"La verità attraversa sempre tre fasi. Dapprima viene ridicolizzata. Poi violentemente contestata. Infine accettata come una cosa ovvia." (A. Schopenhauer)
giovedì, gennaio 31, 2008
martedì, gennaio 29, 2008
Ancora non so il medagliere con precisione, ma sono metalli pesanti i nostri. Mezzokg oro nelle viola, Fede argento in finale vs Canudo nelle nere-master, Sandrino argento nelle marroni meiodpesado, Iuliano bronzo e tanti altri.
Nel tripudio generale vi segnalo una delle più importanti vittoria della storia del BJJ puramente italiano, la strasplendida ganzata del "Pittbull" milanese Andrea Baggio, oro nel durissimo torneo delle marroni master Il suggello di questa vittoria storica è stata la cintura nera presa sul podio.
Onore e gloria a questo bravo ragazzo dal sangue caldo, lottatore stoico e maestro raffinato del nostro amato jiu-jitsu. il Mundial ti aspetta, Andè, daje!
venerdì, gennaio 25, 2008
Credo di aver già scritto un centinaio di articoli, e tradotti dozzine, per spiegare le ragioni dell’alta efficienza del Brazilian Jiu-Jitsu in combattimento.
Mi pare di aver sottolineato almeno un biliardino di volte che il combattimento totale è composto di tecniche di percussione e di grappling, e di averne motivato allo sfinimento il perché.
Ho delucidato i neofiti sull’essenziale importanza dell’agonismo, del randori quotidiano in palestra e della preparazione fisica di tipo agonistico.
Ho contribuito a dissipare i dubbi che sorgono sulla parentela del BJJ col Judo, il cosiddetto Ju Jutsu ‘tradizionale’ e altri stili basati sul corpo a corpo, nipponici o meno.
Mi sono prodigato per l’adozione anche da parte di altre AM/SdC di alcune metodiche tipiche del BJJ, in quanto molto produttive per codeste arti pur così diverse nei metodi e nei fini, e dimostrando sempre in prima persona il perché.
Sono stato ben criticato per aver del BJJ mostrato i naturali limiti e empasse tecniche, dal basso della mia modesta persona.
Ho dato mediaticamente il sangue su internet per far avere alle MMA il riconoscimento che meritano, e così ai suoi professionisti.
Insomma, qualcosina ho detto e fatto sul BJJ e argomenti correlati, no? Ora però vorrei tornare alla fonte, ai Gracie e alla loro snobistica grandezza.
Mi riferisco alla prima e seconda generazione di questa famiglia, a Carlos ed Helio, fino a Carlson, al BJJ vecchia maniera.
Questi signori hanno permesso che il mondo venisse a contatto con una mentalità e tecnica marziale molto peculiare, emerse da una particolarissima serie di circostanze irripetibili.
Oggigiorno si è giunti alla totale demistificazione –potenziale almeno- delle arti marziali solo tramite le MMA, cioè la verifica sperimentale delle asserzioni in campo marziale. E lo dobbiamo solo ai Gracie, alla loro abilità e avidità di successo, senza le quali il vicolo cieco in cui erano finite le arti sarebbe ancora più orbo.
Per capire la validità o meno di qualcosa si deve per forza testarla, e farlo in maniera ripetuta e analitica. Le MMA stanno alle AM come Galielo Galieli sta alla storia del pensiero scientifico. Dunque, con la diffusione di internet i miti marziali si sono infranti e nonostante le ‘vecchie’ arti inefficaci siamo ancora tutte lì, la misura dell’efficacia in combattimento per fortuna non appartiene più alla cinematografia o ai racconti da spogliatoio.
La relazione è perciò questa: Gracie = nuova era delle AM/SdC, senza di loro e della loro arte nulla sarebbe stato uguale. Al di là della simpatia che si possa provare o meno per gli esponenti di questa famiglia brasiliana e per il BJJ in sé, i dati sono inoppugnabili.
