FRITTA?


Sono davvero lusingato dalle mail che ricevo da amici e lettori, che mi spronano di volta in volta a scrivere di questo o quell'argomento.

Ho già più volte spiegato che la mia naturale tendenza al delirio grafomaniaco rischia di perdermi, e perciò da quando il blog ha assunto una rilevanza incredibile, mi impongo di non uscire (troppo) dai binari.

Un tema che non tratto troppo perentoriamente è quello dell'alimentazione, per esempio, e pure sulla preparazione atletica scantono abbastanza. Voglio però che si sappia che per mia cultura personale e professionale gli studi sull'argomento sono ininterrotti, con grande dispendio di tempo e fatica sui libri e a partecipare a costosi seminari e corsi specializzati all year round. Sono argomenti che mi interessano a bestia e che coltivo in maniera professionistica ogni cavolo di giorno della settimana, ma che mi perito di approfondire sul blog per non dirazzare troppo. L'alimentazione in particolare è un argomento mucho spinoso e impossibile che venga accolto senza una marea di pregiudizi, quindi glisso quasi sempre.

Oggi m'interessava ribattere semplicemente la futile, anzi mongoloide, argomentazione del tipo inetto e beota che quando gli spieghi un qualche cosa con tanto di logica e studi a supporto s'alza e cita un refrain tipo "bisogna mangiare un po' di tutto", "con moderazione va tutto bene" etc. Io a quel punto vedo rosso e gli somministrerei -con moderazione s'intende- un pochino di Uranio 235 per vederlo crepare nel giro di qualche istante, al brutto mentecatto.

In quei momenti mi assale il livore. Il mio profondo disgusto per l'umanità media erompe e mi fa riflettere con cipiglio crepuscolare che siamo una razza molto stupida e che ci meritiamo un bell'asteroide in rotta di collisione con la Terra per levarci di torno, zozzeria di miserabili bipedi ipopensanti al 99% e basta.

L'argomento principe del Signor Qualunquista, l'ometto mediocre e che si sente capace di raziocino lo conoscete tutti benissimo: le sue personalissime convinzioni, basate sul passaparola con la TV a fondamento. "Lo sanno tutti" t'approccia, oppure:"Ho un cugggino che.." e giue di storiella esemplare secondo lui importantissima. Inizia a ravanare banalità e ti piazza il caso-limite, fenomeno (inverificabile tra l'altro) che secondo lui smonta qualunque statistica e spiegazione assennata.

Siccome i lettori di questo blog di solito sono persone intelligenti e poco plasmabili dal solito pensiero-nonpensiero di fattura televisiva, essi ricevono la mia stima e mi fa piacere condividere qualche mia riflessione con loro.

Cari visitatori di questa gratuita pagina, a nessuno di voi è venuto in mente di spararsi 2 pacchetti di sigarette senza filtro al giorno con la supposizione che ciò non nuoccia ai polmoni, vero? Eppure si possono rintracciare ottantenni vispi e senza un colpo di tosse che si sgozzano 40 vaporine cada die o 6 pipe senza problemi. Cosa voglio dire è che a ogni regola c'è l'eccezione, ma il qualunquista non se ne accorge, e va avanti brancolando da un luogo comune a un altro, contento così di non dover davvero pensare con la sua testa.

Anche nelle arti marziali, questo gran circo con dentro d'ogni cosa, è più o meno lo stesso. Per chi lo voglia esistono informazioni, statistiche e spiegazioni per distinguere il grano dal loglio, e per separare il caso eccezionale dal contenuto generico di un dato recipiente. Dalla diffusione d' internet in poi, lo sapete, le leggende hanno lasciato il posto alla riflessione smascherante se uno vuole. Ciò non toglie che uno lo deve VOLERE, deve fare uno sforzo per pensare e non cedere alla crassa propaganda commerciale dei venditori di fumo.

Una miriade infinita di siti, articoli, portali invadono l'etere telematico ed è oggettivamente difficile interpretare e capire se trattasi di roba seria e che fa al caso nostro..senza sforzo dico. Se invece noi ci si pone in maniera critica e raziocinante diventa abbastanza agevole (ma mai privo di sforzo) capire di primo acchito se trattasi di sòla galattica o di fonte interessante e da approfondire.

Un pre-giudizio che è indispensabile applicare immediatamente è: il latore del messaggio CREDE in quello che dice, lo applica o si limita a vendercelo a noi? Dietologi grassi, preparatori con le spalle a grissino vanno immediatamente cassati (salvo eccezioni alla regola, anche qui).

Il secondo filtro è: mai dare corda al Mago Merlino. Individui che promettono paradisi di cui solo loro hanno le chiavi vanno rigettati dopo un millisecondo. Chiunque se la tira troppo e si vanta di impossibili esclusività assolute ve la sta tirando nel bocciolo e punta al beota-medio, non all'umano consapevole che i maestri illuminati esistono solo nelle fiabe.

