"La verità attraversa sempre tre fasi. Dapprima viene ridicolizzata. Poi violentemente contestata. Infine accettata come una cosa ovvia." (A. Schopenhauer)
venerdì, aprile 28, 2006
giovedì, aprile 27, 2006
mercoledì, aprile 26, 2006
..E LA DIFESA PERSONALE 'NDO' STA DE CASA?
Fatto accertato e conosciuto negli ambienti della security professionale è che i cd. artisti marziali di solito sono i peggiori operatori di sicurezza possibili. Gli impresari li scansano come la peste e invece assumono pugili e picchiatori da strada. Impiegano cioè solo persone atte a dare e subire botte, mentre gli 'artisti' sono i più schematici e inutili, là dove per AM si intendano le cosiddette arti marziali tutto fumo e niente arrosto, non seri metodi da combattimento reale (Boxe, Lotta, Muay Thai etc.).
Non sono infatti deviati mentalmente gli imprersari, e basano le loro scelte solo sulla professionalità, sull'esperienza di vita. Che, conformemente al buon senso, ci dice di andare a cercare il migliore di una certa specialità (es. fare a botte) tra quelli che lo fanno sempre e bene. Le chiacchiere stanno a zero, ai voja a sognà, pischello mio..
Dopo anni di orge -tutt'ora in corso- di seminari, mini-stages, corsi ominicomprensivi etc di 'difesa personale', si può trarre per iscritto quella conclusione che i picchiatori da strada dei vicoli di tutto il mondo hanno sempre conosciuto: la Difesa Personale NON esiste, non vi è modo cioè di imparare in palestra qualcosa che per definizione è personale, cioè soggettivo, non classificabile e soggetto a troppe variabili per essere riprodotto in palestra. Si può invece ( e si deve) imparare a combattere, utilizzando metodi seri che formino:
1-il fisico
2-la psiche
3-la tecnica
dell'aspirante 'artista marziale', e per far ciò ci vogliono metodi seri, comprovati e che contengano in sé quella dose di confronto indispensabile, senza la quale si scade nell'accademia e nella parodia marziale.
Escludendo a priori tutte le conventicole-sette, dove tra kata e racconti di energia magica interiore gli adepti si fanno le seghe mentali a vicenda idolatrando il Maestro o chi per lui, direi a un giovane (o non giovane) desideroso di imparare a combattere, di concentrarsi esclusivamente sulle metodiche dove il confronto a tu per tu è quotidiano, dove si facciano gare regolari per provare se stessi, e dove l'allenamento atletico sia perseguito con la dovuta durezza (senza il quale tecnica e fisime ideologiche vanno subito a farsi benedire).
Un breve elenco di metodi seri a mani nude, non certo definitvo, è il seguente:
a-percussioni
1-Boxe; insuperabile nell'uso dei pugni
2-Muay Thai (Thai Boxe); come sopra per calci, gomitate e ginocchiate
b-lotta in piedi
1-Lotta Olimpica; miglior preparazione fisica possibile e migliori trascinamenti al suolo
2-Judo; migliori proiezioni e spazzate
c-lotta al suolo
1-Brazilian Jiu-Jitsu; miglior lavoro a terra in generale, formativo per il combattimento totale
2-Sambo; migliori leve alle gambe
Vale la pena rammentare che si intendano validi solo quei club di queste arti dove l'ambiente è serio, l'insegnnate preparato e si faccia tutto con la massima dedizione.
domenica, aprile 23, 2006
Il boom delle arti marziali risale all'inizio degli anni (19)'70 e fu dovuto a un filone cinematografico iniziato dal defunto Piccolo Drago, alias Bruce Lee. In precedenza le cd. arti marziali per il grande pubblico erano sconosciute, se si esclude per una certa notorietà acquisita dal Judo.
Il conformismo borghese e i traumi indotti nella gente dagli apparati di guerra psicologica dei servizi dei due Blocchi, prosperati nel 2 conflitto mondiale, avevano ridotto nel cantuccio quella che è un'esigenza primaria dell'essere umano, e cioè la dimensione del combattimento a mani nude. Passate infatti che furono le prime decadi post-belliche, si affacciò una generazione che -come tutte le generazioni di sempre- aveva bisogno di miti e punti di riferimento, e che quindi fece riemergere dall'inconscio collettivo l'archetipo del Guerriero. Lesta come sempre, Hollywood intercettò questa esigenza e portò alla ribalta uno straordinario attore e praticante di AM, Lee, e dietro di lui una schiera di pedissequi imitatori.
Fu così che nel mondo, perché Hollywood docet, le arti da combattimento asiatiche acquisirono l'imprimatur di arti marziali tout court. La solita ondata di fanatismo collettivo che i mezzi di indottrinamento di massa riescono a generare ebbe per conseguenza una forma d'idolatria per metodi orientali di combattimento e tra i giovani di Caserta piuttosto che Brest o Indianapolis nacque il mito dei vari Kung Fu e compagnia. Va fatto notare che siccome all'epoca l'unica nazione estremo-orientale attrezzata per vendere i suoi prodotti in occidente era il Giappone (la Cina era chiusa dietro la cortina maoista) fu il Karate nipponico a beneficiare immensamente più delle altre am di questa moda.
