giovedì, aprile 29, 2010



DURO QUANTO SUDO




Giochino di parole, l'avete capito no?


....

Vabbè dai..ve lo spiego..


Io ipotetico combattente duro in quanto a energia in base a quanto sudo (in allenamento), e di conseguenza sono tanto duro come omo quanto mi sforzo in palestra.


Vi pare un ovvietà? Mica tanto, sapete. Il mondo delle AMI -arti marziali irreali- del tutto maggioritarie in quanto a numero di praticanti rispetto alle AMR infatti è pervaso da ogni sorta di perniciosa leggenda e trucco pubblicitario markettaro, e le folle di queste inutili (ai fini del combattimento) sétte marziali sono avviluppate da un coacervo di sciocchezze incredibili, del tipo che siccome "conta la tecnica" è normale per questi soggetti non essere capaci di eseguire una serie decente di squat o di ripetute in salita, cose così.


L'assenza di confronto genera i mostri della 'difesa personale tradizionale', del survival-army-caramba-combat, delle onde energetiche e delle stellette ninja. Nel chiuso della sétta marziale i furbi ingrassano e i polli vengono spennati, e fin qui ci sarebbe anche una certa giustizia di fondo. Quel che è però gravissimo e va combattuto a fondo, è il possibile contagio che da questa massa oggettivamente enorme di manipolati si può estendere ai praticanti di AMR non scafati.


Nell'interesse dunque della corretta informazione sulla scienza dell'allenamento, sono costantemente qui a riportare video e simili su come addestrarsi seriamente, possibilmente anche in economia. Ne ho segnalati a dozzine, e da quelli a sua volta è facile risalire a innumerevoli correnti dello scibile umano sul come farsi il sedere quadrato.


Ciò premesso, voglio aggiungere anche una mia nota personale. Trattasi certo di considerazioni soggettive, ma condivise dal 100% dei fighters del pianeta, dunque un bel campione statistico direi. E' anche mia opinione che al momento di uno scontro reale, stradaiolo o sportivo che sia, la maggior parte della nostra lucidità e razionalità volino via nei primi decimillesimi di secondo, e con esse buona parte della 'tecnica' lavorata pian pianino e senza troppi sforzi. Il combattimento insomma è un turbocompressore che schiaccia il tempo e le risorse disponibili, creando un altro-quando dove emerge ciò che relamente siamo, e di sovente non è poi molto.


Per crescere di un soffio in condizioni estreme c'è bisogno di uno sforzo considerevolissimo 'a livello del mare', cioè nelle normali e non oppressive condizioni di palestra. L'allenamento deve portare gradualmente l'adepto a livelli elevati di stress, e questo può avvenire SOLO&SOLTANTO tramite l'uso disciplinato e inesorabile di:


1) seria preparazione fisica multi-livello a tutta randa

2) sparring con avversari non collaborativi ed esperti

3) gare a contatto pieno (grappling e/o striking)


altrimenti son pugnette!


Non c'è assolutamente nulla di male dal non volersi impegnare troppo e preferire attività rilassatozze, ognuno è liberissimo di far ciò che gli garba, BASTA NON RACCONTARE PANZANE PERO'!


Una delle peggio leggende che circolano nell'ambiente marzial-fossile è la famosa fumosa frase del pugnettaro panzone o stenterello, con la sua ignominiosa preparazione fisica di un ricoverato in geriatria, allorchè gli fanno notare le sue condizioni da cadavere ambulante.

"In strada il fiato, la forza etc non servono, perché il combattimento si svolge in pochi istanti" e giù di sproloqui sui colpi mortali, le ditate negli occhi e il pugno carico di Chi..


I fedeli, allora, rassicurati dalle sagge parole del loro guru, tornano a praticare i kata e si sentono molto felici..


ILLUSI!


