martedì, maggio 30, 2006


ALLA FACCIA DI TUTTI NOI QUANDO CI LAMENTIAMO
Anthony Robles vince in USA un importante torneo nazionale di Lotta, l'NHSCA.
Anthony vuole fare MMA.
Anthony c'ha una gamba sola dalla nascita.
Interrogato afferma che DIO lo ha premiato dandogli questo handicap, e se gli altri non lo credono a lui non importa.
Signori, questo è un vero uomo, un vero campione, un guerriero da ammirare: sull'attenti!

Quote del giorno:

"Molte persone sono buone solo per mancanza d'occasioni d'essere cattive"
Raimondo di Montecuccoli

domenica, maggio 28, 2006

UFC 60: ALESSIO SAKARA E' SCONFITTO

Con sommo rincrescimento riporto la sconfitta di Alessio con lo yankee Lister a Los Angeles.
Ale è stato finalizzato al suolo con un triangolo, acciderbolina. Il BJJ di Dean è stato superiore, bisogna ammeterlo.

Lode ad Alessio! Legionarius sei sempre il N°1. I grandi possono perdere, i piccoli perdono 365 gg l'anno.


sabato, maggio 27, 2006


Quote del giorno:

"Si volge ad attendere il futuro solo chi non sa vivere il presente"
Lucio Anneo Seneca

venerdì, maggio 26, 2006


ELEMENTI DI PATOLOGIA MARZIALE

Come i pochi ma meravigliosi frequentatori di 'sto blogghino ben sanno, il qui scrivente ha attraversato gli inferni delle cosiddette arti marziali tradizionali per poi arrivare alle arti marziali vere. Ho spiegato anche a lungo il significato, sinanco etimologico, di arte marziale vera, e la sua opposizione irrefutabile alle arti borghesotte e false. In più, mi sono avventurato in una spiegazione psicologica dei processi subcoscienti o di sovversione voluti dal Potere che hanno condotto la notte nera delle AM.

Ora mi va di elencare alcuni dei tipi marziali, riferiti al panorama delle arti superdeclassate che l'italiano medio si trova sventuratamente d'intorno.

Il Kataista
Questo pover'uomo è tra i più malati. Esegue in totale ubbidienza formale delle serie pre-costituite di movimenti, sottospecie di combabttimenti simulati, e nella sua immane idiozia crede che questo lo aiuti a combattere meglio! Il disgraziato non si accorge che il 'kata' non solo non gli insegna alcunché sul vero combattimento, che è vivo e imprevedibile, ma anzi lo incatena al rigore astratto della forma e ciò lo fa peggiorare in tutto (footwork, riflessi, potenza tec.). Anche quelli meno convinti, che dicono di usare il kata come ginnastica o meditazione in movimento, non si capacitano di quanta perniciosa influenza abbia su di loro questa pratica.

Il Rambo dello streetfighting
Mimetica, anfibi, tutti i ritrovati del survivalism, questo pittoresco umanoide alligna negli ambienti che si credono 'duri da uccidere'. Di solito un deluso delle arti kataistiche, si è buttato anima e core nelle ultime mode d'Oltreoceano. Spesso un uomo afflitto da potentissimi complessi d'inferiorità, vaga per anni tra stages e seminari, sempre alla ricerca dell'ultimate martial art, sempre incapace di affrontare i propri demoni interiori e lavorare con umiltà e sacrificio. Non rare sono le riconversioni dei ramboidi al katismo in forme più esotiche, quando l'età incede.

Il Taoista infermo
Scellerati dissacratori di arti un tempo davvero sagge ed efficaci, i taoisti di casa nostra sono i più loffi e pigri tra i ma(rzia)lati italici; nella loro totale capacità di fare due piegamenti in croce, i taoistici panzuti inneggiano spesso a superpoteri energetici, pugni del cobra e calci della fenice, tutti rigorosamente mortali ma che il taoista in questione non può mostrare perché 'troppo pericoloso' o perché lo ha giurato (in cinese, presumo..) al Nume tutelare della sua scuola di Shangai.
La versione soft e no-combat dei taoisti fa incetta di casalinghe divorziate, omosessuali e sottosviluppati, per cui non fa nemmeno notizia.

