DALLA RUSSIA, CIOE' NEW YORK, CON SUDORE
di Davide Matta
Esattamente un anno fa, il 5 luglio 2011, ho iniziato la mia avventura nel Judo e nel Wrestling frequentando il Brooklyn Wrestling Club a New York, citta’ dove risiedo.
Prima di allora avevo praticato Jiu Jitsu brasiliano per circa due anni e mezzo a Torino presso le Officine Jiu Jitsu, sotto la guida di Giuseppe Moriconi, Leonardo Santoro e negli ultimi mesi Tanzio Sperone, due anni molto belli sportivamente e non. Per motivi finanziari dopo 6 mesi di pratica nella palestra di Vitor“Shaolin”Ribeiro a Manhattan ho dovuto interrompere il mio viaggio (temporaneamente?) nel Jiu Jitsu e ripiegare su una piu’ economica palestra dal nome appunto Brooklyn Wrestling Club.
Questo club è nato negli anni ’80 a Brighton Beach, zona di Brooklyn storicamente ad alto tasso di emigrazione dalle ex-repubbliche socialiste sovietiche, per chi non ci fosse mai stato sembra di essere nella vecchia URSS: negozi con scritte in cirillico, gadget di Yuri Gagarin e nostalgiche magliette con la scritta CCCP. Il club è stato fondato da 3 allenatori di Judo e Greco-Romana all’indomani dalla loro fuga dal blocco sovietico, i tre arzilli vecchietti sono stati ottimi atleti a livello nazionale e internazionale negli anni ’60, membri della CSKA Moscow, prima di diventare allenatori. La palestra è tuttora frequentata da soli uomini e ragazzi di origine russa, siano essi ucraini, georgiani, bielorussi, armeni etc.
La lingua “ufficiale” della palestra è il russo, con solo qualche intervento in inglese a mio beneficio, e la spartanità del club e’ certamente figlia della steppa: niente spogliatoi, niente docce, niente reception o musica.
Gli inizi sono stati duri (lo è tuttora), venendo dal BJJ (cintura viola) riuscivo a dire la mia a terra pur essendo le regole e le finalita’ differenti, ma in piedi ero meno di un neofita. Per i primi 2 mesi non ho fatto nessun tipo di randori, solo tecnica-tecnica-tecnica, i coaches non mi ritenevano ancora idoneo e non volevano rischiare un infortunio. Una degli aspetti al quale ho dovuto abituarmi e’ stato il continuo cadere e prendere colpi sul tatami e il dover utilizzare molta piu’ forza fisica, potenza e atleticità rispetto al Jiu Jitsu. Sicuramente il Wrestling o il "Wrestling con giacca" (come chiamano il Judo) sono sport piu’ traumatici e di impatto e ovviamente il corpo ne risente. Un altro aspetto interessante e’ stato toccare con mano l’atteggiamento e approccio “sovietico” allo sport e all’insegnamento. Innanzitutto gli allenatori non portano il gi (alias kimono), mostrano qualche tecnica e poi si vanno a sedere su una panca a sorseggiare quello che dicono essere te’, e di tanto in tanto si avvicinano dandoti consigli e indicazioni sull’esecuzione. Dopo la parte tecnica generalmente vi è sparring a terra o ne waza, e infine sparring in piedi o randori; il riscaldamento è individuale, generalmente si esegue uchikomi o tecniche a vuoto o con il manichino. La cosa che mi ha colpito e’ che Judo e Wrestling trovano spazio nella stessa lezione, in quanto molte tecniche vengono fatte eseguire con o senza gi, cosi’ come lo sparring, ovviamente chi è più interessato ad una disciplina o all’altra dà prevalenza a quello che gli interessa maggiormente.
L’approccio alla settimana di lezioni è tipicamente figlio della programmazione russa: ogni allenamento pesante è seguito da uno leggero, poi da uno pesante e infine uno medio (come intensità, volume o quantità di sparring), un giorno alla settimana, di solito il sabato, si gioca a calcio, per recuperare attivamente. Lontano dalle competizioni vi è piu’ enfasi sulla tecnica che non lo sparring e in generale le lezioni sono piu’ rilassate e auto-gestite, la tecnica è allenata sempre ma a ritmi piu’ blandi, spesso le lezioni hanno anche durata minore. In generale l’approccio all’allenamento è meno stressante di quello che credevo con la sua alternanza di pesante-leggero-medio e di periodi piu’ o meno impegnativi e duri. La “marzialità” tipica delle arti tradizionali non esiste, anche il Judo viene visto solo come uno sport, lo stesso saluto a inizio e fine lezione e’ un saluto militare figlio dell’appartenza degli allenatori alla CSKA (squadra sportiva dell’esercito), i nomi delle tecniche sono in russo e spesso si limitano ad essere definite “attack” o “contra-attack”, per i passaggi di cintura non vi sono esami o cerimoniali.
Personalmente ho avuto ottimi risultati nell’apprendimento e buoni risultati agonistici per ora, indubbiamente se i paesi dell’est sono sempre al top nel Wrestling e nel Judo probabilmente, al di là dei talenti individuali, credo sia dovuto anche a questo approccio meno “tana delle tigri sempre a 1000 km/h” e più rilassato, dove la crescita tecnica e’ fondamentale e viene prima dei risultati (almeno inizialmente), la stessa sessione viene chiamata “pratica” non allenamento, il massacrarsi durante le lezioni sempre e comunque è poco efficace sul lungo periodo, almeno questa è la loro visione dello sport.
Per quanto riguarda la preparazione fisica, lo sviluppo della forza e dell’esplosività è lasciato ai grandi classici squat, deadlift, bench press, military press, trazioni alla sbarra, parallele, e alzate olimpiche ma generalmente -vista la difficoltà tecnica di snatch e c&j- si predilige il power clean per la sua “semplicità”. Questi esercizi vengono eseguiti di solito per basse ripetizioni e dai 3 ai 5 set senza superare mai le 10 ripetizioni totali per sessione per squat, deadlift e power clean(es. 5x2-3x3-6x1-2x5 etc…) e le 15 o 25 per panca e military press (5x3-5x5-4x8), si lavora sempre tra l’80%, 85% e il 90% di 1RM. Per il cosiddetto conditioning vengono privilegiati kettlebell snatch e swing per alto numero di ripetizioni e set o a tempo, circuiti con il manichino e a corpo libero e trasportando oggetti (farmer walk, sandbag carry etc…). Per chi ha tempo di allenarsi di Judo fare pesi nella stessa giornata è ok, ma mai fare conditioning ed endurance lo stesso giorno del Judo o si compromette la pratica del proprio sport; è consigliato fare allenamento per la forza o esplosivita’ prima della sessione di Judo, in quanto vi e’ un buon transfer a livello di sistema nervoso. La corsa per lunghe distanze trova spazio solo come recupero e non come aspetto allenante, invece gli scatti soprattutto 40 mt, 50mt e 60 mt sono consigliati, anche in salita, in quanto migliorano i sistemi fisici che vengono utilizzati nel match di Judo o Wrestling. Il calo peso non e’ mai eccessivo, generalmente se fatto consigliano di calare non piu’ di 3 kg o la perdita di forza e’ troppo alta.
Questi sono solo alcuni aspetti che ho incontrato in questa mia avventura 'dalla Russia con amore', spero siano risultati interessanti.
1 commento:
Bella testimonianza.
E bel coraggio a confrontarsi con i marcantoni russi, di solito naturalmente giganteggianti per altezza e struttura fisica.
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