In prima battuta è del tutto falso che i combattimenti 'da strada' -anche quando si potesse classificarli e invece non è possibile- durino sempre pochi secondi. E' cosa normalissima che invece possano durare assai, contrariamente alle aspettative, ma a parte ciò è stupido immaginare che nell'imprevedibile le cose si sistemino graziosamente come il panzone marzialoide spera, e che a lui riesca di imbastire nella situazione ultrastressante le sue fantasy-based martial arts, che tiri fuori dal cilindro della tempesta adrenalinica proprio un qualcosa di arzigogolato e astruso che il suddetto non prova mai e poi mai davvero sotto pressione. Sarebbe bello che ci attaccassero sempre vecchiette paralitiche o nanerottoli alla Maurizio Costanzo eh? Invece no, la verità è che se ci aggrediscono si tratta di qualcuno più forte e aggressivo di noi, che si prende il vantaggio del primo colpo e che forse è anche abituato a litigarsela. Gli esseri umani (specie quando sono più grossi e incazzati) non sono così facili da rendere inoffensivi, e ribaltare lo sconquasso di un'aggressione ben congegnata richiede tanta potenza fisica, mentale e..tanto culo.


Come gestori di buttafuori e sergenti dei Paracadustisti sanno benissimo, l'uomo stanco è un uomo vile. Ogni essere vivente è combattivo finché ha birra nei garretti, e la paura e lo stordimento di un combattimento bruciano le risorse del corpo a velocità iperspaziale. I primi decimi di secondo di un alterco possono aver gettato così tanti ormoni inibitori nel flusso sanguigno da volerci duemila cavalli-vapore in surplus per rendere in maniera appena passabile. E la sensazione di gelo seguente a un colpo ricevuto necessita di anni di allenamento per poter essere contrastata, altro che storie. Qualunque fighter che intervisterete, vi confermerà che nelle risse in cui è stato coinvolto ha potuto rendere un 10% scarso di quello che è capace di fare sul quadrato, figuriamoci un comune borghese!


E' quando sei stanco morto, che hai tirato l'ultima ripezione sputando lo stomaco o inzaccherato la maglietta di sangue dal naso nei guanti sul ring, quando hai il kimono fradicio neanche lo avessi lanciato in una tinozza, che si migliora e si crea un qualcosa di indissolubile. Senza nessuna tecnica non si combatte, è vero, ma la tecnica senza le pile è inutile.


Detto e ribadito che in palestra s'impara a combattere e che NON c'è equivalenza con quello che avviene altrove, bisogna imprimere nella memoria collettiva quello che ogni "pugile" o "lottatore" sa per ovvio:

duro quanto sudo.


martedì, aprile 27, 2010

ALESSIO SAKARA VS NATE MARQUARDT
all'UFC 116 - LAS VEGAS

E così il mio ex compagno di allenamento dei vecchi tempi alla Tribe è davvero proiettato al top delle MMA mondiali. Il suo match con lo yankee infatti rappresenta il vertice di una lunga carriera, nonostante la giovane età dell'atleta romano.

Il nostro Alessio detto "Legionarius" è riuscito infatti ad arrivare allo scontro con uno dei tre più forti pesi medi della galassia UFC e quindi del mondo; Nate era in rampa di lancio per il titolo quando ha subito da Sonnen una sconfitta -ai punti ma netta- davvero inattesa, e ora rimane al pit-stop ma pur sempre una megastar, uno dei più temuti e riconosciuti pericoli-pubblici della sua categoria, monopolizzata da Anderson Silva.

Per Alessio il match del 3 Luglio si presenta molto in salita, ha davanti uno che è completissimo in ogni singola mixed art e dotato di fisicaccio (nb: ricordo che Nate ha disintegrato il dio del BJJ Demian Maia in pochi secondi), però il Legionarius a essere l'underdog, lo svantaggiato dal pronostico, ci è parecchio abituato e se ne farà un baffo. Un'eventuale vittoria proietterebbe l'atleta italo-americanizzato dell'ATT ai supervertici, nella top five, e in lizza per il prossimo titolo in palio.

Vuoi per la simpatia umana guasconesca del personaggio ma soprattutto per le patrie origini, mando un grosso in bocca al lupo al Legionario: che lo spirito della Centuria lo possa sorreggere anche oltre le sue umane forze e dargli la Victoria nella città delle slot-machines.


mercoledì, aprile 21, 2010



MA IL JIU-JITSU E' UNA RELIGIONE?



Affermazione pesantissima, per quasi tutti paradossale. La maggior parte di voi mi riterrà addirittura rincitrullito al solo porre la questione.