Altro firewall implacabile deve essere quello che blocca i creatori di accozzaglie, i mescolatori di professione che saltano sul carro dell'ultimissima moda e d'un botto diventano gli esperti del momento, senza passare dal via. Il loro "sistema" vale per tutto e ci si fa anche il caffè? Al rogo. Sino a ieri facevi il culturista o l'allenatore di calcio o di maratona e non hai mai messo in vita tua un kimono addosso? Mi spiace ciccio ma te non puoi insegnare la preparazione fisica a chi lotta sul tatami, e che cavolo!

Come vedete bene, cari lettori, anche io vi porto delle idee semplici e in fondo del semplice buon senso, eppure è merce rarissima. A ognuno di noi è stato consegnato il "cazzatometro" e con un po' di buona volontà si può smettere di andare dietro al pensiero comune.

lunedì, maggio 16, 2011


E' VERO CHE CONTA LA PERSONA PIU' CHE LO STILE?

"Non cercare di piegare il cucchiaio, è impossibile. Cerca invece di fare l'unica cosa saggia: giungere alla verità!

- Quale verità?

Che il cucchiaio non esiste. Allora ti accorgerai che non è il cucchiaio a piegarsi, ma sei tu stesso."
(Matrix-dialogo tra Neo e un bambino a casa dell'Oracolo)


O ditemi chi non ha sentito la frase fatta del titolo a sfinimento? Tutte le volte che qualcheduno si prova a fare un'analisi spassionata dei vari metodi ecco che spunta fuori il 'genio' che te la spapparedella inopinatamente.

Ho già ampiamente dimostrato l'assurdo logico di tale affermazione a mo' di ipse dixit, e anche il dato di fatto storico-empirico che la contraddice clamorosamente, andatevelo a rileggere.:
http://team-centurion.blogspot.com/2009/09/sfatiamo-il-mito-dei-tradizionalisti.html

Urge nonostante tutto ritornar sopra l'argomento.

Come valuto un metodo? Mi informo, leggo, sento pareri, poi provo. E' perfettamente logico e umano praticare ciò che ci diverte e rende felici, su questo non ci piove. Nulla toglie però che si debba mantenere un minimo di onestà intellettuale ed evitare di confondere il gradito con il migliore. Il fatto che io ad esempio prediliga lo stare seduto sotto il sole a bordo Avendida Atlantica cioè lungomare di Rio a Copacabana, suggendo un cocco gelato, non mi autorizza ad affermare che questa "arte" è più efficace in combattimento della -poniamo ad esempio- Boxe.

Dunque non conta ciò che mi piace, tipo guardare chiappe femminili ben tornite, ma il dato empirico. Cos'è un' arte marziale- da MARS, Dio del combattimento (e non della guerra)- come la distinguo dal Culo Do Fight system? Un'arte marziale dovrebbe essere un metodo che insegna a combattere. NON a fare sequenze di movimenti in aria o balletti a coppia, non acrobazie o meditazioni trascendentali, solo combattere.

Infinite volte ho spiegato nel dettaglio, al di là degli sproloqui del marketing tradizionaloide-fossile o postbellico rambostyle, cosa voglia dire combattimento disarmato (carriarmati e fucili non sono in argomento qui), e non ha nulla a che fare con le tecniche di plagio con cui sétte marziali adescano e sottomettono la flebile volontà dei loro clienti/sudditi. Ci sono gli articoli, andateveli a riguardare.

L'ultimo decennio ha fornito tutti degli strumenti per la demistificazione di massa degli stili pseudo-marziali e della loro definitiva messa in soffitta per quanto riguarda il combattimento disarmato, rimanendo inteso che ognuno ha il diritto di studiare arti-non-davvero-marziali se ciò lo allieta, chissenefgrega. Dai posteri è GIA' stata data l'ardua sentenza, il resto sono storie da psichiatria.

Per rimettere al centro del discorso l'UOMO e non l'omino-ingranaggio, l'adepto schiavizzato delle idee-forza del maestrone di turno, a sua volta anch'egli rotellina della setta, è indispensabile lanciare il napalm della verità sui grovigli mangrovieschi di decenni (secoli) di disinformazione di massa. Un UOMO che smette di credere alle leggende e alla fantastoria per mettere sotto la lente del ragionamento SE STESSO, e non i raccontini della zia. Come può un uomo imparare a combattere? Così come s'impara a friggere il pesce, a progettare microchip, a guidare un jet o il ciuco: facendolo.