Il fanatismo impedisce una realistica visione, e nell'orgia del kungfu movie time, risultò quasi impossibile far ragionare le masse e spiegare che l'Occidente ha sempre prodotto i guerrieri e i combattenti migliori, non certo le masse servili dell'Asia o le sue corrotte aristocrazie. Spartani, Legionari e Crociati hanno fatto il mondo sottomettendo gli altri, ma questo non ci fu verso di ricordarlo. Una reale percezione della perdità di marzialità in generale dell'Occidente moderno e materialista, unita alla mistificazione dei superpoteri orientali e alla mancanza assoluta dei mezzi per la verifica della bontà dei rispettivi metodi, creò una sub-cultura per certi aspetti più simile al mondo delle sette occultiste che allo sport.
Solo dalla metà degli anni (19)'90, con il risorgere in Occidente del combattimento totale, 1700 anni dopo i crimini contro l'Umanità dei primi imperatori cristiani, la percezione della 'marzialità' ritornò a puntare sulla forma mentis tipica dell'occidentale. Molti falsi miti vennero infranti e la diffusione di vhs e internet, che permette di avere accesso a informazioni e video ovunque nel globo, punì l'orgoglio dei santoni della orientalità più fanatica.
Accadde infatti che un velo, una maliziosa censura al contrario cadde, e i combattimenti misti mostrarono impietosamente che solo i metodi occidentali o occidentalizzati (Boxe, Lotta Olimpica e BJJ, insieme alla Thai Boxing per i calci e le ginocchiate) avevano un serio riscontro nel combattimento a mani nude. I metodi asiatici più celebrati - meglio venduti!- furono ampiamente svergognati e posti alla gogna mediatica. A distanza di anni dall'inzio delle MMA, si può affermare che le forme di allenamento di chi voglia combattere sul serio sono oggi le stesse dei micidiali pankraziasti dell'antichità, a conferma del fatto che quando le cose si provano davvero la realtà emerge per forza.
Le leggende del passato, i racconti fantasiosi degli adepti sui loro Grandi Maestri non possono più reggere alla reperibilità istantanea delle fonti, e ciò comporta la occidentalizazione o l'estinzione delle cosidette arti marziali (o al massimo la loro definitiva trasformazione in piccole sette di 'illuminati') e il salutare ritorno dell'orientamento della bussola sull'Ovest, cioè sul mediterraneo Greco e Romano.
E' qui che nasce infatti il combattente per eccelenza, l'individuo dedito alla Virtus o Areté, e il rispetto che si deve provare per caste guerriere straniere, tipo i Samurai, non deve far disconoscere la effettiva superiorità in ogni aspetto dell'Occidentale quando si parla di dimensione del combattimento, anche trascendente. Nel Senato di Roma una aristocrazia guerriera pose la statua della Vittoria, non lo si dimentichi.
A margine va fatto notare che usare arti 'marziali' come termine per descrivere i metodi asiatici è anche improprio semanticamente. Mars - dio della Guerra- è un Numen,una forza mistica romana (e indoeuropea più in generale), e quindi arti 'marziali' possono essere solo quelle nate dai popoli che quel Dio conoscono e ospitano nel loro profondo, non altri. Aggiungerei che dunque marziale è solo qul combattente di tipo occidentale che si allena e comabtte sul serio, non il tipo del settario chiuso all'interno di una cerchia fanatica e dei suoi falsi miti pesudoorientaleggianti, con tutto che le arti asiatiche poi nacquero con la colonizzazione Arya dell'India e la sua 'esportazione' nella area sinica.
sabato, aprile 22, 2006
SEMINARIO DI JIU-JITSU CON FEDE
Oggi in una Firenze piena di sole ultimo seminario di Frederick coi ragazzi del Team.
La lezione è stata molto bella, e il manipolo di appassionati ha 'infierito' sul Mestre Careca con una dose da cavalli di domande. Il Maestro di Vita e Illuminato poeta lottatore ha risposto colpo su colpo e sogghignando ha elargito gemme del Suo sapere.
Tra noi, coraggiosa, anche la germanizzata Elisa che uscita dal seminario ha pensato bene di farsi un seminario di Muay Thai!
Da lunedì tutti sotto a mille preparare la gara del raduno di giugno, rauss!!
venerdì, aprile 21, 2006
E' venuto a mancare lo scorso febbraio il M° di Jiu-Jitsu Carlson Gracie.
Gueriero indomito in mille sfide, educatore e formatore di uomini (fuori e dentro il tatami), uomo definito rude ma anche buono e disinteressato, ci mancherà.
Ad Maiora, Mestre.
altre info qui:
http://www.boxingbar.com/articoli/carlsongracie_death/carlson_gracie_death.htm
http://www.graciemag.com/?c=147&a=4068
Considerato il più grande Grecoromanista di tutti tempi, Alex Karelin è nella sua natìa Russia un vero e proprio monumento vivente.