Il Ninja dalle tagliatelle che uccidono
Sorta di commistione in salsa di B-movie nipponico del kataista e del rambo, il Ninja è normalmente un personaggio coi temi psichiatrici più deliranti. Inconfesso anche a se stesso di problemi di accetazione sin dall'infanzia, quando era il bimbo picchiato e poi il ragazzino sfanculato dalle coetaneee, questo cultore del arte della sparizione nella nuvola di fumo ispira molta tristezza. Di solito sottomesso a maestri-guru che gli succhiano via lo stipendio (ma questo è vero un po' per tutti i tipi nominati), il povero ninja ha non di rado difficoltà di adipe eccessivo, e i kimono neri si rivelano spesso impietosi nel mostrarlo.

giovedì, maggio 25, 2006

Quote del giorno:

"Iudico poter esser vero che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che etiam lei ne lasci governare l'altra metà, o presso, a noi"

Niccolò Machiavelli, Il Principe, XXV, 2.

mercoledì, maggio 24, 2006

Quote del giorno:

"Non vi lamentate, non piangete, non pregate, ma aprite gli occhi e vedete! La verità è tutto intorno a voi, sol che vogliate togliervi la benda dagli occhi e guardare"

Gautama il Buddha

lunedì, maggio 22, 2006

MARCELINHO CI FA SOGNARE

Il funambolico wizard del BJJ, Marcelo Garcia, stupisce ancora una volta e si impone al Campionato Brasiliano. La sua mostruosa bravura è resa ancora più palese nella strepitosa vittoria anche dell'Assoluto -senza limiti di peso cioè- lui che è un peso medio (-79kg) !!

Atleti come lui, sorridenti e che non se la tirano, tecnici fino all'inverosimili ma disposti a scozzarsi coi bestioni di 130 kili, rendono questa Arte una cosa unica e 'mitologica', il mito dimostrato nei fatti del piccolo che sconfigge il gigante.

Quote del giorno:

"Non posso continuare a nutrire speranze per il Giappone futuro. Ogni giorno si acuisce in me la certezza che, se nulla cambierà, il Giappone sia destinato a scomparire. Al suo posto rimarrà, in un lembo dell'Asia estremo-orientale, un grande Paese produttore, inorganico, vuoto, neutrale e neutro, prospero e cauto. Con quanti ritengono che questo sia tollerabile, io non intendo parlare"
Yukio Mishima

domenica, maggio 21, 2006


TRIBUTO ALL'UOMO PIU' IMPORTANTE
DELLA STORIA DELLE ARTI MARZIALI
Royce Gracie, maestro brasiliano di Jiu-Jitsu, ossia colui che da solo ha cambiato per sempre la storia delle arti da combattimento.
Senza di lui queste discipline sarebbero ancora sepolte nell'ignoranza e nella pazzia.
Un eterno grazie va a te, o Royce, indipendentemente che si faccia o meno BJJ, o addirittura AM, perché gli uomini coraggiosi come te cambiano solitari in meglio il Mondo: obrigado para voçe.

Quote del giorno:

"Ricordare all’Italia tutti quei valorosi che lasciaron la vita sui campi di battaglia per essa. Perché se molti sono conosciuti, e forse i più cospicui, molti tuttavia sono ignorati. A ciò mi accinsi come dovere sacro"

Giuseppe Garibaldi

venerdì, maggio 19, 2006

Quote del giorno:

"La gloria più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi sempre dopo una caduta"

Confucio


PERCHE' ESISTONO ANCORA LE ARTI MARZIALI-BIDONE

La diffusione dei combattimenti interstile (MMA) farebbe supporre che le cosiddette 'arti marziali tradizionali' o meglio 'tarocco' dovessero avviarsi velocemente al dimenticatoio, ma invece si nota che non è affatto così. Gli stili del Ciliegio Ubriaco e del Karambidè da Strada continuano a prospeare. Perché?

Parliamoci chiaro: l'essere umano è una forma di vita molto raramente lucida, il più delle volte segue pecorinamente il suo capobastone in assoluto ossequio. La nostra storia parla di un'umanità che esprime perle rarissime annegate in un mare di sterco. Invidia, ignoranza, malvagità sono la norma e l'odio più grande è sempre per i pochi 'normali' che si rifanno a leggi superiori di condotta.

Questa spiegazione è di per sé sufficente a dimostrare come attività loffie e inutili possano attirare torme di gente (vedere il Calcio please), e quindi aggiungerò solo poco di altro.
E' ovvio cmq che a considerazioni logiche certe abitudini non rispondono, e il candidato a una seria interogazione sarà costretto al 'perché sì', perchè mi piace etc., chiudendo la porta e intruppandosi nelle giustificazioni che di volta in volta il suo subcosciente crea per darsi una ragione.

