venerdì, gennaio 07, 2011


"A TERRA NON CI VOGLIO ANDARE PER STRADA!"



Eh già..logica cristallina sarebbe da dire: siccome NON VUOI quindi non ti capita, perché si sa che i nostri desideri si avverano sempre... A questo punto dunque varrebbe la pena di non studiare per nulla né schivate né parate, che tutti vorremmo colpire senza errori dritto e distruttivi al primo pugno!

Ennò, none.

Al suolo almeno uno dei due contendenti ci finisce comunque quasi sempre, diciamo il 90% delle volte. Nel restante 10% sono comprese tutte quelle situazioni in cui il contatto è stato 'lisciato' oppure uno o più colpi son stati messi a segno ma entrambi si ritirano senza aver accusato atterramenti voluti o casuali.

Sarebbe l'ora di finirla con quella mistica bruceleeiana così anni '70 delle cavolate illusorie e tornare alla logica: in caso di vero confronto fisico è OVVIO che la cosa migliore è evitare la lite, allontanarsi. Quindi dò per scontato che qualunque essere senziente (i tradizionaloidi fossili o modernissimi spesso non appartengono a questa categoria, avendo gettato il cervello all'ammasso) voglia evitare di farsi mettere le mani addosso e di subire danni. Indi per cui la prima fase -quella dove inizia l'alterco- è principale solo per scaletta, ma chiaramente la meno pericolosa: se ho mobilità posso e devo distanziarmi velocemente dal cerca guai nel mentre che gli scaglio addosso mobilia e suppellettili o urlo richiamando aiuto.

Quand'è che combattere diventa inevitabile? Quando sono già stato colpito e spintonato al suolo.

Se in quel caso l'avversario è ancora lontano dal mettersi sopra di me, devo sapermi rialzare in fretta da terra, ma se mi è piombato addosso ne subirò tutto il peso superiore e la forza. Imperativo è conoscere la lotta in piedi (fase precedente, la n°2), indi cercare di rompere il ponte e scappare, o proiettare e poi fuggire, ritornando alla mobilità della 1a fase, LA MENO RISCHIOSA. La terza fase del combattimento disarmato -lotta al suolo- è la più cruciale, il combattimento non può più essere evitato con la diplomazia o la fuga (fase 1) e nemmeno resistendo ai suoi indesiderati abbracci (fase2) ed è lampante che si dovrebbe cominciare a istruire gli allievi da questo punto, quello dove la loro incolumità è a rischio gravissimo, e non dalla fase libera in piedi cioè quando invece lo è molto molto meno. Esercizi e tecniche per coprire queste 2 prime fasi sono patrimonio del Jiu Jitsu, che però si specializza sulla "ultima scena del crimine" per ovvie ragioni di utilità.

Aggiungo una considerazione di ordine psicologico. ll bisogno di autoaffermazione ci porta invariabilmente a considerarci l'eroe delle nostre fantasie, il superhero che sconfigge i cattivi, il duro che squadra il cattivaccio psicopatico altro 2m e 50 con una mazza ferrata in mano, approcciandolo alla Rocky Balboa, per poi farlo fuori con la mitica tecnica di arti marziali. E' comune, è umano. Ecco un'altro motivo che probabilmente porta la stragranparte degli stili a prendere in considerazione solo lo striking nella 1a fase, quella meno pericolosa nella vera difesa della salute, per il fatto che maestri e allievi si calano sempre e solo nella parte del vincitore a oltranza. E' comune, è umano, ma non è intelligente né realistico ignorare i fatti. La 2a fase è trattata solo da Lotta, Judo e loro derivati oltre ovviamente al BJJ, una manciata di metodi contro le migliaia di stili di striking, mentre la 3a fase è in pratica patrimonio quasi esclusivo dell'arte suave perché lottare (in piedi e a terra) NON è spettacolare e non soddisfa in nessun modo le richieste del nostro piccolo Batman interiore.

Scambiare i propri desideri ed ossessioni per realtà è il trademark di chi il combattimento non lo ha mai provato e insegna ad altri le sue fantasticherie. Il vortice in cui si precipita il praticante di arti illusorie è assai pericoloso, e non tanto (o non solo) per le illusioni sulla sua efficacia in azione che gli ficcano nella capa: è una scuola di menzogna. Intendiamoci, in sé non c'è assolutamente nulla di male a eseguire un taolu dell' Hung Gar o la camminata lenta del Tai Chi, per fare degli esempi tra mille, mentre è distruttivo per la coscienza mentire (o la buona fede dell'infervorato) e affermare/vendere/insegnare queste pratiche per quello che oggettivamente non sono, facendo leva sull' ignoranza e dabbenaggine del pubblico.