Il neofita assoluto deve obbligatoriamente assicurarsi che l'arte sia davvero marziale, e quindi basata senza obiezioni di sorta su sparring non collaborativo con avversari esperti e su competizioni a contatto pieno, oltre che su preparazione fisica specifica. Tramite questo Rasoio di Occam marziale, si procederà in seguito a valutare la scelta tra gli stili funzionali. Ho detto mille volte che all'interno di questo gruppo, non amplissimo in verità, la scelta è molto personale e che a un certo livello diventerà superfluo, in quanto ogni grappler esperto avrà voglia di ampliare il suo registro allo striking almeno in parte e viceversa. Chi mi conosce e segue il blog sa naturalmente della mia predilezione per il Jiu Jitsu, però ripeto: tutte le arti funzionali sono ottime e formative. Io le ho praticate tutte con esponenti celeberrimi e le amo tutte, se dopo 2 decenni di pratica ho scelto il BJJ e lo difendo a spada tratta ho le mie regioni, vi prego di credermi.

Il risultato finale del discorso è che in effetti conta la persona, non lo stile.

Gli "stili" sono astrazioni, fantasmi, esistono solo persone in carne e ossa. Gli individui combattono abilmente oppure no in base alla loro seria, profonda adesione a METODI collaudati e verificati, e pertanto sarà più o meno forte a combattere il giovane che sia stato seguito da esperti di ciò i quali gli hanno trasmesso e fatto diventare parte di loro i metodi stessi, che non sono astrazioni ma realtà concrete seppur immateriali come il software, mentre chi ha dedicato il suo tempo al disegno dal vero, a recitare mantra o al rimirare posteriori carioca NO.



martedì, maggio 10, 2011


EPPUR SI MUOVE


Il team centuriato trasloca.

Abbiamo preso kimoni&bagagli e ci siamo trovati una nuova super sede pure grappling style.

Da maggio in avanti la sede fiorentina diventa la palestra della Lotta di Via Forlanini 164, sotto il circolo ricreativo (a 50mt. dall'università di Novoli).

Abbiamo una mega materassina intelaiata da 80 m2 e tutte le attrezzature necessarie per gli sport di lotta a cui questa sede è dedicata, pesistica compresa; insieme a noi i nostri atleti avranno a che fare con maestri e allievi di Greco-Romana e Judo, sport specializzati nel gioco in piedi e a cui i centurioni hanno accesso previa accordo con i rispettivi insegnanti.
I giorni di allenamento sono il martedì e il giovedì dalle 21:00 alle 23:00 (in preparazione per l'autunno il sabato open mat).

Anche l'ala orientale della centuria si muove, e i fiesolani traslocano anch'essi nella nuovissima palestra 4Fit di Pontassieve, servita di sala pesi e materassina spaziosa. Trisettimanale la cadenza per il gruppo capitanato dalla nostra cinta viola Francesco"Taba"Braccini: lun-mer.ven dalle 20:30.

Presto altre novità, per il momento vi invito ritualmente a venirci a trovare in amicizia, per un'allegra rotolata in simpatia.


giovedì, maggio 05, 2011


MA COSA VUOL DIRE ESSERE IN FORMA?


Una domanda che spesso ci si sente porre e che si lancia al guru della preparazione fisica di turno. La verità è complessa però, e contrasta con la fantasia.

Una definizione perfetta della situazione e degli imbarazzi su questo concetto me la dette coach Martin Rooney, preparatore di alcuni dei più forti fighters al mondo. "Mirror muscles" definì il coach yankee lo pseudo-ideale instauratosi nella civiltà postmoderna, e cioè sintetizzò in 2 parole il fatto che di questi tempi lo scadere verso l'abisso della condizione atletica dell'uomo medio e del suo rapportarsi al proprio complesso psico-fisico fa sì che i mass media ignoranti spargano tra le menti deboli delle folle decerebrate un finto e inutile look al quale conformarsi, e cioè quello del bambolotto gonfiatello nei distretti muscolari che ci rimanda lo specchio la mattina: pettorali, retto dell'addome, bicipiti e poco d'altro.

La forma fisica idealizzata in una certa epoca infatti è tutto sommato riconoscibile e anche la nostra infra-civilizzazione materialista/consumistica non fa eccezione. In un perverso rapporto circolare causa-effetto-causa tra i soggetti citati sopra, il 'mondo televisivo cibernetico' ha uno suo (anti) ideale seppur privo di contenuto, ed è quello dei muscoli da specchio. Dimentichi come siamo del vero valore corporale, ci riduciamo a quello che Canale 5 o la CNN ci ammaestrano essere un piccolo, miserabile concetto di fisicità umana.

