PAROLE D'ETERNO ORGOGLIO ITALICO
« Exaudi, regina tui pulcherrima mundi, inter sidereos, Roma, recepta polos; exaudi, genetrix hominum genetrixque deorum: Non procul a caelo per tua templa sumus.
Te canimus semperque, sinent dum fata, canemus: Sospes nemo potest immemor esse tui. Obruerint citius scelerata oblivia solem quam tuus e nostro corde recedat honos.
Nam solis radiis aequalia munera tendis, qua circumfusus fluctuat Oceanus; volitur ipse tibi, qui continet omnia, Phoebus eque tuis ortos in tua condit equos.
Te non flammigeris Libye tardavit arenis; non armata suo reppulit ursa gelu: Quantum vitalis natura tetendit in axes, tantum virtuti pervia terrae tuae.
Fecisti patriam diversis gentibus unam; profuit iniustis te dominante capi; dumque offers victis proprii consortia iuris, Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »
(trad.IT)
« Del tuo mondo bellissima regina, o Roma, ascolta; o Roma, nell’empireo ciel accolta madre, non pur degli uomini ma d’ celesti.
Noi siam presso al cielo per i templi tuoi.
Ore te, quindi cantisi sempre, finché si viva; dimenticarti e vivere chi mai potrebbe, o diva? Prima del sole negli uomini vanisca ogni memoria, che il ricordo, nel cuor, della tua gloria.
Già, come il sol risplendere per tutto, ognor, tu sai.
Dovunque il vasto Oceano ondeggia, ivi tu vai. Febo che tutto domina si volge a te: da sponde romane muove, e nel tuo mar s’asconde.
Co’ suoi deserti Libia non t’arrestò la corsa; non ti respinse il gelido vallo che cinge l’Orsa; quanto paese agli uomini vital, Natura diede, tanta è la terra che pugnar ti vede.
Desti una patria ai popoli dispersi in cento luoghi: furon ventura ai barbari le tue vittorie e i gioghi; ché del tuo diritto ai sudditi mentre il consorzio appresti, di tutto il mondo una città facesti. »
Claudio Rutilio Namaziano
DE REDITU SUO, libro primo
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