Chi faccia un passo indietro con la storia si può domandare come facessero ‘sti Gracie a imporre così tanto la loro arte su esponenti pur fortissimi di stili efficaci, oggi anch’essi parte delle MMA. In fondo anche il sottoscritto sa benissimo come sia difficile aver a che fare con un forte pugile o wrestler, e l’ha detto tante di quelle volte..! Ebbene, bisogna considerare un assunto teorico del BJJ oggi un po’ sottovalutato: “Il 90% dei combattimenti finisce al suolo!”
Molti, incoraggiati anche dall’ottima “rimonta” degli striker nei circuiti principali di MMA considerano questo teorema una semplice boutade propagandistica dei Gracie sulle sottomissioni etc. Il fatto è che questa asserzione va riformulata e meglio spiegata. Io direi: “ Il 90% dei combattimenti vede uno dei contendenti arrendersi o andare KO una volta toccato il pavimento, per via di una spinta, colpo, caduta involontaria o proiezione”. Quindi il BJJ osserva semplicemente che, eccetto quegli scontri in cui entrambi rimangono in piedi e si allontanano, tutti gli altri match finiscono come tempo a terra. Anche un KO su diretto dx vede il malcapitato andare ‘per le terre’, è superovvio.
Posto che nel caso di un’aggressione in strada il primo colpo spetta all’attaccante, è stato statisticamente osservato che, complici tutti gli ostacoli del terreno, anche forti striker durante le risse vanno al suolo contro la loro volontà. Ad ancora maggior ragione una persona media, priva di strabilianti doti atletiche e di pugno fulminante, avrà moltissime possibilità di vedersi ruzzolato per terra in una rissa.
Partendo da queste semplici statistiche, si capirà presto che per quanto ogni scontro inizi in piedi, la sua fase più delicata sarà dopo, al suolo. Concentrandosi su quell’aspetto i Gracie memori di Maeda poterono così specializzarsi in quella dimensione dello scontro che più di tutte consente di cogliere la vittoria, per via della sua maggiore rilevanza, che ciò piaccia o meno.
Io penso che Carlos Gracie, il vero fondatore del BJJ, si fosse reso conto dell’importanza assoluta della Forza di Gravità e si fosse anche messo a fare e osservare centinaia di risse. La mentalità e la tecnica che Maeda gli trasmise lui le portò al massimo grado di efficacia, le rinnovò e traghettò migliorate al nuovo secolo.
Faccio notare una cosa IMPORTANTISSIMA. Il BJJ ha un arsenale piuttosto povero di proiezioni, prediligendo un mix di Judo-base e tuffi sulle gambe di stampo liberistico. In uno scontro MMA l’avversario avrà sempre e cmq la tecnica per difendere gli atterramenti, e se li aspetterà anche, ma in uno scontro da strada la prima opzione resta sempre la fuga, dunque a parte ciò i casi sono 2:
1) sono finito a terra comunque, per superiore abilità del nemico , errore etc.
2) l’avversario mi carica con i colpi
Nel secondo caso tutto avviene rapidissimamente, ed è l’avversario a scegliere il tempo, perché se ne abbiamo l’occasione fuggiamo e non stiamo a scambiare con lui. Al momento che l’aggressore ha scagliato un colpo possono avvenire solo 3 cose:
a) mi colpisce e vado al suolo, quindi sono al caso 2 di cui sopra
b) non mi colpisce per nulla e posso fuggire (1 opzione sempre)
c) ho un millisecondo per scagliare un colpo di sbarramento o abbozzare una parata efficace.
La maggior parte delle AM sceglie di concentrasi su una improbabile reazione di striking dopo un colpo ricevuto, ma ciò –seppur interessante- è come abbiamo visto statisticamente poco utile in caso di scontro reale con avversario più potente e aggressivo.
La situazione C è quella in cui il nemico si sbilanciato in avanti, con un vero affondo deciso. A quel punto un praticante di BJJ sfrutta ampiamente la sua energia cinetica per colpire/parare e prenderlo alle gambe o in cintura-base e trascinarlo letteralmente al suolo. Qui sarà imperativo concentrarsi sulla gerarchia di posizionamento, già descritta 1000 volte. Ricordo che lottare al suolo è un’abilità strettamente tecnica perché usa stimoli e catene cinetiche del tutto diverse da quelli della stazione eretta, un praticante di BJJ sarà cioè mille volte avvantaggiato rispetto al suo non-edotto nemico (molto di più di qualunque striker in una rissa) e lo svantaggio in termini di massa muscolare e forza si sentirà assai meno.