Le arti marziali/da combattimento esprimono in generale il bisogno materiale che il maschio umano ha di capire se stesso e affrontare la propria paura. Su questa esigenza fondamentale il mondo moderno ha creato un' industria profittevole. Masse di individui smidollati creano le proprie fantasie riversandole su 'sti pseudo stili inventati a capocchia sfruttando la di loro ignoranza, incensando miti orientaleggianti -”l'erba del vicino è sempre più verde”- , affascinadoli e carpendo la buona fede di torme di ragazzini intossicati dai videogames (ieri i film di Bruce Lee). La stolida tendenza delle persone a subire supinamente un'autorità fa il resto, ed ecco che abbiamo i fanatici del Kata, i sensitivi del chigung etc., prostituendo tra l'altro anche cose validissime a livello settoriale che i veri stili antichi detenvano nel loro bagaglio.
L'incapacità sostanziale dei mediocri, cioè la stragran maggioranza, di ripensarsi, di evolvere, di cambiare strada e crescere fa sì che il pischello segaiolo entri nella prima palestra trovata sulle Pagine Gialle e s'incrosti lì, finendo per idolatare il Maestro-guru perché il criticarlo gli risulta impossibile, dato che di un essere inabile all'auto-critica stiamo parlando e alla crtica di conseguenza. Tutte le moderne Religioni e Partiti si reggono su questo andazzo, e non c'è davvero da aspettarsi che cambi domani.

Il confronto fa crescere l'essere umano, ed è solo tramite esperienza diretta et personale ( nelle AM ciò vuol dire percuotere e lottare a piena forza contro avversari esperti e non collaborativi), che si conoscono davvero le cose. Al di là di questo c'è la Setta e il Partito Marziale, che però con le vere arti di Marte nulla han a che spartire.

mercoledì, maggio 17, 2006




Vivere davvero
(dedicata a Maurizio Ferroni -R.I.P.)

Dove vai, ma dove stai correndo?
Forse dove è già il tuo cuore!
Basta un attimo e ciò che stai vivendo prende il volo e muore.
Dove sei adesso, lassù dove pensavi?

Da lì dirai: "RAGAZZI STATE SVEGLI!".
Ma c'è un modo solo per non morire mai e quel modo è vivere davvero.

Ma c'è un modo solo e questo tu lo sai ed avevi quello sguardo fiero.
Come fare adesso senza quel tuo sguardo vivo di chi sogna e crede.

Io lo so che fare oltre a non dimenticare perché sciacalli, adesso lui li vede.
Ma c'è un modo solo per non morire mai e quel modo è vivere davvero.

Ma c'è un modo solo e questo tu lo sai ed avevi quello sguardo fiero.
Io lo so che fare non provo più dolore con il tuo sorriso chiuso nel mio cuore.
Io lo so che fare non smetto di sognare e non ci potranno più fermare.


(testo de La Compagnia dell'Anello)

11.6.06 - RADUNO ESTIVO ITALIAN CONNECTION
A Roma, tutti insieme appassionatamente con Fede, Andrea e tutti gli altri fratelli: figata!
Solo chi ha provato il senso di virile amicizia che è infuso tra le genti del JJ nazionale targato IC può capire di quale godimento fisico si tratti. Chi ama combattere non può infatti immaginare data più lieta, nella sacra terra dell'Urbe, con gli 'amici di kimono' a sballotarci tutti insieme appassionatamente, il senso dell'appartenenza.
A Tor di Quinto, presso il MondoFitness, alle 14.00.

martedì, maggio 16, 2006


Quote del giorno:

"La gloria la si deve acquistare, l’onore invece basta non perderlo"

Arthur Schopenhauer

LE TECNICHE DAVVERO PIU' USATE NEL VALE TUDO

Il diffondersi del vale tudo (free fight) ha riportato le arti da combattimento alla realtà, reintroducendo l'elemento del confronto che snebbia la vista e ammazza tanti falsi miti.
Come è molte volte stato detto, il moderno vale tudo sport, cioè l'evoluzione del duello o sfida tra stili, è oramai ritornato a quelle stesse 4 arti o modalità che nient'affatto per caso componevano lungo i millenni il greco-romano Pankration, a riprova che l'anatomia umana è quella e che tante favole esistono e prosperano sino a che non si va a vedere il bluff.