Sarei anche disposto ad ascoltare e considerare certe obiezioni, a patto però che chi me le fa sappia cosa vuol dire davvero la parola religione.

Vi stoppo subito. Come molti altri termini latini, anche questo ha subito una deriva semantica e un imbarbarimento col passare del tempo. Per la maggior parte della gente, religione vuol dire un mix di spiritualità, cerimonie con incenso in chiesa e preghierine alla madonnina buonina..

Errore.

RELIGIO (pron: re-li-gh-i-o) vuol dire 'riconnessione' da religare, in sancrito YUG da cui Yo-ga. Lo Yoga una religione dunque?? Riconnettersi al Principio eterno, riconnettersi alla propria natura (nel ns. caso di guerriero) che del Principio è frazione non-divisa, questo vuol dire davvero religione.

Dicesi davvero religione NON la supina e robotica appartenenza a una sétta, coll'automatico partecipare a certune cerimonie e sposare la sottomissione a una casta pretesca e alle di lei fisime, bensì il contrario esatto. Riconnettersi a eterne verità, a principi non suscettibili di transmutarsi nel tempo, all' atemporale ricerca del Vero, che è ovunque e in ognuno e non conosce né padroni/concessionari in esclusiva (papi,imam,rabbini) né schiavi ('fedeli')

Religione come concetto PUO' implicare particolari convinzioni sulla natura del Divino e sull'oltretomba, ma NON per forza, attenzione attenzione! Quel che conta è concepire la possibilità di grandezze superiori ai meschini umanoidi, a forza cosmiche inerenti però anche a noi stessi e che permeano la Realtà, e darsi dunque da fare in ogni modo per auto-migliorarsi al fine di assomigliare all'eterno Bene, all'eterno Vero, all'eterno Giusto, quale che sia la sua traduzione nella contingenza di una cultura piuttosto che di un'altra.

Nelle scherzose affermazioni di tanti amici praticanti, che sul loro profilo Facebook scrivono "Orientamento religioso: Jiu-Jitsu" c'è nascosta una verità profondissima. Infatti se del Jiu-Jitsu o consimili arti reali si sposa la natura integrale, e non soltanto quindi un aspetto transitorio e parziale come l'agonismo o la "difesa personale", si va incontro a sofisticatissimi metodi per l'autoperfezionamento umano, per l'elevazione psico-fisico-spirituale. Insomma, per farla breve, ancora una volta: NON è solo sport, NON è solo metodo di cultura del corpo etc, è un turbocompressore per la palingenesi individuale del praticante.

Le arti da combattimento reali servono a "svegliare" l'adepto, è questo il succo del discorso. Come ogni altro Do (Via) funzionano solo&soltanto se la persona ci si dedica e ha Fides, altrimenti no. Sono il frutto delle genialità e sperimentazioni durate millenni da parte di caste guerriere, non cadono dal cielo. Riconnettersi alle proprie radici è del tutto indispensabile per capire se stessi, ma per farlo si deve passare attraverso l'ascesi della materassina/ring. Tocca cioè spersonalizzare la pratica e astrarla dalle considerazioni temporanee quali fama, soldi etc. e concepirla come un sacrificio sacro a se stessi. Nel tempo - e solo nel tempo- leggerissimi cambiamenti si sovrapporranno l'uno sull'altro nell'atleta, e posto che costui ci faccia attenzione, porterranno inevitabilmente a un miglioramento e del carattere e dell'attitudine generale della persona in oggetto.

Le AMR sono un dono divino all'umanità, giunte sino a noi in quest'epoca di estrema decadenza della civiltà tramite il sacrificio di generazioni di combattenti. Tocca a noi riconnettersi alle nostre radici e tramandare a quelle venture il lascito inestimabile del Dio MARTE.

Vi sembro enfatico, esagerato?

Pace, ognuno ha diritto alle sue idee, persino Mario! Vi invito però a non cacciare subito questo articoletto nel dimenticatoio e invece darmi il beneficio del dubbio. Come per ogni altra esperienza della vita, anche quella della trasformazione di sé su base marziale, NON è trasmissibile con le parole, va provata sulla pelle e basta. Se volete veri-ficare quanto io qui vado affermando, non potete che imbracciare guantoni e/o kimono e sperimentare con la dovuta attitudine, non c'è scampo.

