JIU JITSU EDUCAZIONE: RITORNO AL PASSATO
Su questo blog sono passati diversi pezzi che descrivevano -spero a fondo- il lato educativo del BJJ e delle arti di lotta.
In particolare abbiamo descritto la funzione centrale ed in-e-li-mi-na-bi-le dell'arte dell'abbracciare nella pedagogia tout court. Il modello educativo che se ne privi è folle e inutile.
Ho sovente dichiarato che l'educazione classica del mondo greco-romano raggiunse l'apice dello sviluppo del pensiero umano in TUTTI i campi, dato che quella fu la civiltà, punto. Sapete quanto abbia dedicato la mia penna a descrivere il modello educativo dei popoli civili cioè del Mediterraneo antico. Essi furono "la gente della Lotta".
Anni e anni di studio sulla civiltà mi hanno fatto da tempo catalogare il Jiu Jitsu, arte di formulazione nipponica sì ma derivata dalla Pale, la tradizione lottatoria greca portata dalle schiere di Alessandro Magno in Asia, come il massimo sviluppo disponibile dell'arte degli abbracci. Adoro la Lotta Olimpica e stimo profondamente le arti funzionali derivate dal Jiu Jitsu, come ad esempio il Judo e il Sambo, ma ho la profonda convinzione che il nostro BJJ sia su di un altro piano come sofisticazione, scienza del movimento e fini educativi, nonché infuso di una diversa Forza.
Più passa il tempo e più mi sento simile ai pedagoghi della civiltà, quei maestri-lottatori desiderosi di veder crescere sani e robusti i loro protetti, indipendenti nel ragionamento e saldi nelle membra. Per far questo divenire realtà in fondo non c'è bisogno di guardare a millenni fa. Le accademie di lotta Greco-Romana moderna di solo pochi decenni addietro erano esattamente ricalcanti il modello antico. Erano scuole di vita, della mente e del fisico, e vi si utilizzavano tutti gli strumenti classici necessari: atletica leggera, pesistica olimpica e ginnastica oltre il corpo-a-corpo.
Il vero atleta (andate a guardare il significato del lemma) è un lottatore-ginnasta che usa i pesi e corre sprint.
Come ai tempi di Pericle e di Scipione, per far crescere un bimbo sano e pisichicamente stabile bisogna insegnargli l'arte della lotta, della quale parte essenziale è appunto la "ginnastica" fisica. Nell'accademia il giovane e l'anziano si frequentano senza barriere generazionali e sociali, vi si trova la vera amicizia, il vero impulso alla crescita sana. In questo brodo ribollente di testosterone e virile cameratismo s'impara a diventare Uomini (NB: studiate il M° Platone e capirete il senso ulteriore di questo messaggio).
Come dico sempre: col Jiu Jitsu il debole diventa forte, il forte diventa tranquillo, il pauroso ardito e il vile diventa..rotto. Il Jiu Jitsu è onesto, il Jiu Jitsu è scuola di verità, ci mostra i nostri difetti. E' nella Via Solare mostrata dall'oracolo delfico: "Conosci te stesso".
Il futuro dell'arte suave è in realtà molto antico. Io vedo il ritorno al passato, con la penisola solcata di accademie fitte di bimbi, tra parallele e anelli, materassine e bilancieri di ghisa. Bimbi forti e magri, sorridenti e sani, un'Italia migliore che arriverà.
1 commento:
dehehe.....sognatore!
Posta un commento