
MJJC REPORT
"La verità attraversa sempre tre fasi. Dapprima viene ridicolizzata. Poi violentemente contestata. Infine accettata come una cosa ovvia." (A. Schopenhauer)
Naturalmente mi riferisco a un nebulosissimo campo, dai contorni indefinibili a parole: quello dello sviluppo personale.
Rifiutando insomma la guerra retorica coi sofisti e andando al sodo, si può vedere l'arte da combattimento come uno strumento a tutto tondo, che migliora la vita del praticante fuori dal tatami, posto che la persona in oggetto affronti l'arte (anche) con questo scopo e ne comprenda la portata. E' infatti impossibile usare uno strumento nel suo senso precipuo se non lo si vuole fare, è chiaro.
Fare i discorsi cosmici alla Ghandi o alla Osho non è il mio mestiere, eppoi nel BJJ si è sempre concreti e spesso anche dissacratori, però per una volta vorrei che anche i più 'sport-oriented' dei nostri iscritti si rendessero conto che il Jiu-Jitsu -o la Muay Thai etc.- sono scienze della persona umana assai complesse, con molti e diversificati rami d'applicazione, e il cui fine ultimo non è insegnare a picchiare meglio bensì farci diventare migliori punto.
Il focus dell'arte marziale reale è la paura, l'ho detto molte volte. Partendo dalla più basica e radicale delle emozioni umane, dal motore di tutte le attività di noi bipedi, usandola come propellente e guida allo stesso tempo, le AMR insegnano una cultura del corpo, una rinnovata socialità e un approccio alla vita intiera che poi, VOLENDO, si può usare per ogni tipo di problematica che ci tocchi affrontare.
Non sono qui a far la pubblicità agli effetti speciali, non è che facendo Lotta o JJ etc. uno diventi il saggio della montagna, queste puttanate bestiali le lascio agli 'stili magici', noi non vendiamo verità. Dico solo che se un praticante riesce a comprendere l'ampia portata che certe pratiche hanno per migliorare la vita e il carattere, può letteralmente trascinare in tutt'altre e migliori direzioni il suo percorso terrestre.
Vivere sobriamente, curando la dieta, evitando fumo e droghe, allenare il corpo e fisicamente sudando via lo stess accumulato, imparare a non temere il prossimo e crescere di sicurezza in sé stessi già sono risultati giganteschi; da questi punti fermi chiunque può riuscire ad accumulare abbastanza energia nervosa e spirituale per affrontare al meglio tutti i casini che gli pioveranno addosso.
Il M° Helio Gracie affermava con decisione che un vero esperto di Jiu-Jitsu non aggredirebbe mai una persona indifesa, perché l'arte dentro di lui lo impedirebbe.
Io concordo con il trapassato mestre, per esperienza diretta so con certezza che mai un vero combattente e artista marziale reale si troverebbe impegolato negli atti più vili, dato che per arrivare a essere appunto un vero combattente ha dovuto modificare il proprio carattere così radicalmente nella direzione opposta. Un grande maestro giapponese infatti affermava che -pensate un po'- praticare certe arti marziali non è un piacere ma un dovere civico.
Come la maggior parte dei puristi del Jiu-Jitsu, sempre che mi possa auto-attribuire simile qualifica, idolatro il gigante buono, Roger Motta Gomes alias Gracie.
In massima dote tra i signori del BJJ la classe più cristallina ce l'ha forse Marcelinho Garcia, il fisico e la potenza relativa Jacarè, signorilità e l'aplomb Demian Maia, la cattiveria agonistica Cobrinha, ma il moderno Sovrano del Jiu-Jitsu, colui che uber alles identifica lo sport in questa fase storica, a mio personalissimo parere -e parlo risultati di campionato a parte- è sempre lui, O Compridao Roger.
Vi passo un HL a lui dedicato:
Nel mio furore insofferente alle menzogne marzial-paranoidi delle sétte anticombattimento, ribadisco la mia ripugnanza per quel genere di propaganda dedicata a imbonire gli innocenti e distrarli colpevolmente da vie realmente marziali.
Aleggia tra i paranoidi delle onde energetiche un'altra lejenda negra, la fantomatica autodistruzione che INEVITABILMENTE colpirebbe ogni gentile donzella la quale, povera pazza, si dedicasse per sbaglio alle Arti da Combattimento Reale (invece che a quelle magiche, me cojoni).
A riprova di quanto male facciano le arti marziali vere, io vi posto ancora una volta la beneamata dal genere maschile, la pettoruta regina dell'ottagono:
Gina Carano.
Pure, senza scomodare la ring queen Gina, basterebbe prendere un volo per Rio de Janeiro e farsi un giretto per palestre, si noterebbero tantissime avvenenti fanciulle in fiore con dei bei kimoni consumati addosso.
Ci sono senza dubbio arti che nobilitano la mente del praticante e il suo senso estetico, tipo la musica e la pittura, ma esistono anche le Nobili Arti da Combattimento Reale che SALVANO veramente le persone, le tirano fuori da abissi di dolore e tristezza e le rigerano completamente, mente e corpo insieme, regalando salute, benessere e uno scopo elevato per cui vivere.
Guardiamo, e in silenzio ammiriamo.
Il 07 Novembre sta giungendo rapido e dell'evento Strikeforce si sta aspettando tutti, come è naturale, la distruzione a opera di Fedor del nerone bozzuto Rogers.
La serata però presenta moltissimi altri incontri interessanti, e oltre al ritorno del killer armeno Mousasi opposto al capotribù africano Sokù, io attendo anche la cintura nera (sotto Cesar Gracie) Jake Shields.
In passato l'incredibile Jake ha messo via gente tipo Okami e Lawler, Carlos Condit, Paul Daley, "Mach"Sakurai e "Charuto"Verissimo, e non perde da 5 anni. Adesso si ritrova davanti una delle personalità più odiose e maldisponenti del circo MMA, lo spocchioso gangster televisivo "Mayhem"Miller (quello stesso punk che ha fatto saltare il match per ferita a Jacarè con una tecnica illegale al DREAM).
In speranzosa attesa che il punk Miller venga sodomizzato a furia di finalizazioni a strappo, vi posto un match ADCC di Shields, opposto al campionissimo Leo Santos, superpro di BJJ e Submission. Risultato?