Letto così il Teorema del 90% appare inattaccabile. Il BJJ è un’arte marziale efficientissima, provata in tutti i contesti di scontro reale, ed una delle poche che adotta una strategia davvero innovativa rispetto al panorma degli stili sul mercato. Ciò non toglie che abbia i suoi limiti e che questi debbano essere eventualmente superati rivolgendosi a quelle arti funzionali le quali si sono specializzate nelle altre fasi del combattimento, cioè in pratica facendo MMA: imparare le Magic Four in contesti specializzati, con coach e sparring partner specialisti per poi unire e trascendere tutte le modalità.
martedì, gennaio 22, 2008
Se mi chiedessero:
"Mario, qual'è per te la vita da sogno? Se potessi, quale sarebbe il lavoro migliore e davvero gratificante da fare? In che modo lo vedi realizzato al massimo?"
Io risponderei che per certe nature umane l'unica vita davvero che valga la pena di essere vissuta è quella che la natura intima di certi uomini la realizza in pieno, essere cioè guerrieri di professione. Visto che la guerra moderna, coi gas e le bombe da 5000 mt. è vile et codarda, rimane l'unica opzione del combattente di professione. Per il sottoscritto, ben lo sapete, il vero combattente oggidì è quello di MMA, colui che allena tutte le modalità funzionali e le trascende, il vero artista marziale.
Vita da sogno è realizzare se stessi, crescere ogni giorno all'interno della propria vocazione e per un combattente stare a una scrivania non lo gratificherà mai al 100%, sprecando in un certo modo (in parte almeno) la sua venuta su questo mondo.
Di questi tempi fare il combattente è davvero difficile, specie per gli italiani, e permettersi una bella vita -non la grama china del buttafuori/palestricolo con le pezze al culo- risulta per tutti un sogno. Nle video c'è chi ce l'ha fatta: Alessio Sakara, unico connazionale passato al VERO professionismo con la sua entrata all' American Top Team. Alessione core de Roma merita con tutto il cuore questa chance, è un bravo ragazzo e un duro del ring, gli auguro tutto il bene del mondo.
Il video che vado a postare è girato per l'appunto all'ATT. Mostra in pratica una location straordinaria, una palestra di pro che si allenano seguitissimi, col massimo impegno e con i mezzi economici che meritano (seppur ancora troppo lontani da certi altri sportivi).
Vedere questi ragazzi incredibili stare insieme a sudare, imparare mille cose ogni giorno nello splendore della vita del combattente, mi commuove profondamente. Guardo loro e penso che quella meravigliosa sala, quella congrega di fighters, quegli allenatori -e quei contratti in tasca -sono il vero sogno che avrei voluto vivere io.
A chi menziona le asprezze e umane ingiustizie di quell'ambiente io rispondo che le bassezze e le miserie squallide di tutti gli ambienti professionali plebei e borghesi sono milioni di volte peggiori. Stare a spalare ferro in fabbrica o a leccare culi in ufficio ha tutti gli orrori del professionismo MMA moltiplicato per X volte, senza nessun vantaggio ai miei occhi. Le professioni contemporanee ti rubano l'anima, giorno dopo giorno se sei un borghese, figuriamoci un combattente dentro!
lunedì, gennaio 21, 2008
martedì, gennaio 15, 2008
venerdì, gennaio 04, 2008
Scorrazzando per il Tubo ho clamorosamente scoperto l'ennesimo mio allievo (in attività o ex) che si fa ganzo con le cose "mie" ma senza citarmi.
Qui un Professor professionista di Capoeira impiega il Jiu-Jitsu centurionico a manetta in una roda un po'..'sgarzolina.
Pedrinho,ragazzaccio!Mai che tu passi a salutare il tuo insegnante di BJJ, sempre a caccia di gonnelle!
http://youtube.com/watch?v=q-G8J6oxggs