Io non dico che PER FORZA di debba fare del Jiu-Jitsu et similia la propria religione, ci mancherebbe. Dico solo che PUO' esserlo ma nel significato profondo e originale del termine. Che praticare un'AMR con il dovuto trasporto e rispetto PUO' dare dei risultati interiori elevatissimi e sconosciuti alle cd. religioni moderne o meglio sétte (alcune marziali), intese a demolire la psiche dell'adepto e a farne una mucca da mungere e basta.

domenica, aprile 18, 2010


SEMINARIO DI PRIMAVERA CON FEDERICO
17.04.2010 - REPORT


Un ennesimo seminario di Jiu-Jitsu di alta qualità in casa Centurion. Il nostro direttore tecnico nazionale e amico, Federico Tisi, è venuto a farci visita per il previsto appuntamento primaverile del 2010.

Anche se ho paura di ripetermi e di apparire zuccheroso, devo insistere sul divertimento, la lucidità e il fervore quasi religioso pro arte suave che il nostro Careca riesce ad infondere in chiunque.

Al di là di siparietti goliardici dovuti al sottofondo delle vicine prove teatrali, questo seminario ha visto un grande afflusso di partecipanti da diverse parti d'Italia e un gradevolissimo feeling tra tutti noi. Tema del giorno: la 1/2 guardia; come portare un avversario a terra e cosa fare nel caso lo faccia lui a noi, facendoci finire in 1/2 Guardia superiore, e da sotto contrastare con la 1/2 guardia profonda.

La "mezza" è la posizione più dinamica del BJJ e quindi la più complessa, ma il Tisi è riuscito a far digerire a ognuno il senso del discorso. Alla fine sparring a manetta per tutti (tranne che il povero sottoscritto scassucchiato al ginocchio) e poi il mestre ha conferito 2 cinture blu.

Trattasi di un momento storico per il Team, visto che siamo alla 3a generazione centuriata. Per la prima volta allievi di un mio allievo insegnante, Francesco"Taba"Braccini, hanno raggiunto la faixa colorata. Non vi nascondo l'emozione che ho provato in quel momento, la stessa dei due neo-graduati, e cioè Francesco"Legno"Nocchi e Rossano"Babbo"Rossi. I due vecchi tostoni hanno sudato 3 lunghi anni sotto la triplice cura dei loro pelati insegnanti, vendendo cara la pelle sui tatami delle maggiori competizioni, e si sono meritati di portare il gravoso peso che nel BJJ sta intrinseco in una cinta pittata.

Più in piccolo poi ci siamo permessi anche noi di premiare Fede, regalandogli il primo esemplare in assoluto di t-shirt del team, very fighissima (nb: seppur sperimentale è disponibile, le prenotazioni sono aperte per gli interessati).

Anni di duro lavoro sulla piazza toscana e le soddisfazioni arrivano, è dolce come sensazione. Dico grazie davvero sentitamente ai sudati seminaristi in kimono, e specialmente all'onorevole drappello veneto giunto sin dalla non vicinissima Pado-war.


giovedì, aprile 15, 2010

LA SPIAGGIA S'AVVICINA?



Ordunque, miei prodi, la 'prova-costume' incombe e anche se non siamo donnicciole assatanate di complimenti altrui, tocca dasse da fà. Tocca slonzarsi, e veloce pure..

Insieme alla Dieta a Zona, che GIA' dovreste stare seguendo, è d'uopo infilzare via via sempre più conditioning cardiovascolare accanto alle nostre amate AdC. Le straottime routines di kettlebells e circuitame vario potrebbero non bastare per sfoderare un addome decente, e allora?

Tanto per darvi-darmi la benedetta ispirazione a svegliare le scarpette da corsa, posto un video motivante che vede in azione la belva bielorussa, Andrei"Pitbull"Arlovski. Roba tosta, roba che funziona sul ring/tatami e che smorza la noia classica da corsa monocorde.

Questo ex poliziotto di Minsk ha subito molte smusate di recente, e ha ben pensato di ricalibrare la sua carriera, fuggendo alla corte di re Greg Jackson in Arizona.

Io lo trovo in superforma, voi che dite?

