"La verità attraversa sempre tre fasi. Dapprima viene ridicolizzata. Poi violentemente contestata. Infine accettata come una cosa ovvia." (A. Schopenhauer)
sabato, settembre 30, 2006
giovedì, settembre 28, 2006
mercoledì, settembre 27, 2006
"Sono troppo vecchio per allenarmi oramai.."
Renzo Gracie, 39 anni, ha sconfitto il durissimo americano Miletich in uno scontro che ha attirato l'attenzione dei passionisti di questi sport.
Il Maestro di BJJ continua a mettersi in discussione sui ring del Vale Tudo mentre i suoi coetanei nostrali affermano essere troppo anziani per anche semplicemente smuovere i loro grassi deretani.
E quale miglior esempio del celeberrimo Karate Kid? A mio parere quella schifosa monnezza su pellicola rappresenta perfettamente la maniera in cui il Potere fa scempio delle AM nell'immaginario collettivo usando (come al solito) il maglio hollywoddiano.
Per chi non se ricordasse, il filmaccio narra la storiella cretina dello sfigatello di turno che incontra il vecchio giapponesotto e esce dalla sua maldestrità nativa per diventare bello bravo e scopaiolo. E fin qui..
L'orrore perverso sta nel mettere in ridicolo TUTTO ciò che di virile c'è nelle arti di Marte e far digerire al pubblico la solita controverità e cioè:
1) per fare le arti da combattimento basta il fisico da derilitto di Ralph 'mollacciomezzasega' Macchio;
2) il Maestro è uno sfigato con la sua panzetta a bombolone e l'inglese da film comico, un buffone insomma;
3) i cattivi sono quelli affisicati, con la divisa in ordine, che menano e che trattano con rispetto il loro sensei (istruttore), mentre l'eroe è un hippy che il suo insegnante lo piglia per il culo 24h. al dì;
4) le AM sono un concentrato di trucchetti da imparare in mesi 6 mentre contemporaneamente s'apprende a catturare gli insetti con le bacchette cinesi;
5) i malvagi sanno picchiare duro e con coraggio, il buono invece se la fa quasi sempre addosso e alla fine ne esce fuori tra le lacrime;
6) i giapponesi (altrove i tedeschi e gli italiani) sono stupidi che fanno ridacchiare, al massimo sono utili quali figurine del presepe;
7) il karate, qui sinonimo di AM, alla fine è una stronzata che si fa stando in equilibrio su di un piede come una gru deficente, che richiede poco sforzo e in fondo fa ridere.
Dopo averlo visto, ogni pischello del mondo ha avuto piantati nel suo subcosciente dei segnali negativi sulle arti marziali, veri e propri sbarramenti alla ricerca delle reali arti da combattimento. La classica lucrativa opera di disinformazione americana, diciamolo.
sabato, settembre 23, 2006
domenica, settembre 17, 2006
venerdì, settembre 15, 2006
lunedì, settembre 11, 2006
giovedì, settembre 07, 2006
mercoledì, settembre 06, 2006
lunedì, settembre 04, 2006
domenica, settembre 03, 2006
La corsa è indispensabile per un atleta, ma è poco diffusa la dovuta informazione su quale tipo di allenamento sia consigliato per i combattenti.
La natura composita e variegata delle AM indica che il praticante deve esercitare diversi tipi di 'fiato', cioè deve essere in gardo di alternare fasi esplosive a fasi semistatiche ma il tutto per lunghi periodi di tempo. E' quindi inutile e sconsigliato il cosiddetto jogging, la corsetta monotona a bassa intensità: l'atleta di AM dovrà allenare tutti i sottosistemi (alattacido, misto, lattacido), prevedendo durante l'anno mesocicli più rivolti alla forza veloce (scatti in salita etc.) ad altri più rivolti alla resistenza pura ma ottenuta tramite sessioni prolungate di tecnica/sparring della sua disciplina.
Tirando però le somme, il tipo di corsa che tutto sommato si addatta meglio alle esigenze medie di un combattente è il Fartlek, cioè corsa all'aperto con alternati cambi di passo.
Per Fartlek (termine di origine finlandese) si intende la corsa continua con variazioni di ritmo. L’atleta corre per più o meno lunghi tratti, ma in questo caso l’intensità’ dello sforzo non si mantiene uniforme, ma presenta continue variazioni, dovute per esempio:
1) alla presenza di salite
2) alle variazioni di velocità dell’atleta.
1) alla presenza di salite
2) alle variazioni di velocità dell’atleta.
Il principio fisiologico che caratterizza il Fartlek è che: nei tratti in cui l’intensità dello sforzo è maggiore, vi deve essere a livello dei muscoli produzione di acido lattico e quasi sempre anche accumulo; nei tratti dove l’intensità dello sforzo è ridotta, l’organismo deve eliminare l'acido lattico che dai muscoli è passato al sangue.
Questo avviene grazie all’intervento del fegato, di altri organi come i reni e il cuore e anche di alcuni muscoli (quelli che, in quel momento, abbiano a disposizione più ossigeno di quanto gliene serva).
Quanto più velocemente l’acido lattico viene allontanato dal sangue, tanto più facilmente ne passerà altro dalle fibre muscolari al sangue.
Il Fartlek, quindi, non serve soltanto a migliorare i meccanismi aerobici di produzione dell’ATP, ma anche ad innalzare il limite in cui, pur essendoci produzione, non c’e’ accumulo di acido lattico.
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