STRIKERS, GRAPPLERS E LOTTA COME TRAIT-D'-UNION
I sistemi marziali e gli esseri umani in generale, considerati dal dal punto di vista della azione in combattimento, si dividono concettualmente in strikers, cioè che prediligono ricorrere alle percussioni, e grapplers, che invece preferiscono la lotta corpo a corpo con prese e finalizzazioni.
Esempi di arti di striking sono il Pugilato, la Thai Boxe, il Karate, Kung Fu etc. Grappling arts sono invece il Judo, il Brazilian Jiu-Jitsu, la Lotta Olimpica e poche altre, moltissime meno che dell'opposta categoria.
Esempi di arti di striking sono il Pugilato, la Thai Boxe, il Karate, Kung Fu etc. Grappling arts sono invece il Judo, il Brazilian Jiu-Jitsu, la Lotta Olimpica e poche altre, moltissime meno che dell'opposta categoria.
Ci sono molte interpretazioni sul perché le arti percussive siano la stragran maggioranza, nonostante la dimostrata efficienza ( e forse superiorità) fatta vedere dalle arti lottatorie. Ora non mi addentrerò nel soggetto, che sarebbe cosa troppo lunga. Il fatto è che un essere umano può usare la sua mano sia in percussione che in prensione, e pertanto il la logica insegna che un sistema di combattimento deve contenere elementi sia dell'uno che dell'altro super-sistema. La recente ma intensa storia dei combattimenti MMA (intestile o estremi) mostra questa verità anche dal punto di vista empirico e statistico: per combattere si deve sia saper colpire che afferrare, proiettare e finalizzare con leve e strangolamenti. In pratica il moderno Vale Tudo è la sintesi – o metametodo riassuntivo che dir si voglia- della abilità nelle 4 submodalità di combattimento settoriali identificate nei 4 sport moderni della Boxe, Muay Thai, Lotta Olimpica e Brazilian Jiu-Jitsu.
L'interpretazione fideistica del combattimento non trova spazio nella pratica professionale, che mira all'operatività pura, com' è ovvio, e l'adozione delle 4 modalità ha riproposto, come era del resto prevedibile, lo stesso schema adottato dal Pankrazio antico. Un atleta globale deve saper boxare (Pugilato), colpire di ginocchio, calcio e gomito (Muay Thai), afferare e proiettare (Lotta Olimpica) e posizionarsi al suolo finalizando con colpi o prese (Brazilian Jiu-Jitsu), e naturalmente per la sua pratica professionale ricorrerà ai migliori esperti di arti che quei subsettori li hanno a loro volta sviluppati al massimo con miliardi di match pro durante decenni o secoli di ininterrotta attività a livello mondiale. Insomma il combattimento è scienza e non fantasmagorìa, e la scienza non solo si basa sui fatti rilevabili, ma soprattutto avanza sulla scorta dell'esperienza, scartando ciò che non funziona e tenendo il resto.
Un' attenta analisi dell' iniziale affermazione di questo articolo ci dice che esiste una modalità che funziona invero da collante tra le altre, ed è la Lotta.
Il fatto che le arti e le stesse persone siano sommariamente sempre classificabili tra strikers e grapplers ci mostra con tutta evidenza quello che il ring/gabbia fa vedere in tutti gli scontri MMA, e cioè che sia il grappler che lo striker trovano la loro impostazione confermata o vanificata nella fase di lotta in piedi. L'atleta che predilige percuotere sarà sempre in difficoltà una volta al suolo e vice versa, dunque sia il 'colpitore' che il 'finalizzatore' dovranno considerare la fase di lotta in piedi come l'anello debole della loro strategia e faranno bene a rendersi estremamente pronti nella Lotta, a meno di non veder vanificata tutta la loro tattica. Come potrà infatti lo stiker tenere il match in piedi contro un grappler aggressivo se viene sempre tirato giù? E in che maniera potrà il grappler volgere lo scontro al suolo se la sua Lotta non è decisiva e lo striker lo sfonda di botte mantenendo il match in piedi?
Il fatto che le arti e le stesse persone siano sommariamente sempre classificabili tra strikers e grapplers ci mostra con tutta evidenza quello che il ring/gabbia fa vedere in tutti gli scontri MMA, e cioè che sia il grappler che lo striker trovano la loro impostazione confermata o vanificata nella fase di lotta in piedi. L'atleta che predilige percuotere sarà sempre in difficoltà una volta al suolo e vice versa, dunque sia il 'colpitore' che il 'finalizzatore' dovranno considerare la fase di lotta in piedi come l'anello debole della loro strategia e faranno bene a rendersi estremamente pronti nella Lotta, a meno di non veder vanificata tutta la loro tattica. Come potrà infatti lo stiker tenere il match in piedi contro un grappler aggressivo se viene sempre tirato giù? E in che maniera potrà il grappler volgere lo scontro al suolo se la sua Lotta non è decisiva e lo striker lo sfonda di botte mantenendo il match in piedi?
Per la sua velocità, esplosività e in particolare per il suo sofisticato arsenale di attachi alle gambe (i più utili probabilmente nelle MMA) un saporito mix di Greco Romana e Libera, con afflati di Judo e altre lotte, sta diventando -con il nome di lotta in piedi- il vero nucleo centrale o link globale delle MMA. Senza queste decisive abilità e le qualità di forza e reattvità alla fatica che lottare in piedi conferisce, oggigiorno un Vale Tudo non lo si può affrontare. Si può dunque affermare che la Lotta sia un po' il collante e la 'ginnastica' intrinseca delle MMA, e la “modalità intermodale”, visto che la sua efficace utlizzazione o neutralizzazione è indispensabile per le differenti tipologie di combattenti.
1 commento:
...E non bisogna dimenticare che in strada il suolo non è elastico. Complimenti per il blog. :)
Franco.
Posta un commento