E' ora di scongelare/acquistare le Mizuno da running, gente.



mercoledì, aprile 14, 2010



UNA SCELTA FACILE FACILE



Roba da nerd saper scegliere per chi tifare, no?

Ci vorrà mica nulla per stare al fianco di Gegard Mousasi, l'assassino armeno, nel suo match-titolo per la corona dei Massimi Leggeri allo Strikeforce di sabato notte?

Tra il giovane genio delle MMA, il serio e talentuoso sportivo, e il nero ultrasborone vestito da pagliaccio Lawal (seppur fortissimo ok), voi chi scegliete??

Diverso discorso invece nello scontro titolo dei Medi tra "Hendo"Henderson l'immarcescibile e Jake Shields. Due fenomeni, due persone dall'immagine a modo, dò leggera preferenza al jitsoso Jack ma la vedo dura per lui nei pronostici, molto. Melendez-Aoki per i pesi Leggeri è un diluvio di tecnica e cuore; io stimo il giappo 2a1 ma davvero tutto è possibile.

Tutto l'evento, in diretta TV sul principale canale USA lo ricordo, è stragodurioso e molti media non-allineati lo identificano come il sottoscritto quale vero turningpoint della definitiva affermazione della lega sul proscenio internazionale, aspettando Fedor.


martedì, aprile 13, 2010


PIPPO, alias SILVERFINGER


C'era Mida, che toccava e trasformava in oro tutto, poi il "bondiano" GOLDfinger.

Filippo"Argento"Fioretto da Firenze si può dire un loro emulo, solo col metallo meno pregiato. Il nostro forte agonista del team ha deciso di beneficare i suoi avversari e nelle competizioni dare il massimo fino all'ultima lotta, per poi cedere cavallerescamente l'alloro al suo opponente...

Pippo è allenato, è in forma ed è migliorato molto (specie nel gioco in piedi), ah.. se solo riuscisse a mantenere la concentrazione sino in fondo!

Congratulazioni argentee dal suo coach e da tutta la squadra.


sabato, aprile 10, 2010


IL VENDICATORE DEI COMBATTENTI
OSCURATI DAL PALLONE




Il calcio-truffa occupa tutti gli spazi? Si mangia tutte le dirette TV? Distribuisce milioni di euri dell'erario come fossero noccioline mentre noi degli Sdc/AM patiamo la fame nera?


Pace, c'è chi ha dimostrato come i tempi siano cambiati, e con la classe del pitbull rabbioso pure.

Il signor Georgi"Insane"Karakhanyan si è permesso il lusso di mandare affanculo il calcio professionistico (seppur USA) e, nonostante i rischi per un emigrante russo in America -ma di schiatta armena- come lui, si è dato con successone alle MMA per mestiere.

Iniziò a fare BJJ per integrazione al soccer, il giovane pro, e così si rese conto della sua vera vocazione. Mollato il pallone si è infilati i guantini e non li ha più levati, Georgi detto lo "strambo". Sta facendo sfracelli nei pesi piuma all'interessantissimo Bellator (12-1-1), e sinceramente è per me l'ennesima conferma del sangue indomito di quel popolo di combattenti.

Il suo esempio deve far riflettere, e ben sperare. Quando si piantano sani semi in terra sana, poi succedono cose belle. Al notevole DNA anatolico della sua gente, il giovane ebbe la fortuna di assommare l'esempio paterno del babbo marzialista che lo instradò all'amore per la Bella Tenzone sin dall'età del ciucciotto. Questo ha fatto sì che, decenni più tardi, il Georgi nazionale si levasse di dosso la malattia pallonofila e si desse per fortuna all'agone.

Che il Cielo te ne renda merito, Georgi: a me doni tanta contentezza e ottimismo.


lunedì, aprile 05, 2010


UN UOMO DA RISPETTARE


E siamo a 2. Due post su Shane Carwin, fresco detentore del massimo titolo all'UFC, in pochi giorni. Perché? Innanzitutto come ho già detto, per la concretissima speranza che Shane ci levi dalla vista l'orrido Brock Lesnar.

L'altra ragione è che voglio mostrare come anche tra gli yankee esistano fior fior di lottatori dotati di signorilità, qualità pubbliche e uno stile di comportamento ineccepibile. Shane infatti non fa il teatrino, Shane è un ingegnere laureato che solo da pochissimo ha mollato il posto fisso e che fino all'altroieri si allenava mentre elargiva progetti edilizi.

