mercoledì, novembre 28, 2012


I LIMITI DEL JIU JITSU


Un fatto tra i più detestabili dell'infervoramento settario riscontrabile nei fossilisti pseudomarzialoidi, è la prosciuttaggine oculare assoluta con cui decantano la loro arte, unica&sola in saecula seculorum, sempre secondo loro.

E il loro stile va bene anche per cucinare e vincere a scacchi, e sono capaci d'insegnarti qualunque abilità fisica esistente etc etc. Buffoni.

Il limite per i Romani era una pietra sacra al Dio Terminus ed era sacrilegio spostarla. Quindi per il più saggio e marziale di tutti i popoli i limiti erano cosa buona&giusta. Uhmm..occorre rifletterci un attimino su 'sta cosa, no?

Il limite o termine è ciò che dà una forma, come la il vetro della bottiglia consente al vuoto da essa raccolto di contenere il liquido. Ciò che non ha limite è informe, ciò che è informe è brutto/stupido/inutile.

Il concetto di limite in senso filosofico si può appaiare a quello del traguardo per il maratoneta: è ciò a cui si mira per raggiungerlo e di slancio superarlo. Non c'è corsa possibile senza arrivo, non c'è forma senza limite.

Il Jiu Jitsu stile Brasiliano o da combattimento che facciamo noi, cioè l'unico davvero tradizionale, ha dei bei grossi limiti, e per fortuna. Chi non ha termini (di paragone) è come fumo che si disperde nell'aria, effimero e quasi impalpabile. In buona sostanza capire i propri limiti è l'unica maniera per andare oltre.

Io credo fortemente che il BJJ sia l'arte da combattimento più realistica e testata in assoluto, e ho la prova provata che qualunque vero esperto è assai pericoloso per chicchessia, anche molto versato in altre discipline. Il BJJ è nato e si è evoluto al solo scopo dell'efficacia in combattimento, a differenza di altre metodiche che -nonostante le loro roboanti affermazioni tuttologiche- in realtà non servono a un beneamato piffero. Già questo è un limite, signori. Serve per combattere, non per diventar simil-ballerini o controfigure di Jackie Chan!

Il BJJ ha compreso che scambiare colpi con un avversario più grande e aggressivo è -in base alla natura delle leggi della fisica e dell'anatomia umana- perdente e quindi mira a comprimere la distanza e trascinare in nemico al suolo in qualunque modo. Altro limite. Qualche atemi (percussione) è insegnato ma è roba molto grezza, e anche il lavoro di lotta in piedi non ha quella super-specializzazione di chi fa solo quello.

Il Jiu Jitsu è stato ideato per rendere il minutino capace di sconfiggere un omone e quindi non fa affidamento sulla forza pura, i cui metodi di sviluppo sono quindi ignorati dai lutadores puri. Limite.

La nostra arte suave è intesa per il combattimento disarmato, quindi non roteiamo bastoni o coltellacci. Limite.

Ordunque, ora s'alza il nerd brufoloso, che impara su iutiubb e con alterigia pontifica: "Io pratico infatti lo stile XYZ di gitcundò cravmagda strit fait e noi facciamo TUTTO: pugni, calci, lotta, armi, fucile mitragliatore, guida in stato d'ebbrezza etc. Non abbiamo limiti..". Bravo coglione! Chi non ha limiti non ha nulla, è informe, gioca a mescolare i minestroni vestito in mimetica, se la suona e se la canta: inutilità totale.

Se non hai limite non hai qualità, non sei specializzato in nulla e sei un tuttologo, un chiacchierone marziale che messo davanti a un vero combattimento (MMA o anche luta casada) si tirerà sempre indietro. 

Quando un mio allievo baldanzoso mi parla di voler combattere, io per prima cosa gli chiedo: "Hai 3 ore al giorno per allenarti, 5-6-volte a settimana?". Sì perché già è difficile imparare il solo Jiu Jitsu, figuriamoci integrare 2 o 3 altre modalità e la relativa preparazione fisica. Insomma, io i ragazzi al macello non ce li mando e preferisco che sviluppino la famosa base forte. 

Ritornando al ragionamento centrale, ogni metodologia valida è frutto di specializzazione (mettere dei limiti funzionali). Prima di poter superare un limite bisogna arrivarci di presso, e quindi serve molta dedizione nel metodo scelto, specie un'arte così poliedrica e tecnica quale è il BJJ.

Piccolo schema:

1° Limite: striking. Risorsa: Pugilato, Muay Thai
2° L: lotta in piedi. R: Lotta Olimpica Stile Libero
3° L: armi. R: Escrima Dog Brothers
4° L: preparazione fisica. R: Crossfit

S'intende l'uso di codeste metodologie non l'arraffazzonare un guazzabuglio a casaccio improvvisandosi, ma l'integrarle in maniera intelligente alla propria, rivolgendosi a coach professionisti che mandano avanti corsi seri, ove si pratica agonismo con regolarità.