Saltando a piè pari i perché di tutto questo, si può andare ad analizzare quello che fu l'idea di forma fisica che stava nella testa degli uomini della civiltà vera e propria, quella greco-romana. Quando fummo civili infatti nessuno mai si sognò di incorniciare come perfetto qualcosa di disfunzionale e stupido, qualcosa di puramente cosmetico e pseudo-checca, Per la gente civile del Mediterraneo bellezza e armonia coincidevano con efficienza. Un vero uomo doveva essere ben fatto, muscoloso e costruito in ogni sua parte corporea nonché capacità condizionale (forza, resistenza etc.), e infatti la statuaria classica ci rimanda costantemente un fenotipo di bello assai diverso dal misero pupazzo da rivista glamour similgay odierno. L'Ercole Farnese o i Bronzi di Riace piuttosto che l' Atleta di Lussino parlano tutti la stessa lingua: guerriero, lottatore.

Per i parassiti del 2011 inchiodati alla Matrix sarà impossibile comprendere ma a voi, santi lettori, no: un vero uomo per la civiltà era un combattente, un maschio adulto pronto alle armi, incarnazione corporale di un Divino di cui gli umani sono una declinazione. Bello e valido, kalòs kai agatòs, ammirevole ed esiziale insieme, era tutto quanto di normale potesse concepire la gente civile; lottare era la base di ogni educazione e il lottatore olimpico incarnava Zeus cioè Dio.

Dunque ritorniamo alle parole: essere in-forma. Ma che significa davvero?
Quale forma precisamente?

Un tardivo che si gonfia il petto con le bombe ma c'ha due polpacci come baccelli oppure al primo schiaffo piange come un bambino, a quale 'forma' aderisce? A quella infera sub-umana odierna, certo. Dunque a una non-forma, non è in forma. Forma cioè stampo, lo schema solido dentro il quale si versa e poi lascia solidificare il contenuto, un IDEA alla quale cercare di conformarsi, un di più a cui aspirare.

"Non sono in forma" sospira il borghese col fiatone dopo una rampa di scale.

"Non sono in forma" mugugna il ragazzino ciccione scansato dalle coetanee mongoloidi quanto lui.

"Non sono in forma" impreca il muratore alcolizzato in difficoltà col ballino di cemento.

Ripeto la domanda: cosa vuol dire davvero essere in forma? Non significa saper correre a lungo o sollevare cose più pesanti della media della gente, queste sono approssimazioni e divagazioni che non conducono alla spiegazione, alla risposta: QUALE FORMA?

La forma del guerriero boreale archetipico che, profondamente radicata nel nostro DNA, a livello inconscio ci fa sentire di merda e inadeguati per non avergli aderito. La forma NON è solo un look, estetica, è un CONCETTO tridimensionale che comprende tutte e 3 le parti dell'essere umano: corpo, psiche, spirito. Questo archetipo brontola nella nostra mente subconscia, e più che ci spiaccichiamo cercando di vivere l'esistenza da lumache che il Potere ci richiede, peggio ci sentiamo.

Sentiamo senza capire che dovremmo essere forti, belli e capaci di azioni fisicamente rilevanti, e soprattutto coraggiose. Non sappiamo perché ma riconosciamo per istinto (:la mente subconscia) la 'giustezza' intrinseca delle statue classiche, il cui messaggio va al di là della bellezza e proporzione delle masse muscolari; quelle opere d'arte raffigurano uomini e Dèi guerrieri, pronti ad agire, forza in movimento. In noi affiora un ricordo che non riconosciamo, come una musica debolissima e che, ligi ai condizionamenti malvagi ricevuti sin dall'infanzia, siamo lesti a reprimere.

In forma è George St. Pierre, in forma è "Cyborg"Abreu [nella foto],dico in forma davvero, combattenti, lottatori. Gli altri sportivi non sono VERAMENTE in forma, seppur in possesso di capacità elevatissime. Del resto nessuno invidia uno scarafaggio perché sa camminare sui muri o un granchio per l'abilità a stare sott'acqua, no? In-forma è colui che più aderisce alla forma (teorica) e sappiamo che la forma archetipica dell'umano è quella del lottatore a immagine e somiglianza di Ercole, non del velocissimo ghepardo o del poderoso bufalo. Tutti gli attributi fisici sono necessari per essere in-forma: velocità, forza massimale, coordinazione, agilità etc. Solo il particolare modo di intenderli nell'ottica del combattimento e la loro calibrata mescolanza in un rapporto determinato -molto vicino a quello dei migliori e well-rounded MMA fighters- risponde alla domanda: cosa vuol dire stare in forma.

Non vi stupisce poi tanto che chi ci governa e ci porta per il naso quali bestie da macello non gradisca che dall'infanzia si sia allenati e si mangino cose sane, che si sviluppino quegli attributi anatomici ma soprattutto caratteriali e spirituali di una schiatta di guerrieri? No, vero?