Nel frattempo che il broccolOGM spara sui media stupidaggini da show-wrestling a destra e manca, Shane lascia parlare i suoi pugni extralarge. I Kimbo e i Rampage girano ubriachi su gipponi cromati? Shane sta a casa con moglie e figli, a leggere un libro. I volgari teatranti imbandiscono una carnevalata dopo il verdetto? Shane rimane composto e virile. Attori marziali si girano i canali TV a svergognarsi? Shane si limita alle interviste via mail e con classe.

Saranno le sue appendici iperextralarge e la sua titanica fisicità da atleta a sistemare il broccolo bombardatone, ne sono certo. Una giustizia nella gabbia/ring esiste, il merito emerge, sia lodato il Cielo. Che il re dei Pesi Massimi sia un uomo da stimare è cosa fondamentale per la successiva crescita ed evoluzione delle MMA, e quindi di rimbalzo -lo ricordo- anche per le 4 modalità.

Io sono un tipo romantico e risaputamente idealista, e trovo da godere pazzescamente quando certi ideali o idee hanno giusta realizzazione concreta, alla faccia dei delusi scettici frignoni: il "buono" vince, ogni tanto, oltre all'imbattuto Carwin faccio notare infatti che il samurai Machida primeggia, il patriota russo Fedor domina e il gentleman GSP non lascia scampo, alleluia.

domenica, aprile 04, 2010


PRIMA CHE IL GRACIE VENISSE


Lo studio della storia del confronto marziale disarmato realistico è un campo affascinante. Senza dubbio per quanto indietro si scavi, sempre si trovano le stesse conferme. Egizi, hindu dei tempi dei Veda, lottatori greci e romani, fino alle moderne MMA: il grappling è la base. Ho descritto molte cronache affascinanti, e di recente ho ricostruito per voi la vera storia del Jiu-Jitsu.

Nelle arti da combattimento reale non c'è bisogno di inventarsi leggende, le mitologiche panzane sui maestri dalle mani assassine come riportato fedelmente da adepto ad adepto; per le arti reali la documentazione inoppugnabile abbonda. Si potrebbe partire dall'Iliade e dall'Eneide, per esempio, ma non andiamo indietro di così tanti millenni. Il fatto che i puristi dei metodi di lotta con prese e finalizzazioni siano sempre stati i dominatori degli scontri interstile è un fatto che adesso ci sembra (dopo anni di disinformazione fossile) abbastanza scontato.

Il problema è che lottare corpo a corpo offre delle situazioni non di immediata decrittazione da parte dei profani che assistono, e questo porta nel tempo all'emergere incontrastato della spettacolarizzazione percussiva dei confronti, cosa della quale il recente trend dell'UFC è un classico esempio. Quindi passa il tempo e lo striker, aiutato dagli avidi promoter e da regole compiacenti, riconquista il favore del pubblico fino a obnubilare il più efficace ma meno spettacolare grappler.

Così era avvenuto anche all'epoca del primo vero incontro di moderne MMA di sempre. Correva l'anno 1963 e un furbo giornalista amerighéno si mise a deridere le arti orientali e in particolare la "lotta giapponese", facendo un brutto minestrone di tutto e cercando a grandi linee la dimostrazione che i 'lottatori' sono inferiori per principio ai feroci striker, a quell'epoca unificati sotto le potenti ali della Boxe. Mise in palio dei quattrini e apparve sulla scena lo sfidante.

Il grappler di cui parliamo era un vero diavolo, una innovativa fusione di lotta americana, il Catch e di Judo e Jiu-Jitsu. Un vero figlio d'arte perché Gene"Judo"Le Bell era letteralmente nato sul tatami. Sua madre era una procuratrice di pugili e direttrice di una famosa palestra, e mise il figliolo sin dalla nascita nelle mani dei suoi istruttori più fidati, tra cui leggende quali Ed"Strangler"Lewis. In breve Gene divenne un campione e conquistò a suon di legnate il titolo assoluto USA di Judo.