Riconosciuto ovvio che l'uomo può percuotere o afferrare, queste due super-modalità concettuali vengono poi a dividersi nelle 4 arti effettive oggi disponibili quali massima espressione modale:
1- percussioni con gli arti superiori; Pugilato
2-” “inferiori, Muay Thai Kickboxing
3-lotta in piedi; Lotta Olimpica
4-lotta al suolo; Brazilian Jiu-Jitsu
Variazioni minori possono anche avvenire, laddove ad esempio si sostituisca un arte con una molto simile, ma il contesto in fondo è quello.

Come detto, dal punto di vista del valetudista tutte le suddette arti singolarmente sono da considerarsi modalità, cioè componenti essenziali della sua arte e quindi da allenarsi una per una con gli specialisti (puristi) di questi sport. A questo l'atleta di VT associerà poi quegli allenamenti dedicati che fanno da ponte tra le singole discipline, e che del vale tudo sono il trademark, tipo lottare contro chi boxa e difendersi con la lotta al suolo contro chi percuote.

Darò ora una breve – quindi necessariamente incompleta- carrellata delle 'tecniche' delle singole modalità che si ritrovano davvero in ogni incontro senza (troppe) regole.

a- dal Pugilato:
1 diretti
2 ganci
3 montanti

b – dalla M.Thai:
4 calci frontali con gamba avanzata
5 calci circolari
6 ginocchiate ascendenti con doppia presa alla nuca

c- dalla Lotta:
7 ancate
8 cinturazioni
9 prese in tuffo alle gambe

d – dal BJJ:
10 posizionamento e lavoro di guardia (offensivo e difensivo)
11 attacchi (finalizzazioni) da posizione dominante
12 attacchi " " dalla guardia

E' chiaro che resta moOOolto da aggiungere, ma direi che la panoramica è abbastanza esauriente.

lunedì, maggio 15, 2006


IN MEMORIA DI MAURIZIO FERRONI -R.I.P.
Arrivederci amico mio, sarà impossibile colmare il vuoto che tu lasci, troppo pochi sono gli Uomini come te.
Quella maledetta curva io non la dimenticherò, te lo giuro su quel che ho di più Sacro.
Ci alleneremo sempre di più, in tuo onore e per non perdere la tua stima dall'Aldilà, come te non molleremo mai.
Arrivederci Mau, ci rivedremo presto e ancora una volta staremo insieme, tra combattenti e amici, per l'eternità o per quanto i Fati potranno concederci.

venerdì, maggio 12, 2006


IL LEGIONARIO ALLA CONQUISTA DEGLI U.S.A.
Il giorno 27 maggio sarà il più importante della carriera di Alessio, il nostro grande Legionarius.
In quella oramai prossima data Mr. Fertitta, boss dell'UFC, gli farà incontrare il genio del BJJ Dean Lister nella più importante edizione di sempre dello show.
In diretta da Los Angeles il ragazzone di Pomezia verrà proiettato sugli schermi americani via payperview, e in quell'occasione potrà, vincendo e convincendo, entrare definitivamente nel giro grosso. Lister è infatti l'ultimo 'test match' prima che il Patròn si convinca a buttarlo nel calderone, ed è uno yankee.
Federico sarà al suo fianco, e non posso immaginare cornerman migliore al mondo. La mia schifosa miseria mi impedisce di acquistare un bel first class per L.A., ma giuro che sarò trepidante in attesa degli aggiornamenti del Mestre. Tifo molto per Alessio, che considero un campione che dà lustro all'Italia e un ragazzo dal cuore d'oro.
Vai, Alessio, tu realizzi il tuo sogno ma anche un po' il mio.
Che gli Dèi ti assistano, vinci!

