mercoledì, gennaio 23, 2013


UNA PALESTRA GRATUITA A VITA

Ho tutti i giorni a che fare con ragazzi desiderosi di implementare la loro preparazione fisica ma scarsi in finanze e (a volte) anche di tempo per frequentare una seria palestra dedita alla preparazione atletica di atleti, che i normali palestrifici patinati per gommoni spesso sono del tutto infungibili allo scopo.

Nel frattempo che codesti giovinotti non trovano due lire per mettersi almeno un bilanciere olimpico in soffitta, ricordo a loro e a tutti che esiste un club aperto 24h su 24, del tutto privo di costi e sempre funzionale: il nostro corpo.

La ghisa serve, ma nel frattempo farei mente locale su un concetto: alcuni dei migliori lottatori di tutti i tempi non l'hanno mai usata e si sono invece sfondati di esercizio a carico maturale. Non serva ribadire poi l'ovvietà che i ginnasti, quelli delle olimpiadi, sono gli uomini più in forma e col fisico più bello del mondo.

Orsù atleti poco forniti di soldini, esaminiamo cosa fare, quanto e come.

In primis gli esercizi-base:
-piegamenti sulle braccia
-squat
-affondi laterali
-addominali a libretto
-affondi
-trazioni alla sbarra
-burpees

Si comincia da dove si è, anche fossero 3 ripetizioni in croce, e si aumenta il numero delle serie. L'obiettivo dev'essere di eseguire almeno 100 ripetizioni al giorno (trazioni e burpees con più calma).

Una volta che si sia in grado di eseguire questo livello di lavoro, è possibile aumentare il coefficiente di difficoltà variando l'angolo (es. piegamenti co i piedi rialzati), l'esplosività del movimento (squat saltati) o anche il carico, comprando un giubbino zavorrato rigorosamente usato su internet. Il  grave eccedente si aumenterà con calma e gradualità, fino ad arrivare anche ai 20kg per i pesi massimi.

Un lavoro 6 giorni su 7 con qualche centinaio di ripetizioni zavorrate, mutando spesso ritmo e fasi dell'allenamento (serie, ripetizioni, angoli etc) consente a chiunque di arrivare a una preparazione fisica davvero molto buona, anche prima di aggiungere esercizi più complessi e acrobatici. In attesa che Babbo Natale porti un Eleiko, magari!




mercoledì, gennaio 09, 2013


PERCHE' ALLENARSI A COMBATTERE


Prendo spunto per questo articolo da un bel video trovato sul tubo.



Allenarsi nelle arti da combattimento reale è un panacea. E' utile, dona fiducia in se stessi, crea un fisico bello e agile, mette a contatto con gente palluta e poco incline alla fighettaggine calciattorica, è senza limiti e l'apprendimento dura per tutta la vita, e potrei elencare altre 320 cose.

A me preme demolire il mito imposto a viva forza dai media asserviti al regime (l'itagLia è a tutti gli effetti una colonia iuessei, ai sensi degli accordi di Cassibile e in virtù della resa incondizionata del 1945) che combattere a mani nude sia cosa da barbari, da gente rozza e ai margini della società.

Molte volte ho ribadito una verità storica, e cioè che i grandi Imperi del passato erano guidati da caste di guerrieri e che l'arte di lottare era privilegio (seppur non sempre esclusiva) dei colti e dei ricchi. La Boxe ottocentesca inglese per esempio era detta la Noble Art in verità per la sua pertinenza alla classe aristocratica.

Nel Jiu Jitsu non è difficile incontrare laureati, professionisti affermati e ogni sorta di lavoratore di concetto, lo si sappia. Solo che dall'esterno non lo si capisce, che spesso sono rasati, tatuati e con le recchie orride!

Lottare è cosa umana, svilupparsi in tutte le componenti umane (fisica, psichica e spirtuale) è cosa divina. Stare al bar con il bicchiere di gin o a casa a guadarsi la tivvù invece è cosa sub-bestiale e indegna di chi si vanti d'avere un cervello in mezzo al cranio. Ita est.




mercoledì, gennaio 02, 2013


AJ e il NUOVISSIMO JIU JITSU OLD SCHOOL 
in USA

Ormai m'è presa di diffondere informazioni sulle nuova generazione di mostriciattoli che sta infestando i tatami delle competizioni più prestigiose.

A.J Agazarm, cintura marrone della California, esprime quel Jiu Jitsu "globale" che tanto mi piace e che unisce il massimo della marzialità con la sopraffina efficacia nell'amatoriale con kimono.

Il mantra "Proietta, passa e finalizza" lo conosciamo tutti, ma in molte accademie di BJJ ne sembra sconosciuta l'applicazione. La devastante efficacia in campionato delle varie 50/50, rubber guard, berimbolo etc finiscono per depauperare e de-marzializzare l'arte suave, incitando i giovinotti a saltare solo in guardia. A torto, perché questi nuovi fenomeni della "altra sponda" dimostrano quanto bene si possa fare in termini di metalli pesanti con la vecchia scuola.

AJ è un ex wrestler votatosi al Jiu Jitsu sotto la tutela del nume Eduardo Lima prima e di Carlinhos Gracie Jr. poi, del quale è diventato un mezzo figlioccio. Lotta in piedi devastante, pressione intollerabile sulla guardia e finalizzazioni dinamitiche unite a una preparazione fisica da liberista di livello, sono i punti di forza di questo 25enne che si è spostato dall'altra parte dell'America per seguire il suo sogno. E ci sta riuscendo alla grande, le vittorie fioccano e il ragazzo è sotto gli occhi del mondo intero. Io tendo a pensare che un atleta di questo tipo interpreti il Jiu Jitsu nella maniera sportiva che più s'avvicina all'ideale dell'applicazione in termini di combattimento reale, e che per molti versi più corretta, quindi. 

Auguriamoci che sempre più atleti 'globali' come questo giovane di origine armena calchino con successo le materassine (e poi magari gli ottagoni) del pianeta, nell'interesse del BJJ e della sua guarigione da una troppo pronunciata guardite.