Quando sentì il profumo dei dollari accorse a difendere l'onore degli attorcigliatori -più che delle arti orientali fossili alle quali non era legato se non come agonista del realistico Judo- e finì per diventare famoso. Il match lo vide opposto a uno dei più forti campioni mondiali (5° nel ranking dei Massimi) di Boxe del momento, ed è una vera chicca da guardare. Non stupirà voi lettori la schiacciante vittoria del grappler?

http://www.youtube.com/watch?v=n9mER2BmNRA

sabato, aprile 03, 2010


LE SIGNORINETTE DEL DOJO



E ultimamente gli fa tanto male l'unghia del mignolino...e c'hanno il pesce rosso con l'influenza e perciò son psicologicamente turbati..e devono riposare dopo 3 dure ore di turno lavorativo in Comune..e la fidanzata gli ha consigliato di astenersi dagli allenamenti perché "sport poco alla moda"...

Ossantissimo zio, non se ne può più! Mi sono così tanto rotto lesmarons delle femminucce pigre anti-impegno tanto da dar di fuori di testa. Io dico: nessuno mai v'ha chiesto di entrare in palestra, perché a voi fancazzisti lonzosi non vi viene in mente di smetterla di lagnarsi senza costrutto e di inventare balle? NON CI CREDE NESSUNOooooooo!

Sarà capitato anche a voi mille volte l'incontro casuale col tipo che era entrato tutto sgarzollino in palestra, magari addobbato come Vanderlei Silva già alla lezione prova, e che poi è sfumato, scomparendo senza lasciare traccia. Ebbene, 'sti tizi non c'è volta che sia una che si prendano il peso delle loro scelte e non si giustifichino o dicano: "ehi,ho smesso perché non ho voglia", perché sono un borghese pigro e inconcludente, un plebeo abulico senza interessi veri, ho smesso perché son casi miei insomma. NO: ogni volta rifrulla fuori la stessa litania di scuse insopportabile, scuse che nessuno ha chiesto ma che il subcosciente colpevole del tipo obbliga a sparare a raffica.

"Quest'anno non ho tempo, mi devo laureare in Scienza dell'orifizio anale delle lucciole maltesi presso la facoltà di Poggio Cammello."
"Sai, ora come ora non ho neanche i soldi per mangiare!"
"Il mio gatto è scomparso e ora seguo una terapia farmacologica per la depressione."
"Vorrei tanto lottare ma il mio guru me lo ha vietato."
"Da quando è nata mia figlia [3 ANNI FA'] non ho il tempo per queste cose."
"La distorsione alle tonsille dell'inverno scorso mi ha fermato."

Non mi dà per nulla fastidio che gente così abbia smesso di praticare, anzi, erano una palla al piede, però mi scassa che debbano mentire così spudoratamente e fastidiarmi con le più fantachimeriche cavolate per cercare di tappare il senso di nausea che danno a loro stessi.

Questi sport sono potenzialmente per tutti ma allo stesso tempo non sono alla portata di tutti. Due cose grosse e pesanti nello scroto minimo bisogna avercele, quindi signorinette mie evitate di romperle a me e agli altri poveri destinatari delle vostre fantastorie. La coerenza con le scelte che si è fatto io o altri insegnanti non ve la possiamo trasmettere, epperò siamo obbligati ad aspettarcela, pena la nostra e vostra perdita di tempo.

Non c'è nessun limite di talento per diventare davvero bravi, e atleti portatori di handicap ce lo ricordano ogni giorno, ma la mancanza di tenacia è insuperabile. Il semplice tener fermo e venire sulla materassina anche se stanchi, anche se leggermente malati o impegnati è conditio sine qua non per ottenere un qualcosa, e anche per dirsi un minimo uomini, secondo me. In questa epoca di universale disimpegno e mancanza di senso dell'onore mariadefilippiana calciofila è palesemente comunissimo il comportamento delle signorinette, anzi maggioritario: non fare e inventare balle.

Però non è normale e mai lo sarà.

Ciò detto, basta lamentazioni, basta fare le signorinette..del blog. Con questo post infatti intendo -oltre che mettere alla berlina i piagnoni incapaci- infondere sano OTTIMISMO!