Un'arte da combattimento funzionale si basa sulla constatazione che chi ci aggredisce è di solito più grosso e arrabbiato e abituato alla lite, e con il vantaggio di partire per primo. In queste condizioni -quelle della vita vera e non dei film di supereroi- è seriamente difficile reagire con movimenti fulminanti e colpi da Ko, seppur certo non impossibile. Diciamo che anche il meglio preparato degli striker -se preso di sorpresa da uno molto più grosso di lui- sa benissimo che evitare il corpo a corpo sarà caso raro, ma che importa..in fondo è facile che ci aggredisca un nanerottolo minutino la metà di noi, dopo avercelo comunicato il giorno prima per sms...

Son fiducioso che sia sia capito il succo: quando uno vi taglia la strada in auto e vi fa cenno di scendere, o il prepotente al bar che ti dice di andare fuori etc NON sono situazioni di 'difesa personale' ma solo scontro testosteronico tra gli ego ingigantiti dei contendenti. Sono situazioni del tutto evitabili, quindi per definizione non pericolose di per sé. Non farò il santarellino: chi mi conosce sa che non mi garba scappare e quindi sono il primo a dare il cattivo esempio mettendomi con le mie mani nei casini per il voler chiedere conto alla gente della sua maleducazione, però lo ammetto. Anni e anni di SdC, security professionale e risse mi hanno ben illuminato su cosa so e cosa NON so fare, vedo i miei limiti e riesco a mantenere la capoccia fresca quasi sempre. Un tentativo di stupro o una rapina a mano armata sono altro.

L'abitudine costante allo sparring lottatorio e/o percussivo contro avversari non collaborativi ed esperti, unita all'agonismo, è l'UNICA MANIERA per forgiare dentro di noi la reale convinzione di avere una tecnica che funzioni, questa è una verità inossidabile. La Via della Forza passa per tanti lividi, occhi neri e orecchie attorcigliate, figuracce davanti agli amici e al pubblico osservante, SENZA ECCEZIONI di sorta: il bisogno di verità che affiora nel realista marziale è intrinseco alla sua ricerca dell'efficacia. Il continuo mettersi alla prova, perdendo spesso e abituandosi progressivamente sia alla pressione fisico-atletica di gente che spinge forte e con abilità pratica, sia a quella psicologica è il modo per imparare a combattere. La difesa personale è indefinibile e in fondo non esiste la maniera di catalogarla veramente, si può imparare a combattere e sperare di riuscire a rimanere calmi sul momento, gestendo la situazione tramite la freddezza di nervi appresa sotto stress tecnico/agonistico.

Restare calmi, ecco il segreto.
Il combattimento finisce al suolo 9 volte su 10, colpo o spinta subìta che ne sia la causa. E' del tutto lapalissiano che contro più avversari NON si cercherà certo il doubleleg seguito da armbar..iddiosignoredelcielo...ma è altrettanto OVVIO che contro molteplici assalitori l'unica possibile soluzione è la FUGA menando mazzate alla bell'e meglio (e qui stravince la Boxe); cari signori tradizionaloidi che non siete in grado di battere UN solo assalitore ben preparato nella serena atmosfera agonistica di una gabbia/ring, quand'è che la smettete di affermare che ne potreste però battere parecchi insieme agli scompensi da adrenalina per la vita in palio ?? BASTAAAAAAAA!!!

Lo capisce anche un bimbo spastico che messi davanti a un orda inferocita l'ultimo posto dove si deve finire è al suolo, ma che è lì che ci buttano gli altri, oh maremmaladra! Sono i grapplers cioè i LOTTATORI, quelli abili a scrollarsi di dosso la gente che li pressa, proiettando e sfuggendo, i più avvantaggiati naturalmente. Lo striker medio è già in difficoltà serissima quando gli entra senza voler scambiare il singolo tracagnotto stile rugbista per placcarlo e metterlo sotto, figuriamoci se gli arrivano 4 persone da quattro angoli differenti: ciao. Chi sa lottare "eviterà di farsi lottare", non ci vuole un genio per arrivarci. Nella sventurata ma frequente ipotesi che il colpo/spinta però arrivi lo stesso, solo chi ha allenato quella veniente situazione d'inferiorità posizionale miliardi di volte ha una qualche chance di cavarsela, mentre chi ha giocato ai kata e alle astruse tecniche del dragone di loto resta laggiù a farsi perforare il cranio dalle anfibiate.