Sarà che io mi sento così tanti limiti miei personali addosso e li verifico con precisione tutte le volte che ho a che fare con combattenti di vaglia -che si baloccano con me e mi rivoltano come un calzino- da non riuscire proprio a concepire la cieca ottusità di coloro i quali s'immaginano d'esserne privi. Il limite è sano, insegna a non perdersi in voli di fantasia e ci mostra là dove dobbiamo migliorare.

Chiudo ribadendo che non è obbligatorio né necessario integrare alcunché, la scelta è libera, e tali sono le profondità del BJJ che più spesso che no la fregola del tuttologo è assai dannosa. E' invece legge avere coscienza di sé e rimanere intellettualmente onesti, stimando la propria arte come soggettivamente la migliore per noi ma al contempo consapevoli di cosa NON è, lucidi che Superman è un fumetto  e con Batman sta bene al cinema. Saluti e buona pratica, amici.




mercoledì, novembre 21, 2012


UNA GIORNATA DA SANO AMATORE
di BJJ&C.


Quasi ogni giorno ho modo di venire interpellato da amici, clienti e allievi su come fare a stare in buona forma e diventare un lottatore migliore.

L'altro ieri ero pigramente a colloquio con un mio accolito e costui ed io si divagava sull'argomento. Al giorno d'oggi, rammentavo, esiste una quantità spropositata di informazione, una messe super-gigantesca di video, libri e varie amenità, una mole galattica di sopraffina educazione. Il problema è, ribadiva anche questo mio adepto, come scegliere cosa fa al caso nostro.

Le case produttrici di abbigliamento tecnico e quelle d'integratori alimentari in primis puntano molto sui campioni come testimonials, ed inondano il web con centodiecimilioni di articoli che riguardano le loro star, a fini di marketing. Il ragazzino (ma non solo) compra il pantaloncino con le fiamme e i teschi perché lo porta il titolare dei Medi, oppure assume tot grammi di creatina monoidrata perché ne vanta le qualità l'allenatore del suddetto combattente in un altro video. Solo marketing, è ovvio, però genera confusione.

Attenzione, io non sto dicendo che i pareri di cotali numeri 1 siano dettati solo da bieco interesse finanziario e siano tutte truffe, anzi. I video e i tutorials di alcuni personaggi sono vere perle a volte, e regalano molti suggerimenti d'avanguardia. Il problema è Ruglione Pierantozzi di Molino sopra le Mura NON può allenarsi e alimentarsi come GSP, e certa informazione sovrabbondante finisce per lederne le possibilità di miglioramento.

Quindi bando alle ciance, di tanto in tanto faccio un post di uso pratico, non solo polemiche contro i panzoni maestroni fossili o voli pindarici sui massimi sistemi! Io qui mi prendo la responsabilità di abbozzare uno schema semplificato al massimo, che sia adatto a tutti su come svolgere una giornata all'insegna del benessere e della prestazione fisica, un quid che possa andare bene anche per Ruglione. E' uno schema che va bene per chiunque, dall'adolescente al pensionato, ma chiaramente è solo uno schema di base, su cui poi vanno apportate le modifiche necessarie. Comunque funziona. E' l'approccio "furbo" o minimalista che dir si voglia.

1) Risveglio = 5-10 min. mobilità articolare, 7gg su 7

2) Pausa pranzo o tardo pomeriggio = allenamento nello sport scelto 3gg a settimana; i giorni off mat preparazione atletica (per i più seri). 

3) Prima di dormire: 5-10 min. stretching dolce (yoga), 7gg su 7

E' ovvio che per qualunque persona al mondo un' alimentazione sana col minimo tenore di cibi industriali, scarsissima in carboidrati raffinati (e distillati), ben curata nell'idratazione, va mantenuta diciamo...365gg l'anno.

Questo schema se seguito alla lettera è ricco di risultati e povero di esigenze in termini di tempo + sudore, e consente a ogni jitsuka o assimiliabile di puntare al benessere, prevenire gli infortuni e mettersi nelle migliori condizioni per sviluppare un fisico forte e resistente alle malattie. 

Avanti Ruglioni di tutt'Italia, 10 minuti al mattino e 10 alla sera uniti al cibo giusto e a un normale corso in palestra è garanzia di qualità.

mercoledì, novembre 14, 2012


L'ASCESA DI KEENAN, IL FIGLIO D'ARTE


"Champions are made" potrebbe essere lo slogan del funambolico Lloyd Irvin, arcidiscusso boss del Jiu Jitsu. Il nero americano è chiacchierato per le sue affermazioni roboanti e per il marketing iper-aggressivo, ma c'è poco da fare: i fatti parlano da soli. La cintura nera di Leo Dalla ha creato un manipolo di aggrovigliatori che fanno "tutto-mio" alle competizioni, unici yankee a sfidare il superpotere delle corrazzate brazil.

