UN PROBLEMA DI COSCIENZA
Ho spesso illustrato a voi lettori i miei trascorsi nelle arti fossili, le cosiddette arti marziali "tradizionali".
Su questo blog ho intrapreso l'operazione scientifica di analisi spassionata del fenomeno marziale 'tradizionale' e ho -dati alla mano- demolito molti miti. Sono perfettamente consapevole che tutto ciò non può cambiare poi molto il circondario, con la razionalità non si risveglia una persona irrazionale. Ho però la (vana?) speranza di aver aperto un filone e di poter consegnare "chiavi in mano" a lettori sprovveduti ma sinceri una rigorosa, scientifica panoramica del suddetto fenomeno.
E' mia profonda convinzione che le arti fossili non facciano bene alla psiche del praticante, sapete come la penso, anche nei casi in cui l'insegnante sia in buona fede. Non è una questione di tecniche o di posizioni, è lo spirito fondante, il DNA di questi modi di concepire il confronto, l'insegnamento, la sottomissione dell'adepto etc. che FANNO MALE.
Sono perfettamente altresì consapevole che alcuni fossilisti di buona volontà sono giunti alle mie medesime consclusioni e che pro domo sua finiscano per imbastire alla bell'e meglio un mix di pugilato e lotta quando si tratta di fare sparring. Il vero ostacolo è la rimessa in discussione di loro stessi, hanno scuole e allievi paganti, come andare davanti a loro e buttare giù il castello di carte? Allora la mente razionale trova gli escamotages, le scuse e pur di non giocarsi la faccia continuano a insegnare i kata e i colpi mortali.
Questa tragedia è paro paro la stessa che avviene in tutti i gruppi carismatici, in tutte le sétte e religioni dogmatiche. Ovunque la struttura e la forma-pensiero che la fonda sottomettono i contestatori, il gruppo si serra e si unisce nella fede (nel guru, nel maestro invincibile, nei racconti mitologici etc etc) e l'eventuale 'risvegliatore' finisce per diventare un eretico agli occhi del gregge.
La casta pretesca che gestisce il banco è solitamente stratificata come avviene nelle ONG. Alla base i poveri illusi in buona fede, ai vertici dei laidi furbastri che se la ridono delle fantasie imbastite per gestire i primi. I preti-maestri capi sanno perfettamente cosa motiva loro ad andare avanti: $$$$$, fama, piccoli miserabili onori, cose così. Se nessuno avanza controversie is business as usual, e se poi qualcheduno si ribella basterà aizzare l'armamentario da guerra psicologica per far passare il ribelle dalle forche caudine della propaganda fides.
E' cosa radicata nell'animo umano il trovare scuse per giustificare i nostri stessi errori, lo facciamo tutti quotidianamente. Chi sa ben utilizzare il senso di colpa e altri meccanismi psicologici naturali è colui che comanda il gregge. L'archetipo del Padre e della Chiesa giganteggiano al di sotto della coscienza, e chi ne fa uso astuto usa noi poveri sciocchi per i suoi luridi scopi, E' LEGGE.
Lo studio del combattimento rituale da palestra, lo ripeto per 100milionesima volta, ha scopi molteplici. Il principale è quello di far socializzare e mettere in buona forma fisica la gente, ricordatelo, insegnando nel frattempo a combattere. Quando si ravvisa nel corso-sètta fossile una smodata attenzione alla "difesa personale", ai colpi mortali, alle tecniche segrete 'da strada' e l'uso indiscriminato di racconti a scopo convincimento ma senza l'uso del confronto, si può star certi di avere di fronte un esponente di un culto marziale ahrimanico, cioè negativo e al 99% del tutto inefficace per uso combattimento, al di là della eventuale buona fede del convinto che avrete davanti.
Ripeto: esistono attività prive di contenuto marziale che invece sono utilissime per il fighter, ad esempio lo Yoga. Allo stesso modo vivacchiano numerose arti morte, di antico lignaggio o di ultramoderna formulazione, che di contro alle roboanti pretese, sono del tutto nocive per il confronto reale. A volte non è facile accorgersene, però esistono e sono molte.
La differenza -ATTENZIONE- non sta nella denominazione commerciale, occhio! NON è che se c'è scritto caviale sopra, una scatoletta di merda di cane diventa cibo lussuoso! Il marchio non rende edibile un sasso, né tantomeno un cartello con su scritto "Grande Gnocca di Playboy" rende una vecchiarda sdentata interessante. Quindi il solo vantarsi di appartenere alle 4AM e simili NON fa rientrare il venditore nella categoria dei commercianti onesti. Sono i fatti che contano, e per appurare i fatti ci vuole tempo e pazienza.
In un pianeta del tutto oberato da maghi della guerra psicologica al soldo delle multinazionali e dei vaticani, anche il semplice scegliere un gruppo a cui iscriversi è difficoltoso, lo ammetto. Mi atterrei a un semplice schema profilattico tipo Altroconsumo:
1) evitare come la peste tutto quanto è arte fossile cioè: niente sparring con avversari non collaborativi ed esperti e niente gare a contato pieno, abbondanza di racconti mitici e di kata, colpi mortali e acrobazie circensi.
2) una volta trovato un insegnante di arti realistiche, verificare il suo curriculum e approfondire la sua conoscenza direttamente sul tatami
3) essere pronti a rimettere in discussione se stessi anche dopo molto tempo, e tacitare la mentre gregaria che ci vuol far rimanere nel gruppo se il sunnominato insegnante si dimostra una persona eticamente e/o tecnicamente non ammirevole, anche dopo molto tempo trascorso alle sue direttive
4) ricordarsi che un vero maestro desidera che gli allievi lo superino, e dunque non ha nessun problema a perdere durante il confronto amichevole in sala; se usa trucchi o anche solo forza fisica per non 'perdere la faccia' è da scansare a priori come persona
5) verificare di continuo che il gruppo proceda nella direzione dell'aumento della coscienza individuale dei singoli, e non viceversa
Questo è il punto più controverso e cruciale.
Posto che i punti dall'1 al 4 siano stati soddisfatti in pieno, c'è il rischio di finire in un gruppo realistico al 100% ma inadatto a noi. Insomma, di aver evitato il baratro ma di finire a sguazzare nel laghetto a vita...
Essere un bravo insegnante è difficilissimo, richiede una forte dedizione e un'etica del lavoro cristallina, un ininterrotto aggiornamento e una cultura di livello non basso. Necessita inoltre di avere gli indispensabili ma poco diffusi skills di trasmissione del sapere e infine della sincera devozione nello sviluppo del singolo studente. Tutte qualità rare e quasi mai disponibili negli ex-agonisti di punta, per esempio. Per essere un campione infatti si deve "mangiar i'foco" come si dice a Firenze, bisogna insomma dedicarsi con profondissimo e sacrosanto egoismo soltanto a se stessi per tanti tanti anni.
A questo punto capirete che io da subito mi dichiaro ben lontano dalla descrizione dell'insegnante ideale. Ho i miei limiti e lo scrivo di frequente, senza mai nasconderli. Una cosa però posso vantarmela: non dico bugie. Se dico sciocchezze le dico solo in buona fede, dopo TANTO studio e riflessione sopra.
Voi giudicate con la vostra di testa, non con la mia.