venerdì, dicembre 16, 2011



IL VERO SAMURAI BIANCO
PRIMA DEI GRACIE E DI TOM CRUISE


Chi tra i marzialofili non si è gasato nel vedere l'holliwodiano "Ultimo samurai"? Persino il pisserissimo Tom scintilla, insomma un filmone. 

Un qualcosa di struggente ci intrappola seguendo la trama, l'irresistibile fascino di una civiltà basata sull'onore, sulla spada e sul Jiu Jitsu. I buoni sono coraggiosi, virili e preferiscono la morte al disonore. Ah il Giappone feudale, sospirano i più esterofili (di solito fossiliani kataisti fanatici), SOLO LORO sapevano combattere..!

Errore! La storia non è del tutto inventata, si tratta della fusione della rivolta del nobile Saigo Sakamori e della sua cavalcata suicida contro le mitragliatrici con l'incredibile vicenda del più pertinace difensore dell'antico ordine samurai: un guerriero..europeo.

L'ultimo samurai in verità si chiamava Jules Brunet e si oppose alla fazione imperiale (riformatrice e occidentalista). Giunto a capo di una missione militare inviata da Napoleone III, l'ufficiale si innamorò della cultura nipponica e delle sue discipline marziali e al momento del 'tradimento' del sovrano Meiji, abbandonò l'armee e si unì ai difensori dell'antico ordine sotto la bandiera evanescente dello shogun

Brunet con un manipolo di arditi franzosi organizzò dei corpi speciali efficacissimi, e dalla zona della capitale li transitarono a settentrione dell'arcipelago. Riuscirono in dei colpi di mano incredibili, fino a guidare la secessione di Hokkaido e la creazione di una repubblica indipendente nell'isola settentrionale. 

Gli imperiali sbarcarono un esercito enorme per la reconquista e i franco-nipponici, soli contro tutti, combatterono fino all'ultimo; naturalmente persero quando finirono 100 vs 1. Jules Brunet salvò la ghirba per un pelo e rientrò in patria, dove fu accolto nuovamente nell'esercito e si congedò col grado di generale; oggi a casa sua nessuno sa chi fu.

Questa affascinante storia, parecchio più emozionante della trama del film, ci riporta a un'epoca in cui guerrieri europei -moderni ma ancora solidi- e asiatici -in crisi ma ancora solidi- si scambiarono maestria nel campo del combattimento e mantennero vivo lo spirito del confronto mortifero et onorevole. Sui fili delle missioni internazionali viaggiò anche l'arte marziale e coi cacciatorpedinieri sbarcò in Occidente anche l'arte suave.

Onore a lei, monsieur general Brunet e OSU.








2 commenti:

Simone ha detto...

Questa storia mi affascina come non mai e non c'è nulla di più bello della realtà, quella fatta dalla storia e non dalla fantasia, che seppur bella, rimane un esempio evanescente a differenza dei fatti reali sui quali possiamo dire :- Ce la posso fare anche io.

OSU

Aldo ha detto...

questa storia è fantastica.