mercoledì, marzo 06, 2013


JIU JITSU CLUB VERONA: 
LA NUOVA GENERAZIONE DI PROFESSIONISTI
MADE IN ITALY


-Ciao Francesco, ti presenteresti ai lettori del blog?

Ciao Mario, intanto grazie per questa opportunità, per me è un onore rispondere alle domande che finiranno nel tuo blog. Mi chiamo Francesco Gardini, sono nato a Verona nel 1980, amo leggere e le cose semplici, sono sempre stato uno sportivo e mi sono avvicinato alle arti marziali durante il mio servizio nell'esercito all'età di 18 anni. Ho cominciato con il Jkd, la Kick Boxing e la Submission, per poi arrivare al BJJ ed al Judo.

-Da quanto pratichi BJJ e chi è il tuo referente tecnico?

Pratico BJJ dal 2006 mi sembra, ed il mio referente tecnico è Luca Anacoreta.

-Cosa ti ha fatto scattare la molla e iniziare a  praticare Jiu Jitsu?

Come dicevo praticavo la Submission ma poi come tanti ho visto Royce Gracie. Era un sabato pomeriggio e dal quel giorno la mia unica ragione di vita è stata ed è il BJJ. Io e altri ragazzi, tra cui Luca Profeta, abbiamo deciso di affiliarci all'Alliance con la quale abbiamo avuto ottimi rapporti fino al 2010. Poi abbiamo aperto un corsetto io e Luca, perchè avevamo avuto alcune divergenze, nulla di grave, ma la voglia di indipendenza era tanta e quindi abbiamo aperto Jiu Jitsu Club Verona, affidandoci a Luca Anacoreta che al tempo era una cintura viola. Nel periodo di transizione abbiamo avuto in Italia per un po' di tempo Fabbio Passos, che ora è  istruttore alla scuola di Cobrinha a Los Angeles.

-Qual'è la tua idea di quest'arte marziale? Come la intendi tu?

L'arte marziale deve portare al praticante tre benefici secondo me: tecnico, fisico e psichico. Quest' insieme è il vero obiettivo del praticante, indipendentemente se fa agonismo o no. Anzi per come la vedo io l'agonismo è solo il 20% della pratica, ha un suo senso ma non deve mai essere esagerato, altrimenti si diventa schiavi di regolamenti e della sete eccessiva di vittoria. Molto spesso ho visto atleti che prima di allenarsi sbuffano, si lamentano e non hanno la gioia di salire sul tatami, e questo secondo me è  il punto in cui si perde la marzialità e si torna a fare un semplice sport.

-Quante ore ti alleni a settimana e quanto lotti?

Anche quando lavoravo (adesso faccio solo questo nella vita), almeno due volte al giorno in questo modo: BJJ tutti i giorni  e sempre facendo sparring  e drills, tranne mercoledi e domenica, preparazione fisica due giorni la settimana e Judo almeno due volte. Oggi sto integrando anche con lo Yoga. 
Ho sempre fatto lavori duri, manuali diciamo, e nonostante tutto alle 17.30 ero sulla materassina. Per fortuna ora ho più tempo e riesco a vivere facendo ciò che mi piace.

-Pratichi anche altri stili di lotta?

Come dicevo pratico Judo dove sono cintura marrone e sto facendo le gare per arrivare alla nera, e lotta Sambo dove sono due volte campione italiano. Trovo molto importante avere una buona parte in piedi, per farlo ci vogliono anni ed una buona squadra con cui allenarsi. Spesso nel BJJ si tende a saltare questa parte ma lo reputo sbagliato, ovviamente è difficile eccellere in entrambi gli stili, ma una buona base con padronanza di almeno due proiezioni penso sia il minimo per un buon lottatore di BJJ.

-Come giudichi il livello del BJJ in Italia?

Adesso lo reputo alto. Ad ogni gara a cui partecipo la categoria delle cinture viola, per esempio, è sempre una battaglia, i ragazzi giovani si stanno affacciando alle realtà e sono molto competitivi. Vedo inoltre uno scambio tra varie accademie con sparring day o seminari ben organizzati e questo non può che far bene. Poi ci sono i mostri come Anacoreta e Franceschini, ma li siamo su un livello altissimo, anche internazionale. Anche come livello d'insegnanti siamo ormai in buone mani, con gente come Federico Tisi che ha una didattica incredibile o come Fabio Anacoreta che è un'enciclopedia del BJJ, e molti altri con cui abbiamo ottimi rapporti.

-Chi è il tuo campione cult nel BJJ?

Ormai l'ho nominato molto, Luca Anacoreta. Se vogliamo guardare ai big stranieri Lucas Lepri e Gui Mendes.

-Qual'è la tua idea di preparazione fisica relativamente al BJJ?

Penso che finché non si ha un alto livello tecnico è meglio fare tanto sparring e drills a scapito della preparazione fisica. Se uno ha tempo e volontà deve innanzitutto mettersi nelle mani di professionisti competenti, con una preparazione che alzi i suoi standard nel cardio e nell'esplosività, diciamo quello che hanno sempre fatto i lottatori di Libera.

-Il tuo pensiero sulle MMA?

Credo che sia quanto di più si avvicini alla realtà del combattimento, nonostante sia sempre messo alla gogna da media e praticanti delle arti strane, dove si insegna tecniche quattro contro uno armati di pistola e bazooka. L'unico problema è che secondo me c'è un grosso divario di qualità tra l'amatore ed il fighter di alto livello, perché allenarsi bene di Boxe, Muay Thai, Grappling e Judo comporta tempo, sacrifici e denaro.

-So che stai aprendo un tuo club. Ci parli di quest'avvenura: come e perché mettersi in proprio?

Quando credi in qualcosa e ci credi tanto, hai il dovere di provarci. Io e Luca Profeta abbiamo la nostra scuola da tre anni, con un buon numero di allievi e lavoriamo con metodica e passione, quindi abbiamo deciso di investire tutto, ma proprio tutto, in un progetto che ci ha fatto aprire una accademia tutta nostra dove il primo corso sarà alle 9 della mattina e l'ultimo alle 21 della sera. Non c'è una ragione vera e propria, ci siamo buttati e ripeto ci crediamo tantissimo, e tengo a sottolineare che non siamo miliardari: io ero un tecnico meccanico e Luca un ragioniere.

-Hai mai seguito REALISMO MARZIALE? Cosa ne pensi?

Penso che Mario abbia il coraggio di scrivere cose che molti pensano ma non hanno il fegato di rendere pubbliche, per questo seguo il blog. Poi noto sempre una grande competenza negli argomenti trattati e una cultura molto alta di chi scrive. Diciamo un mix perfetto per chi vuole leggere qualcosa per cui ne valga la pena.