ANCORA SU MMA, SPORT, ARTI MARZIALI ETC.
Prendo spunto da due recenti chiacchierate con amici marzialisti per divagare un po' sull'argomento.
Con il nostro Tisi nazionale, O mestre Careca, si discuteva di MMA e al Fede le MMA -incredibile per molti a udirsi- piacciono meno dello striking di livello, K1 MAX in primis. Sarà per saturazione, sarà per evasione, al careca piace di più uno sport da combattimento dove non ci sono sfumature del suo BJJ.
La seconda discussione invece era col mio diletto amico Emanuele 'Mela' Nannuci, allenatore di Boxe ed ex Calciante Storico. Il Melaccio le MMA le conosce poco, per lui il vero sport da guardare resta il Pugilato, come spettatore si scosta poco da quello che fa (insegnando GRATIS ai ragazzi per salvarli dalla strada, tra l'altro).
Qual'è il punto, mi direte?
Punto a croce? Punto e a capo?
Scusate..il caldo mi fa sragionare..cercherò di spiegarmi meglio.
Il punto (non la FIAT Punto) è che entrambi questi 2 miei amici stanno tramettendo onore e vigoria fisica alla gente, sono dei benemeriti e vanno annoverati nel campo dei Buoni, di quelli cioè che lasciano il mondo intorno a loro leggermente migliore di prima.
Sono degli 'sportivi', non dei semplici marzialisti secondo la mentalità corrente. Con l'esempio personale offrono una scappatoia all'apatia narco-plyastationistica oggi insegnata ai giovani, si mettono cioè in prima persona sul tatami/ring e DANNO l'esempio, fanno vedere coi fatti che un'alternativa esiste ed è concreta. Con l'opera di divulgazione poi aiutano a diffondere valori di fair play ed esperienza ludica, indispensabili per aiutare le persone a maturare in direzione opposta alla contro-etica disimpegnata che ci vogliono far bere a tutti costi TV, politici etc.
Mentre le cd. arti marziali 'tradizionali' di solito mostrano un ambiente deteriorato, con a capo il Maestrone (spesso panzuto) mezzo guru che -più o meno coscientemente- trascina i suoi adepti verso livelli di coscienza PIU' BASSI per errore o per dolo, lo sport nel senso più alto ha l'obiettivo di innalazare la consapevolezza. L'insegnante di sport è uno di noi, lotta e scambia con noi, non è una semi-divinità dal blasonato liganggio risalente al mitico antenato cino-giapponese che nel 3200 a.C. uccideva i draghi con lo sputo..
All'interno di questa Santa Alleanza contro l'intorbidimento della psiche stanno in effetti potenzialmente mille attività, dall'arrampicata alla vela, tutte con teorica capacità di mettere la persona davanti ai suoi limiti. Il problema è che molte di queste valide discipline al combattimento a mani nude non sono alternative ma al massimo coadiuvanti. L'essere umano infatti ha iscritto nella genetica il radicale istinto alla lotta (anche alla cooperazione ma questo è un altro paio di maniche) e la PAURA del nostro prossimo, la più radicale, non può essere eliminata da nessuna psicoterapia paracadutistica o simili. Come ho scritto mille volte sul tatami-ring si incontra sempre se stessi, e non c'è immersione subacquea o poderosa meditazione trascendentale che si possa sostituire alle Nobili Arti dell Combattimento nella scoperta e superamento dell'Ego.
Le scelte individuali, i gusti soggettvi non spostano di un millimetro la questione. Imparare a combattere si deve, è necessario per l'Uomo, e lo stile prediletto non deve essere un limite, posto che sia un vero metodo di combattimento e non una setta pseudomarziale, al cui interno si riproducono dinamiche anti-sportive deleterie nonostante tutta la buona volontà dell'insegnante di turno, magari in perfetta buona fede.
Demistificare, riportare al ragionevole e al buon senso, distruggere i falsi miti, rendere forti nel corpo oltre che nello spirito, tutto questo è patrimonio dei Nobili Agoni, delle discipline che sul serio insegnano a combatterSI. Uscire fuori nel mondo per 'lottare', gareggiare ma anche semplicemente ammirare il valore dei profesisonisti in azione, tutto questo unisce le 4 Magic Arts e assimilabili, esercizio del fisico ma anche nello spirito; fucine di consapevolezza che a quel punto sono in quello identiche tra loro, al di là del gusto che possano dare nel guardarle.
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