I LIMITI DEL JIU JITSU
Un fatto tra i più detestabili dell'infervoramento settario riscontrabile nei fossilisti pseudomarzialoidi, è la prosciuttaggine oculare assoluta con cui decantano la loro arte, unica&sola in saecula seculorum, sempre secondo loro.
E il loro stile va bene anche per cucinare e vincere a scacchi, e sono capaci d'insegnarti qualunque abilità fisica esistente etc etc. Buffoni.
Il limite per i Romani era una pietra sacra al Dio Terminus ed era sacrilegio spostarla. Quindi per il più saggio e marziale di tutti i popoli i limiti erano cosa buona&giusta. Uhmm..occorre rifletterci un attimino su 'sta cosa, no?
Il limite o termine è ciò che dà una forma, come la il vetro della bottiglia consente al vuoto da essa raccolto di contenere il liquido. Ciò che non ha limite è informe, ciò che è informe è brutto/stupido/inutile.
Il concetto di limite in senso filosofico si può appaiare a quello del traguardo per il maratoneta: è ciò a cui si mira per raggiungerlo e di slancio superarlo. Non c'è corsa possibile senza arrivo, non c'è forma senza limite.
Il Jiu Jitsu stile Brasiliano o da combattimento che facciamo noi, cioè l'unico davvero tradizionale, ha dei bei grossi limiti, e per fortuna. Chi non ha termini (di paragone) è come fumo che si disperde nell'aria, effimero e quasi impalpabile. In buona sostanza capire i propri limiti è l'unica maniera per andare oltre.
Io credo fortemente che il BJJ sia l'arte da combattimento più realistica e testata in assoluto, e ho la prova provata che qualunque vero esperto è assai pericoloso per chicchessia, anche molto versato in altre discipline. Il BJJ è nato e si è evoluto al solo scopo dell'efficacia in combattimento, a differenza di altre metodiche che -nonostante le loro roboanti affermazioni tuttologiche- in realtà non servono a un beneamato piffero. Già questo è un limite, signori. Serve per combattere, non per diventar simil-ballerini o controfigure di Jackie Chan!
Il BJJ ha compreso che scambiare colpi con un avversario più grande e aggressivo è -in base alla natura delle leggi della fisica e dell'anatomia umana- perdente e quindi mira a comprimere la distanza e trascinare in nemico al suolo in qualunque modo. Altro limite. Qualche atemi (percussione) è insegnato ma è roba molto grezza, e anche il lavoro di lotta in piedi non ha quella super-specializzazione di chi fa solo quello.
Il Jiu Jitsu è stato ideato per rendere il minutino capace di sconfiggere un omone e quindi non fa affidamento sulla forza pura, i cui metodi di sviluppo sono quindi ignorati dai lutadores puri. Limite.
La nostra arte suave è intesa per il combattimento disarmato, quindi non roteiamo bastoni o coltellacci. Limite.
Ordunque, ora s'alza il nerd brufoloso, che impara su iutiubb e con alterigia pontifica: "Io pratico infatti lo stile XYZ di gitcundò cravmagda strit fait e noi facciamo TUTTO: pugni, calci, lotta, armi, fucile mitragliatore, guida in stato d'ebbrezza etc. Non abbiamo limiti..". Bravo coglione! Chi non ha limiti non ha nulla, è informe, gioca a mescolare i minestroni vestito in mimetica, se la suona e se la canta: inutilità totale.
Se non hai limite non hai qualità, non sei specializzato in nulla e sei un tuttologo, un chiacchierone marziale che messo davanti a un vero combattimento (MMA o anche luta casada) si tirerà sempre indietro.
Quando un mio allievo baldanzoso mi parla di voler combattere, io per prima cosa gli chiedo: "Hai 3 ore al giorno per allenarti, 5-6-volte a settimana?". Sì perché già è difficile imparare il solo Jiu Jitsu, figuriamoci integrare 2 o 3 altre modalità e la relativa preparazione fisica. Insomma, io i ragazzi al macello non ce li mando e preferisco che sviluppino la famosa base forte.
Ritornando al ragionamento centrale, ogni metodologia valida è frutto di specializzazione (mettere dei limiti funzionali). Prima di poter superare un limite bisogna arrivarci di presso, e quindi serve molta dedizione nel metodo scelto, specie un'arte così poliedrica e tecnica quale è il BJJ.
Piccolo schema:
1° Limite: striking. Risorsa: Pugilato, Muay Thai
2° L: lotta in piedi. R: Lotta Olimpica Stile Libero
3° L: armi. R: Escrima Dog Brothers
4° L: preparazione fisica. R: Crossfit
S'intende l'uso di codeste metodologie non l'arraffazzonare un guazzabuglio a casaccio improvvisandosi, ma l'integrarle in maniera intelligente alla propria, rivolgendosi a coach professionisti che mandano avanti corsi seri, ove si pratica agonismo con regolarità.
Sarà che io mi sento così tanti limiti miei personali addosso e li verifico con precisione tutte le volte che ho a che fare con combattenti di vaglia -che si baloccano con me e mi rivoltano come un calzino- da non riuscire proprio a concepire la cieca ottusità di coloro i quali s'immaginano d'esserne privi. Il limite è sano, insegna a non perdersi in voli di fantasia e ci mostra là dove dobbiamo migliorare.
Chiudo ribadendo che non è obbligatorio né necessario integrare alcunché, la scelta è libera, e tali sono le profondità del BJJ che più spesso che no la fregola del tuttologo è assai dannosa. E' invece legge avere coscienza di sé e rimanere intellettualmente onesti, stimando la propria arte come soggettivamente la migliore per noi ma al contempo consapevoli di cosa NON è, lucidi che Superman è un fumetto e con Batman sta bene al cinema. Saluti e buona pratica, amici.
Ritornando al ragionamento centrale, ogni metodologia valida è frutto di specializzazione (mettere dei limiti funzionali). Prima di poter superare un limite bisogna arrivarci di presso, e quindi serve molta dedizione nel metodo scelto, specie un'arte così poliedrica e tecnica quale è il BJJ.
Piccolo schema:
1° Limite: striking. Risorsa: Pugilato, Muay Thai
2° L: lotta in piedi. R: Lotta Olimpica Stile Libero
3° L: armi. R: Escrima Dog Brothers
4° L: preparazione fisica. R: Crossfit
S'intende l'uso di codeste metodologie non l'arraffazzonare un guazzabuglio a casaccio improvvisandosi, ma l'integrarle in maniera intelligente alla propria, rivolgendosi a coach professionisti che mandano avanti corsi seri, ove si pratica agonismo con regolarità.
Sarà che io mi sento così tanti limiti miei personali addosso e li verifico con precisione tutte le volte che ho a che fare con combattenti di vaglia -che si baloccano con me e mi rivoltano come un calzino- da non riuscire proprio a concepire la cieca ottusità di coloro i quali s'immaginano d'esserne privi. Il limite è sano, insegna a non perdersi in voli di fantasia e ci mostra là dove dobbiamo migliorare.
Chiudo ribadendo che non è obbligatorio né necessario integrare alcunché, la scelta è libera, e tali sono le profondità del BJJ che più spesso che no la fregola del tuttologo è assai dannosa. E' invece legge avere coscienza di sé e rimanere intellettualmente onesti, stimando la propria arte come soggettivamente la migliore per noi ma al contempo consapevoli di cosa NON è, lucidi che Superman è un fumetto e con Batman sta bene al cinema. Saluti e buona pratica, amici.