Lauereato, è considerato un vero punto di riferimento e rispettato come uomo d'onore, e per queste sue qualità eletto a furor di popolo alla Duma, il parlamento russo, nelle fila di un partito dell' Estrema Destra.
La sua forza e la sua tecnica lo hanno portato a vincere TRE medaglie d'oro olimpiche, risultando sconfitto in maniera ingiusta nella sua 4a contestatissima finale con l'amerigano Gardner (tanto pe'cambià..).
Atleta con doti fisiche insuperabili, si rese celebre per la sua dedizione religiosa alla 'missione' della Lotta. Nessuno riuscì a segnargli nemmeno UN punto contro per 12 anni consecutivi.
Col solo scopo di fare esperienza e dimostrare il valore della Lotta, lo Zar partecipò a unVale Tudo in Giappone. Sconfisse il suo avversario giapponese usando soltanto tecniche di GR e mandandolo all'ospedale.
In America questo Orso Polare fu definito: l'uomo più pericoloso del mondo. Io lo considero uno dei migliori.
Dasvidania, Zar.
giovedì, aprile 20, 2006
mercoledì, aprile 19, 2006
PERLE DI SAGGEZZA DAL MESTRE CARECA
Mentre alla stazione aspetta l'eurostar, il Mestre delizia i pupilli col suo sapere:
"Ragazzi, il jiu-jitsu insegna la fortitudo d'animo, non dobbiamo mai PERDERE il controllo.."
un discepolo informa immantinente il Mestre che ha PERSO il treno
"AAah! Ma NOoOooo..pork..putt..bast...da!! Che PallEeeeeEeeeee!!"
e il Mestre PERSE la pazienza..
sabato, aprile 15, 2006
mercoledì, aprile 12, 2006
SVEGLIATI, RAZZA DI BISCHERO!
Lo era nel passato e ancora più imperativo lo è oggi:
S V E G L I A T I !
Il Buddha
Nato verso il 465 a.C. da una ricca famiglia degli Shakya, una stirpe che dominava il paese e che aveva come capostipite leggendario il re Okkava.
La dottrina buddhista si fonda sulle Quattro Nobili Verità, che Buddha comprese sotto l’albero della Bodhi (=illuminazione), e sugli strumenti pratici attraverso i quali ogni discepolo può realizzare la liberazione dal dolore-esistenza, cioè l’Ottuplice Sentiero che porta alla meta salvifica.Per realizzare le quattro Sante Verità (sul dolore, sull’origine del dolore, sulla soppressione del dolore, sulla via che porta alla soppressione del dolore) il discepolo deve passare dalla sua condizione di ignoranza a quella di conoscenza liberatrice attraverso una via lunga e difficile.La verità sul dolore fa emergere il carattere negativo dell’esistenza nella sua condizione fluttuante dalla nascita alla malattia, alla vecchiaia e alla morte. Distruggere il dolore, l’esistenza, il samsara (il circolo della vita; sam = girare intorno; nascita-morte-rinascita) e pervenire alla consapevolezza delle Quattro Verità.
martedì, aprile 11, 2006
venerdì, aprile 07, 2006
"Non ascoltate nessuno, compreso il sottoscritto, perché siete facilmente influenzabili, perché tutti desiderate qualcosa... è facile prendervi nella rete. Perciò non c'è bisogno di andare in India, o in un monastero buddhista o Zen, a meditare, a cercare un maestro; perché se sapete guardare, tutto è in voi"
Jiddu Krishnamurti
giovedì, aprile 06, 2006
Per tutti quelli che:
"Oramai sono troppo vecchio per allenarmi.."
mercoledì, aprile 05, 2006
Quote del giorno:
domenica, aprile 02, 2006
L'Eroe
Il modo in cui il cielo fa affiorare le qualità degli uomini non è sempre identico. Si definisce eroe l’uomo la cui natura possiede una vastità senza limiti e i cui pensieri corrispondono alle idee di giustizia e di grandezza. Si chiama falso eroe l’uomo la cui intelligenza si permette una libertà illimitata e riesce a escogitare innumerevoli piani astuti. Per questo le azioni dei falsi eroi non sono state finora che inganno.
…La pazienza di non ritirarsi mai, unita all’aspirazione di non arrendersi nonostante innumerevoli colpi a vuoto: questa è la volontà dell’eroe. Se la sua volontà non è ancora giunta alla mèta, egli né si intimorisce davanti alle massime sofferenze né evita i massimi ostacoli. Se si vede uno per il quale nessuna sofferenza è troppo grande, lo si chiama bruto. Se si vede uno che non evita alcun ostacolo, lo si chiama sconsiderato. Se per sua sfortuna un eroe non riesce a portare la sua volontà alla mèta, agli occhi di simili censori egli rimarrà semplicemente un bruto e uno sconsiderato, Ma non si può misurare la grandezza di un eroe dal successo o dall’insuccesso delle sue azioni».
Aoyama Haigen
tratto da:
Junyû Kitayama, Lo stile eroico – L’eroismo in Giappone, Edizioni Sannô-kai, Padova 2002