Ciò nonostante ancora oggi, nel 2011, ci tocca sentire il blaterìo inutile degli "esperti di difesa personale". Quando il tradizionaloide o il rambo dello streetfighting si scherma dietro il fatto che a terra è sbagliato andare, io lo guardo negli occhi e gli fo: "Quanto scommetti che ti ci porto qui adesso e subito? Moneta cash in palio s'intende". Credete forse che in una rissa sarebbe diverso? Che incazzato come una jena non lo fionderei sul piastrellato, per poi tenerlo sotto fin che morte non ci separi? Ha ha ha.. le solite panzane acchiappacitrulli. Pensare assurdamente di non saper gestire l'attacco cavalleresco da palestra o da match e poi, non si sa proprio come, invece trasformarsi in dei rambi coi nervi d'acciaio in un vicolo oscuro di Caracas, è indice del livello mentale e culturale di certa gente.

Dove non c'è la malafede truffaldina -comunissima- c'è l'ignoranza e l'idiozia di chi aderisce a un culto, a una sétta marziale e rifiuta quindi di usare il buon senso basilare. Le MMA hanno dimostrato ampiamente quali situazioni (tecniche e tattiche) avvengono nello scontro disarmato, cosa in effetti funziona, ma la logica dei fatti non smuove il convertito, l'ho spiegato mila volte. Omini bloccati da profondissimi complessi straparlano di colpi mortali, maestri invincibili e amenità varie allo scopo di tacitare l'enorme paura che li attanaglia unita a una incredulità subcosciente per l'efficacia del proprio metodo; hanno fifa di veder crollare il proprio mito di cartone davanti ad allievi e conoscenti ma soprattutto davanti allo specchio. Per voi che invece siete dotati di raziocinio non importa ripetere sempre le stesse cose, lo so, ma che ci volete fare? Adotto il sistema di Buddha e dei santi stoici dell'antichità: repetita iuvant.

Per i più neofiti insomma ancora ripeterò la storiella:
il Jiu Jitsu stile brasiliano è innanzitutto un' arte nata&cresciuta per difendersi in scontri reali, non uno sport, e a questo fine si è evoluta. La sua propensione totale alle botte concrete ha generato le MMA, sia dal punto di vista storico che tattico, ed oggi le Mixed Martial Arts, ossia il metodo per la verifica di cosa funzioni quando la gente si mena, hanno nel BJJ la colonna portante assieme ad altre 3 arti funzionali specializzate. Come singolo stile 'puro' il Jiu Jitsu domina, asfalto o no che sia, ed è bene ricordarselo, è nato per questo e grazie a questa sua superiorità strategica che Royce Gracie svegliò il mondo. L'idea stessa di MMA deriva dal sistema che il BJJ ha sempre adottato per diffondersi, il vale tudo, e cioè combattere praticamente senza regole ovunque e con chiunque; l'attuale sport professionale meta-modale è il figlio del Jiu Jitsu, e su questo non ci piove, è l'impianto teorico-strategico con le 3 fasi e la Teoria di Posizionamento del BJJ uniti su cui sono state "montate" sopra arti modali specializzate nei momenti che l'arte suave necessariamente doveva tralasciare.

Come ogni ideazione umana il BJJ ha i suoi limiti e le sue pecche -che io ho messo in luce per par condicio- anche questo non scordiamolo; forse sono inferiori a quelli delle altre arti, ma questo è parere mio soggettivissimo e personale dopo una vita dedicata a praticare le arti funzionali. Ci tengo a ribadirlo perché non voglio apparire un uomo marketing del Jiu Jitsu o che ci guadagni anche solo 10 centesimi dal curare questo blog, che non è così. A me piace il Jiu Jitsu più delle altre arti funzionali che pur pratico e adoro, ed è normale che parli con ammirazione di ciò che conosco meglio, sarei un bugiardo se non facessi così. Chi naviga su questo blog sa già di trovare un'informazione di parte ma leale. Voi pensate con la vostra di testa, praticate il preferito tra quei metodi seri e onesti che allargano le vostre coscienze, rendendovi persone migliori. Forza, salute, sana socialità e fiducia in voi stessi troverete e nel BJJ e nelle altre discipline realistiche, tutte valide e in alcuni aspetti ognuna superiore alle altre.













2 commenti:

Jacopo ha detto...

grande mario
uno degli articoli migliori!

Anonimo ha detto...

Che dio ti benedica...
Marco