CARLOS E LA SUA EREDITA'
In una sperduta località del Nord del Brasile, un secolo e più addietro, un ragazzo conobbe un massiccio lottatore giapponese, amico del suo babbo.
Carletto era piccino anche per l'epoca di stazza, e fu affascinato dalla fama e dall'abilità del nipponico, che si mormorava in paese fosse invincibile. Un ragazzino e un prize-fighter ora in disarmo, che strana coppia.
Eppure gli Dèi vigilavano e operavano, come sempre.
All'indomabile samurai giramondo, Mitsuyo Maeda, giunse l'allievo-alpha, quello che ogni sensei sogna per molte vite. Che il baffutto giappo se ne rendesse al momento conto io dubito, cosa mai avrebbe potuto combinare ai suoi occhi quel pischelletto borghese, per di più gaijin?I Numi però agiscono.
Carlos Gracie non era un brasilianetto come gli altri, egli era infuso di una forza numinosa che ne fece il più grande innovatore delle arti marziali della sua epoca e uno dei creatori della nuova era. L'allievo arriva quando il Maestro è pronto, e Maeda lo era certissimamente.
Da quel fortuito -nel senso di comandato dalla Dea Fortuna- il ritorno della vera lotta in Occidente era compiuto, l'ampio giro del mondo e la semina cominciate con l'avventura di Alessandro il Grande in Persia era terminata, il periplo concluso.
Dal terzomondiale Brasile, per ignote ragioni fatali, il Jiu Jitsu tornò a inseminare le Americhe e le terre degli europei tutte. L'araldo delle nostre genti fu Carletto, che all'epoca era solo un ragazzino vivace seppur mingherlino.
Ai due maestri volgo la mente e invio un sentito ringraziamento. Senza di loro NULLA sarebbe, e tutti noi jitsuka a loro dobbiamo la gratitudine per un opera gigantesca che ci ha permesso di esser qui oggi a godere della luce del BJJ, con affetto particolare verso l'innovatore che raccolse la fiamma. Il mondo (non solo quello del combattimento) non sarebbe lo stesso senza la tua Forza, grazie M° Carlos. Ti prego di aiutarci e di proteggerci dalla tua elevata sede attuale, OSS!
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Oss
Luigi Pequeno
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