giovedì, settembre 02, 2010

GUARDIA A SPROPOSITO?
NO, GRAZIE


Ritorno su un tema che mi sta a cuore, ed è quello della gestione del combattimento reale, sportivo o stradaiolo che sia.

Come oramai sanno anche i muri, il Jiu Jitsu funzionale, o stile brasiliano, ha evoluto a livelli altissimi una strategia di rimessa controdifensiva detta guardia/fare guardia, spesso identificata dagli ignoranti nella posizione in cui un jitsuka, schiena a terra, controlla il suo avversario con le gambe.

In realtà la guardia è un concetto che a sua volta genera diverse posizioni, e la comune guardia chiusa (caviglie intrecciate dietro il bacino dell'opponente) non ne è altro che un frammento riconoscibile. Fare guardia insomma è un tassello della poliedrica strategia di lotta dei jitsuka che, a dire il vero, è tutta quanta basata sull'attaccare.

Il fatto che nella realtà spesso si sia in inferiorità fisica o di potenza ha fatto sì che nel BJJ si studi prima e più spesso come districarsi da situazioni molto scassamaroni, tipo essere montati da un buzzurro che ci sbrega le mandibole, e solo dopo le tipiche situazioni di attacco da posizione nostra dominante. Nel mezzo tra le due condizioni nette, win-lose, ci sta la guardia. Aver compreso questa fondamentale verità del combattimento disarmato ha indirizzato il Jiu-Jitsu verso una incredibile creatività nel campo della guardia, dissotterrando dall'intelligenza cosmica una miriade di fantastici attacchi (finalizzazioni e ribaltamenti) tale da far diventare la guardia il marchio di fabbrica dello stile. Tanta la superiorità dimostrata da questa casistica da aver addirittura danneggiato il BJJ mainstream che nel suo sviluppo turbo in tutto il mondo ha spesso tralasciato di trasmettere il suo arsenale tecnico-tattico complessivo.

Insomma, si fa troppa guardia e il VERO modo di combattere inerente alla strategia del JJ è misconosciuto. Una certa "guardite" affligge i giovani jitsuka agonisti in molti casi e si finisce per sottostimare grosse fette del Jiu-Jitsu-arte marziale in favore del BJJ-sport.

La mia fortuna è di aver avuto accesso a insegnanti molto qualificati, interessati a trasmettere il JJ in toto e anche forti nella parte in piedi. Sì, perché seppur è vero che è doveroso studiare le situazioni difensive e la guardia come principali in un'ottica di combattimento reale (NB: un vero aggressore sarà quasi sempre più grosso di noi e attaccherà per primo, mettendoci sotto il 90% delle volte, che ci piaccia o meno), è pur vero che la strategia posizionale del Jiu-Jitsu ABORRISCE il ricercare la schiena a terra per principio! Il comandamento del Jiu-Jitsu infatti recita: "Derruba, passa, decide" e cioè potendolo fare SI DEVE chiudere la distanza (magari con un jab o un calcio basso), proiettare, stabilire la posizione dominante evitando la guardia del nostro nemico e poi finalizzarlo senza pietà (ancora magari usando i colpi nel mentre).

In tutti i casi il flusso adrenalinico, la condizione del terreno di scontro e mille altre variabili non riproducibili in palestra avranno la meglio sulla tecnica in sé, ed è per questo che il BJJ si concentra su poche, ultratestate e logiche proiezioni-base. Se sono finito chiappe al suolo allora farò guardia di sicuro ma, caso raro e di certo non impossibile, ho il tempo e la fortuna di applicare il mio intento, allora come jitsuka sarà io a tombolare il mio malcapitato attaccante per le terre, per mettergli poi una pressione enorme addosso, scalando le posizioni e infine chiudere la partita dalla monta o dalla schiena.

Aggiungo che a livello di apertura mentale la ricerca della funzionalità rende il Jiu-Jitsu superiore alla maggior parte delle arti sorelle, ed è per questo che nel nostro ambito è del tutto normale, o addirittura consigliato, integrare la pratica con il confronto e lo studio di arti più specializzate nella fase in piedi (Lotta Olimpica, Judo) senza le preclusioni ideologiche e le fisime settarie che affliggono questi stili, chiusi spesso nella loro torre d'avorio e incapaci -salvo lodevoli eccezioni- accettare di poter dover apprendere da chi, come il BJJ, ha una maggior specializzazione nella fase al suolo in cui gli altri sono oggettivamente carenti. Tutti i maggiori maestri internazionali dell'arte suave hanno invero profonde conoscenze di Judo e Lotta e per nessuna ragione al mondo si sognerebbero di vietare agli allievi la frequentazione di rispettate palestre di questi 2 metodi con la scusa che "noi già facciamo tutto e meglio", tutt'altro. Lo stesso Roger Gracie, il jitsuka N.1 al mondo, è risaputo studente di Judo e si allena coi campioni britannici dell'arte fondata da Jigoro Kano. Io medesimo nel mio piccolo collaboro con insegnanti di queste due scuole.

Per esperienza personale posso dire che la praticità degli attacchi in tuffo sulle gambe stile Lotta è quanto di più pratico ci possa essere per chi sia versato nella lotta a terra, e che single-leg e double-leg sono, a mio modo di vedere, obbligatori per qualunque cintura bianca, insieme ad alcune proiezioni che invece sfruttano la trazione del Gi [kimono] e tipiche anche del Judo, quale O-Soto Gari, Ko-Uchi Gari e Kata Guruma (NB: tutte posizioni in cui non si dà la schiena all'avversario). Ogni combattimento inizia in piedi, anche nel BJJ agonistico, ed è per questo motivo che in IC gli aderenti al network ricevono istruzioni dettagliate su come portare a terra un avversario capace a lottare in piedi.

Ribadisco quanto scritto molte altre volte:
1) se stiamo parlando di combattimento REALE, dove si rischia la pellaccia, (non rissa tra adolescenti) la prima opzione è scap-pa-re.
2) Se non posso/voglio scappare, allora cercherò di comprimere subito lo spazio tra di noi -scambiare in piedi per ideologia precostituita favorirebbe troppo il più pesante e aggressivo- e proiettare il mio avversario. Una volta messolo giù potrò tornare alla saggia opzione-fuga oppure finirlo nel campo in cui io sono preparato e lui no: la lotta al suolo.
3) Siccome i film sono finzione e nella vita vera le cose spesso vanno male, se ho sbagliato a muovermi, sono inciampato o colto di sorpresa da una tuba nei molari, mi ritroverò o sotto la posizione dominante del mio aggressore (es. monta) e cerchero disperatamente di evadere e scalare alla prossima posizione meno sfigata da cui rifiatare e attaccare, cioè la guardia, oppure direttamente in guardia.

Nelle mie palestre a ogni lezione si studia una posizione in piedi (senza però per questo credere di essere i Judo Warriors...) e io vieto ai miei studenti di inebriarsi di guardia adottandola a ogni piè sospinto, incoraggiandoli 'con le buone' invece ad applicare l'ideologia dominante del nostro stile: "Derruba, passa, decide".



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