Sopra tutti si staglia la figura di Keenan Cornelius, un ragazzino cintura marrone che nel 2012 ha fatto en plein, vincendo ogni competizione di rilievo internazionale, compreso il Mundial NoGi, dove ha finalizzato tutti i suoi avversari. Un vero mostro dalla faccia d'angelo!

Questo giovane ha un BJJ iperaggressivo ed è la prova vivente insieme ai suoi compagni di team, che le innovazioni proposte a livello di drills dal loro maestro sono ben solide. La cosa che è stupefacente di Keenan è la sua 'fissazione' per la sottomissione, come a dire un Jiu Jitsu old school (finalizzare a tutti i costi) ma reso 5.0, modernissimo per delle transizioni a velocità superluminale e preparazione fisica professionale, oltre che da una sagacia tattica da smaliziato compedidor.

Il biondo figlio dell'istruttore di BJJ all'accademia di B.J. Penn ha spazi di miglioramento illimitati. Ha già dichiarato di essere interessato alle MMA, staremo a vedere.

mercoledì, novembre 07, 2012



EVOLUZIONE E TRADIZIONE

Ho raccontato molte volte su questo blog che il termine "tradizionale" nelle arti marziali è quello più abusato e invertito. Tradizione vuol dire tramandare, e si tramanda (si dovrebbe) il nucleo essenziale, i principi fondanti, l'efficacia di uno stile.

Guardiamo i due video sottostanti, separati da uno iato di ben mezzo secolo.



Appare evidente anche a un occhio non esperto che modi e maniere sono molto, molto simili. 

In pratica oltre 50 anni sono trascorsi e i fautori di un certo 'stile' si sono attaccati pervicacemente al passato, vietandosi di sperimentare indi innovare indi rimanere aggiornati e utili. Allenarsi è per loro qualcosa di simile al rievocazionismo storico in maschera, un gusto per il vintage simil-borghese svincolato da ogni realistica applicazione sul campo. Ma deve andare per forza così? No, non deve.




Questo è un esempio simile al primo video, direi che le differenze sono infime. In quell'epoca evidentemente si può ipotizzare che il pubblico si aspettasse quello perché questo è ciò che l'arte era capace di dare: una sequenza di "mosse" furbe. Aveva certo un suo ben preciso motivo d'esistere in cotal modo, allora era validissimo e dava delle risposte utili. Il tempo passa, però.




Anno 2012. Qualcuno ha smesso bombetta, cravattino e 'mosse furbe', e questo per via del fatto che a suo tempo capì: senza sperimentazione -sparring regolare con avversari non collaborativi ed esperti più gare- vi è solo la vetrificazione e la morte

Ecco che nel senso di tradizionale vi è chiaro chi lo è veramente, chi ha tramandato, aggiornandola continuamente sul campo come qualunque tecnologia bellica, e chi invece gioca soltanto a fare le "mosse giapponesi antiche" senza alcun utilità, senza in fondo tramandare nulla di nulla. Scopo del Jiu Jitsu è l'efficacia nel combattimento reale, non il divertirsi a indossare abiti ottocenteschi, compiere stopposi rituali di saluto in lingue asiatiche e dilettarsi al maneggio di armi desuete (inesistenti ormai). Quello che era vero in termini di anatomia e fisica nel 1500 è vero anche oggi, ma il modo di applicarlo si deve aggiornare, migliorare. I principi dell'elettricità e onde radio non mutarono, ma tra il grammofono e l'Ipod c'è la sua ovvia, scontata differenza.

Allo stesso modo la pensavano gli antichi Romani, i nostri diretti antenati, padroni di un esercito invincibile. Questo popolo di veri reazionari (conservavano tutto) era allo stesso tempo consapevole che senza evoluzione vi è solo degradazione, e aggiornavano continuamente le loro armi e tattiche militari, in un progresso ininterrotto.

L'esercito della Roma Prisca fatto di contadini-soldati, senza quasi cavalleria e schierato in falange, sarebbe stato disintegrato con un'alzata di spalle dalle legioni dei tempi degli Antonini. Eppure erano perfettamente coscienti della continuità ininterrotta nella medesima istituzione, e quei guerrieri maestosi sapevano con certezza distinguere tra cosa è essenziale e tradizionale (i valori spirituali e l'efficacia in combattimento) e cosa è solo nostalgia da mercatino rionale dell'usato.

Il nostro BJJ a tutti gli effetti è quel Jiu Jitsu che si vede nei video in b&n in alto. Egli è sé medesimo proprio perché si è evoluto, è cresciuto e risponde alla sfida dell'ambiente circostante, così come la romana legione era sempre lei dopo 1000 anni di evoluzione. Il BJJ è tradizionale, è la continuazione di qualcosa e gli altri no, sono fossili, vestigia utili solo agli storici o ai collezionisti di roba morta.