UNO STILE MARZIALE VS. IL MALESSERE MODERNO
Oggi mi sento di buonumore, non so perché, c'ho tanti di quei cavoli per capello che dovrei essere dell'umore nero-gigiastro della maggior parte dei nostri conterranei di questi tempi.
E invece no. Dentro la mia modesta persona c'è una forza che fa schiattare di rabbia i miei occasionali conoscenti (non i veri amici), i quali si misurano con me e -occhieggiando le loro spallucce cadenti sostenute da lonze birraiole- si incacchiano quando gli spiego che non c'ho una lira, che mi devo organizzare una casa dove vivere e un lavoro per campare ma che sono sereno.
Di solito questi tizi iniziano lamentandosi delle cose che non gli girano, e io gli rispondo con la mia gioia per il sole che brilla; passano a dolersi del coniuge/fidanzato/a che fa il bricconcello e io rido permettendomi qualche citazione confuciana sulla vacuità delle scelte di coppia. Incavolati ammazzano la conversazione buttandola sul lavoro, il Totem delle loro vite, e io li ghiaccio svalorizzando ironicamente il concetto in sé di lavoro rispetto al nobile impegno. Depressi allora elencano le costose dipendenze a cui debbono dar sfogo e io, ilare, rispondo che non fumo, non bevo né certo mi drogo, e che al posto del Viagra mi ci vorrebbe un farmaco che abbia l'effetto contrario! Insomma, finisce che s' incazzano come tori, invidiosi e velenosi.
Io che non sono egoista, cerco sempre di spiegare che non ho segreti, che la mia vita è dura come e più della loro ma che che però c'ho la riserva Duracell tripla rispetto alla sua, in virtù di aver scelto un modo di campare che va diametralmente nella direzione opposta e che mi dà la forza, il più delle volte, di smitizzare il casino del momento e di concentrarmi su altro.
A voler essere precisi ci sarebbe da spiegare i motivi profondi della differente scelta esistenziale, ma il concreto motorino che mi permette di depurare la psiche dalle nebbie quotidiane, ripianare l'umore compromesso e ridarmi (quasi) sempre una parvenza di forza è in buona sostanza l'allenamento, in particolare quello di Brazilian Jiu-Jitsu.
Essì, cari miei, la materassina con la sua ammaliante semplcità, con la sua verità, funziona come un superaspiratutto mentale, e per quel tempo che la calchi annulla qualunque pensiero ordinario, proiettando il lottatore in uno zen dinamico senza prezzo. In aggiunta, le dure sessioni di sparring esercitano il corpo in maniera approfondita, dandogli energia sovrabbondante, utile per guarire le ferite della psiche. Lottare è un massaggio per tutti i muscoli ma soprattutto una mano santa per l'anima, visto che si è costretti ad abbandonare le sovrastrutture borghesi e affrontare se stessi, dandosi metaforicamente una boccata d'aria, lasciando emergere la propria mascolinità e analizzando impietosi, sessione dopo sessione, le proprie deficenze caratteriali.
A quelli che mi rispondono che non hanno tempo, che c'hanno la famiglia e le solite menate, io rispondo che essi non sanno quello a cui rinunciano! Se solo potessero entrare 20 minuti in “proiezione astrale” nel corpo di un vero atleta di SDC e di un lottatore in particolare, gustare la calma potenza e l'equilibrio che lo stile di vita gli donano (ma che lui certo può vanificare se fa il cojone), sono certo che correrebbero a iscriversi in palestra alla velocità della luce.
Io non credo che esistano studi in questo senso,e se ci fossero verrebbero oscurati con cura, ma sono convinto che si possa statisticamente dimostrare quanto i veri lottatori siano in migliore salute della media dei borghesi. E non solo come minore incidenza di malattie e rafreddori vari, ma come salute dell'animo. Vogliamo scommettere che si suicidano 1000 volte meno dei comuni antisportivi, che usano meno droghe e compiono meno reati, in particolare quelli vili contro bimbi e animali? Vogliamo giocarci la camicia che prendendo i primi 20 stimati maestri di BJJ e 20 loro coetanei scelti a caso sull'elenco, i borghesi hanno il decuplo dei problemi a definire il loro senso del vivere? Si perchè certamente anche il vero grappler c'ha i cazzi suoi e le tristezze del duro vivere, mica è Buddha reincarnato, solo che c'ha uno strumento per dare un senso -che non è la Lotta in sé- al suo essere su questo planetoide. Ecologia del complesso psicofisco, insomma, e tramite questo (potenzialmente) coscienza.
In questa società cibernetica, dove tutti i supporti convenzionali della persona (religione, famiglia, mestiere etc etc.) vengono annientati dalla macina della modenità, intorno a noi incontriamo masse di individui spaesati e privi di appiglio, generalmente incapaci di scoprire un modo degno di vivere perchè troppo deboli nel corpo e nella mente. Ecco perché il Potere stimola i consumi e ostacola le arti di Marte, per il semplice fatto che non vuole individui solidi e consci di sé ma solo mandrie di deboli -e quindi docili- pecorine da tosare.