giovedì, maggio 11, 2006


Serve il Gi (kimono) nell'allenamento del grappling?
Il boom del BJJ dell'ultimo decennio ha riportato alla ribalta il buon vecchio pigiamone, a cui i jitsuka son così tanto affezionati. Il successivo clamore intorno al vale tudo ha però ingannato molti fans, declassando ai loro occhi il Gi come un accessorio in realtà inutile, un tradizionalismo necessario solo per la pratica dello sport-JJ. E questo nonostante i maestri dell'Arte continuassero a difenderne l'utilità, visto che sia affermava intanto anche la Submission che si pratica senza Gi.
Alla fine il dubbio rimane: ma serve 'sto abito?
Serve, serve. La dimostrazione concretissima del suo scopo intanto sta nella recentissima vague, che osserva i grandi esperti di VT rimettersi pazientemente il Gi per il lavoro al suolo. I professionisti certo non stanno dietro a stantie abitudini, lo mettono perché ne trovano beneficio per i loro match.
La spiegazione dell'arcano è semplice. Lavorare al suolo col Gi implica una lotta molto meno basata sulla forza (ché il Gi impedisce di 'strappare' come la pella nuda) e crea nel jitsuka una superiore manualità allenandolo nella prensilità, cose che lo specialista del kimono potrà con successo esportare alla lotta svestita, e quindi operare a terra con molta maggiore scorrevolezza e tattica rispetto al lottatore che non conosce la pratica col Gi. Senza poi qui considerare l'aspetto realistico della pratica col kimono, visto che le persone raramente gironzolano a torso nudo, indossando invece abiti che il Gi riproduce, e allenando perciò il fighter a certe prese e finalizzazioni -tipo gli strangolamenti- molto vicine a quelle di una comune rissa al bar.
In pratica il lottatore di BJJ si allena spesso anche senza Gi, e quando lo fa conserva tutta quella morbidezza e diversità tecnica obbligata da anni di lavoro vestito. Il Gi quindi come un (molto) di più, cosa che i campioni brazileri hanno sempre saputo in effetti, dato che nelle gare pro di Submission a vincere sono quelli del BJJ il 90% delle volte.

mercoledì, maggio 10, 2006

Quote del giorno:
«Io ne ho viste cose che vuoi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... e ho visto i raggi β balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire».
Roy (dal film Blade Runner)

VALE TUDO PER TUTTI
Nell'ottica di aumentare la cultura sul BJJ, il VT e le AM in generale, ho svolto oggi un mini-stage assolutamente gratuito nella mia palestra.
Devo ringraziare i miei ragazzi, generosi di sforzi come al solito, e i pochi esterni per la bella serata. A tutto vapore, gente!!

lunedì, maggio 08, 2006




Quote del giorno:

"La femmena senza pietto èa com'a lu lietto senza cuscino"
(antico proverbio meridionale)





ROMA CAPUT MUNDI
Mi sono concesso un breve interludio jiujitsuistico nella mia amata Roma, e mi sono divertito coi pochi eroici del turno agonisti a pranzo.
Il Mestre non lottava in quanto in preparazione per la gara..di tatuaggi!
A presto giovini, l'11 Giugno c'è il raduno.

giovedì, maggio 04, 2006


RITRATTI DI DOCILI FANCIULLE

Elisa, 37 anni (Firenze)

professione: insegnante

kali, muay thai, boxe

record: 6-1-1

armi preferite: calibro 22, wakizashi (spada corta jap)

mercoledì, maggio 03, 2006

Allenarsi per picchiare o per sport?

Esiste ai nostri giorni un fondamentale deterioramento delle istituzioni, che subiscono una deriva totale verso la dittaura mondiale unificata, si sa. La distruzione di tutte le istituzioni e la conseguente isteria generalizzata provocano necessariamente una fondamentale incomprensione di tutte le componenti della vita umana. Il materialismo pompato a forza nelle vene del corpo sociale ha disintegrato gli anticorpi tradizionali e tutte quelle forme di saper vivere che a fatica sopravvivevano fino all'ultimo conflitto mondiale.

Siamo di fronte a un mondo di povera gente abbacinata, l'ho già detto assai, di minuscoli esseri umani triturati dal meccanismo gigante della globalizzazione. Poteva essere che il modo delle persone di confrontarsi con temi quali violenza, istinto di sopravvivenza ed educazione al combattimento ne uscisse intoccato? Ovvio che no, e quindi il moloch massmediatico ha reso incomprensibili ai più anche quelle espressioni marziali trapelate dall'orgia di pallone e racchette da tennis. Insomma, il pubblico beota non ci capisce una mazza.

Partiamo dall'assunto lapalissiano ma (purtroppo) non scontato che, essendo gli uomini mortali come tutte le creature, la violenza è costuitutiva dell'universo in cui viviamo. Non potendo occupare due uomini lo stesso metro cubo di mondo è evidente che alle brutte - è legge di natura- vengano alle spicce per procacciarsi il necessario spazio. Ne deriva la consegunte evidenza che combattere e umanità sono due realtà coessenziali.
Posto che la reazione di ogni animale alla minaccia è fuggire o reagire, si tratta di comprendere che le arti del combattimento non sono uno 'sport' inventato a capekazz' tipo il pingpong o il volano, ma una codifica e sviluppo della capacità più importante della persona umana, l'istinto di sopravvivenza.

