Gioca Jiu-Jitsu
di Francesco Braccini
istruttore di Jiu Jitsu - Team Centurion
Sono nato e cresciuto a Compiobbi, un piccolo paesino appena fuori Firenze, dove le uniche possibilità di aggregazione sono rappresentate dalla parrocchia, dalla casa del popolo e dalla locale società di calcio. Nonostante le limitate alternative, ritengo di essere cresciuto serenamente ma con la voglia di offrire ai bambini e ragazzi del posto un’alternativa di aggregazione e di sviluppo diversa da quelle già presenti.
Questo desiderio, grazie al supporto tecnico e morale dei miei istruttori, Mario Puccioni e Federico Tisi, si è potuto realizzare.
Il 20 settembre 2010 ho iniziato il secondo anno di insegnamento del Jiu-Jitsu in stile brasiliano a bambini di età compresa tra 5 e 13 anni: Il “Gioca Jiu-Jitsu”.
Non nascondo le prime difficoltà dovute principalmente all’approccio didattico; pertanto, ai preziosi consigli dei miei istruttori, si è aggiunto lo studio di testi pedagogici e sportivi, principalmente riferiti a sport affini, come la Lotta olimpica e il Judo.
Attraverso lo studio prima e la pratica dell’insegnamento poi, ho potuto avere conferma di ciò che ho sempre ritenuto veritiero: la prima forma di conoscenza, per il bambino è il corpo; attraverso di esso il bambino comincia ad apprendere ed esplorare il mondo esterno.
Mediante il contatto fisico s’instaura un clima favorevole per lo sviluppo delle funzioni sociali, educative e fisiche. In particolare, le funzioni sociali vengono sviluppate mediante la comunicazione fisica, ovvero, con il “contatto fisico“, stimolante e tranquillizzante, che riporta al grembo materno, esso concorre alla maggiore conoscenza di se stessi e dell’ altro.
Le funzioni educative sono stimolate principalmente grazie al rispetto di un regolamento e di un comportamento corretto da tenere in palestra, inoltre, mediante il superamento di ostacoli e difficoltà sempre crescenti, espressi attraverso giochi di contatto, viene fornito un notevole contributo all’aumento dell’auto-stima e allo scarico dell’aggressività.
Le funzioni fisiche vengono migliorate attraverso giochi tematici mirati ad aumentare le capacità coordinative, motorie e condizionali.
L’apprendimento, che avviene sempre attraverso la comunicazione, ha come precondizione un linguaggio condiviso; nei bambini da 0 a 11 anni il linguaggio maggiormente condiviso è quello corporeo, legato alla logica dell’imitare, ripetere e mimare.
In questa ottica gli sport di contatto quali il Jiu-Jitsu in stile brasiliano hanno sicuramente una incidenza superiore degli altri nella capacità formativa della personalità.
Attraverso i “giochi di lotta” si può concorrere alla formazione di una personalità equilibrata che permette il pieno sviluppo dell’individuo, nella consapevolezza dei propri limiti e nel rispetto delle regole.
Nella società contemporanea (almeno in Italia) queste esperienze motorie sono spesso negate ai bambini, per paura o iper-protezione dei genitori, la cui cultura sportiva è, nella maggior parte dei casi, condizionata dalla cultura dominante. Da anni i mezzi di comunicazione di massa condizionano pesantemente la percezione della realtà (e non solo di quella sportiva), rappresentandoci solo quegli aspetti di una realtà, complessa e multiforme, che concorrono a mantenere vivo questo sistema di “non valori”. Questo avviene anche in abito sportivo dove, quasi da solo, il gioco del calcio monopolizza la “notizia”, principale strumento per la formazione/manipolazione dell’opinione pubblica.
A tal proposito, invito, chi non lo avesse già fatto, a riflettere sulle funzioni sociali dello sport:
“ Tutti gli sport di contatto e di situazione, se sono proposti in modo corretto non esaltano, non stimolano la violenza ma al contrario portano alla consapevolezza del pericolo, al controllo dell’aggressività e al rispetto delle regole” (da ricerca “ Giochi di combattimento” di Z.Gioiella e B.Sigg. –Docenti di E.F. Politecnico Federale di Zurigo).
In questa società virtuale, spesso carica di stereotipi violenti, un giusto approccio agli sport da combattimento contribuisce al benessere del corpo e della mente; favorendo l’emancipazione individuale concorre a prevenire il disagio giovanile.
Per me è un piacere impagabile trascorrere del tempo in compagnia di bambini; consapevole del beneficio formativo offerto loro dalla pratica del Jiu-Jitsu, voglio ringraziali perché ogni lezione mi permette di non dimenticare, i valori della spontaneità, del rispetto e della lealtà, che si manifestano nello stare insieme attraverso un’ attività ludica semplice e costruttiva.