Infatti voi state qui, a leggere queste parole, voi non siete o potenzialmente potete subito smettere di essere i raccontaminchiate, i farabutti a danno di sé, le signorinette. Voi avete un salutare impulso all'azione e al formarvi interiore, altrimenti il vostro karma non avrebbe manifestato questa lettura. In voi c'è il buono e il buono richiede obbligatoriamente l'ottimismo.

Ogni giorno un po' migliori, ogni giorno un po' più forti e un po' più colti, ogni giorno avanti. Oltre alle 'passioni' eterodirette dalla dittaura mondialista pallonarofila mariadefilippiana grandefratellesca c'è di più, molto di più. E tutto comincia con la chiarezza, con essere onesti con noi stessi. Ogni povera signorinetta avrà sempre pronta la sua scusa, a cui si attaccherà disperatamente per impedirsi di guardarsi dentro con sincerità. TUTTI possiamo essere/siamo donnicciole lagrimatorie davanti alla mancate forme d'impegno delle nostre vitacce, al di là delle palestre.

Basta scuse, il tatami cosmico ci attende, un altro giorno ancora.

"L'antitesi allo spirito borghese non è il salotto di sinistra o il bar esistenzialista, ma il campo, la palestra, la solitudine, la montagna"
Adriano Romualdi


venerdì, aprile 02, 2010


COME INTENDO IO LA PRATICA MARZIALE



Dal titolo mi pare si capisca abbastanza che è una posizione solo mia, soggettiva.

Il Signore Buddha insegna: "Se incontri il Buddha per strada, uccidilo!", in ciò a significare di abbattere tutti gli idoli preconcetti e di affrontare le cose solo col proprio giudizio, senza mettere sul piedistallo dell'autorità apodittica niente e nessuno. Io così faccio, e fatelo anche voi con tutti e con me.

Comincerò col ribadire cosa NON è per me una pratica marziale, etimo da MARS, Dio del Combattere. Una sana e produttiva pratica marziale non contiene le seguenti cose:

1) studio e ripetizione di astruse 'forme' o kata
2) indossare strambi costumi di foggia cino-orientale
3) imitare le movenze delle bestie e atteggiare il corpo in posizioni ridicole
4) vestirsi da rambo e fare light sparring con gli anfibi
5) sfoggiare una panza come un pallone aerostatico e fingersi guerrieri
6) avere le spalle stile gruccia e dirsi "Tanto c'ho l'energia interna!"
7) blaterare di arti mortali e non fare mai guanti perché si è 'troppo mortali'
8) maneggiare alabarde e stelle appuntite
9) avere il fiato di un novantenne asmatico e "Ma in strada 2 sec e sei Ko"
10) subire valanghe di cazzotti da chiunque ma continuare a incensare il proprio Maestrone, che lui sì che li metterebbe a posto i cattivi
11) stare rinchiusi nella propria palestrina sega senza mai gareggiare però disquisendo di tutto e tutti
12) ammorbare i congiunti con la solfa delle arti 'segrete' e che passano solo di prescelto in presecelto
13) fantasticare di quando la tale arte fossile (tradizionale) era fortissima mentre ora è inutile per mero degenero e mancanza di 'fede'
14) sbrodolare assurdità sui punti di pressione e il "tocco della morte"
15) qualunque atteggiamento di prosternazione, soggezione mentale e ridicolo assoggettarsi a sétte e gruppi di manipolazione psicologica, che abusano della persona umana

La mia pratica marziale è quella dell'uomo libero del mondo grecoromano, del civis. Areté, eccellenza, migliorare se stessi.

Si pratica per stare bene e in forma, per avere un aspetto atletico e socializzare con gente degna di nota, per condividere valori virili e sani. Si pratica per imparare a combattere, consci che l'arte/sport non potrà MAI riprodurre in allenamento la temperie emotiva e l'imprevedibilità situazionale di uno scontro reale. Si pratica per crescere emotivamente, e sapendo che non v'è crescita alcuna senza lo scontro-incontro (sparring non collaborativo e gare). Si pratica per imparare sempre cose nuove, edotti sul fatto che nulla è per sempre e che tutto muta, Panta Rei.

Si pratica sul tatami/ring per perdere molto, da gente forte. Perché solo chi perde spesso essendosi impegnato al massimo, sa a che punto LUI è arrivato e dove deve andare poi.