Le arti che si confrontano con la più forte e decisiva emozione umana, e cioè la paura, strutturandosi didatticamente in maniera da insegnare come poterla affrontare, hanno una rilevanza storica e sociologica tale da non poter essere appaiate a nessun altra. Tant'è vero che le civiltà tradizionali non conoscevano la differenza nel linguaggio tra allenamento sportivo e allenamento marziale, laddove anche attività tipo le corse di cavalli avevano origine e applicazione marziale diretta. Il Guerriero in antico è il membro qualificato di una casta dedita all'uso delle armi per la difesa della Patria, e ogni seria attenzione andava alla glorificazione di cotanto individuo. Era all'epoca ancora ultrapalese che senza il Guerriero (colui che si mette in gioco e rischia le palle) il Malvagio irrompe e tutti i bei discorsini, le stoffe delicate e il gruzzolino metallico se ne vanno a lui, insieme alla vagina delle mogli/figlie e alla vita stessa del borghese pauroso.

L'ipocrisia contemporanea (progetatta a tavolino, si ricordi) vuole che il debole e untuoso -meglio se gay- borghesotto sia da idolatare, mentre sarebbe brutale colui che desidera espriemere in maniera tecnica quello che è l'istinto naturale più basico. Imparare a picchiare è sacrosanto, si è spiegato che è indispensabile per sentirsi umani davvero, e le arti da combattimento servono proprio per indirizzare tale giusta aspirazione verso lo sviluppo equilibrato della persona, facendone un membro utile della società. Chi conosce la violenza per diretto contatto spesso la evita, astenendosi inoltre dalla crudeltà tipica del debole quando ha a che fare con esseri indifesi (cuccioli, anziani, bimbi etc.).
I coraggiosi la società li deve -dovrebbe- incoraggiare e aiutare ad acquisire coscienza di sé perché tanto è ovvio che ci saranno sempre i forti e i deboli, i violenti e i timidi, e quindi la conservazione della vita umana deve andare ai valorosi, a coloro che hanno la forza fisica e mentale di rischiare la propria vita per tutti, e non ai fiacchi, altrimenti è matematico che i furbi (quelli che hanno fifa ma sanno odiare molto e imbrogliare bene) vinceranno sempre sottomettendo tutti gli altri.

Se non vivessimo in questo guazzabuglio cibernetico inquinato da scorie radiottive, con gay in parlamento e cose così, sarebbe del tutto necessario spiegare alle madri italiche quanta assoluta importanza rivesta per i loro figli l'essere presi per mano da insegnanti capaci e formati nel fisico e nella mente. La ritualizzazione in palestra della violenza, la costruzione della fiducia in se stessi tramite lo scontro fisico, lo sviluppo della resistenza alla fatica e al dolore, la normalità della nudità e la dialettica intergenerazionale sono i pilastri di ogni seria pedagogia.


La fuga verso il nulla della propaganda buonista è voluta dal regime, sveglia! Invece di avere davanti individui ben piantati, solidi psichicamente, il Nemico ambisce a rapportarsi solo con mentecatti infrociti, deboli e piagnoni, pieni di complessi e facili a qualunque suggestione televisiva.

Resta indispensabile tramandare il concetto di formazione del giovane in senso marziale, per mezzo dei veri sport da combattimento/marziali, escludendo del tutto le cd. arti marziali settarie e fasulle, create dalla società consumista anti-marziale e pacifinta che ci vuole tutti schiavi giulivi.

martedì, maggio 02, 2006


Per tutti quelli che:"Oramai sono troppo vecchio per allenarmi.."

Roberto Leitao Sr., 70 annucci suonati, è una leggenda vivente nel suo Brasile.
E'considerato uno dei 'tesori ambulanti' delle arti da combattimento, in particolare è il patriarca della Luta Livre, un metodo di grappling efficacissimo praticato senza Gi(kimono).
Nella sua recente visita nel Belpaese, Beito si è preso la libertà di ammutolire una brancata di giovinotti attorcigliandoli tutti con la massima tranquillità, quasi ridicolizzandoli per la facilità con cui ribaltava le posizioni più assurde. Il Maestro inoltre ha deliziato per la sua sapida intelligenza, spiegando come applica le sue nozioni di Fisca e Meccanica (di cui è professore universitario) per la sua continua ricerca nel campo del leveraggio relativo alla Lotta.
Grazie di esistere, Mestre.