giovedì, ottobre 26, 2006


ASHTANGA YOGA, FINALMENTE
Già anni or sono, Federico mi parlava delle magiche proprietà di questo 'strong' yoga rilevate dai pro brasiliani di BJJ.
Oltre al celeberrimo Rickson, molti specialsiti del calibro di Roleta e Schembri ne sono dei veri patiti, e pure Fede me ne descriveva le doti da lui personalmente riscontrate.
Fatto sta che per anni l'ho cercato in città, incontrandone versioni annacquate da bandiera della pace, finché il Destino ha voluto che nella palestra dove io insgeno, la Budokan di Firenze, sia venuto a insegnare proprio Ashtanga un simpatico istruttore a nome Daniele.
Sarà che mi casca a pennello prima della lezione pomeridiana, sarà che non pago, alla fine mi sono davvero innamorato di questo yoga assai duro. L'Ashtanga infatti non contempla (per quello che ho potuto vedere io almeno) tutta quella meditazione seduta e quella soft attitude che fa molto signore permanentate dei sobborghi chic, ma si concentra su una estenuante e ininterrotta routine di pose (asana) delle più difficili, col risultato di stancare assai e di far sudare a litri per 90 lunghi minuti.
Ho idea che i simpatici brasiliani l'avessero azzeccata in pieno anche stavolta, visto che lo yoga di questo tipo permette di coniugare alle esperienze dinamiche (ma, ahinoi, un po' infortunose) del BJJ l'elasticità delle asana e il loro potere medicamentoso su tutta la persona, con in primo piano la schiena, tanto vessata dal nostro buon rotolarsi sulla materassina. E' inoltre un allenamento serio e concreto, che ho idea permetta di acquisire una certa 'leggerezza' anche mentale nel lungo periodo, collegata alla rinvigorita capacità di controllo del respiro, pur evitando di pronunciarmi perentoriamente sull'argomento visto il livello di neofita in cui mi trovo.
Non posso che consigliare a tutti i praticanti di SDC di farsi un bel giro di Ashtanga con un vero esperto.

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