TECNICA O FISICO?
Questa è una domanda classicissima nel BJJ e nonostante tutto non banale.
Il tormentone 'tecnica vs atletismo' è ineliminabile, quindi riflettiamoci sopra. Come tutte le domande inesauribili presenta una serie di sfacettature sulle quali vale ampiamente la pena di riflettere, avanti allora.
Tra le varie arti da combattimento la proporzione tecnica/fisico è per forza di cose molto diversa, ed è chiaro che il pugilato -arte eccezionale- abbia una proporzione diversa, coi suoi 3 pugni-base rispetto al Jiu-Jitsu e le sue dozzine di situazioni che già una cintura bianca deve conoscere a menadito. A mio modo di vedere il BJJ è la più "tecnica" delle combat arts ed è dunque quella che per causa della sua grande varietà e complessità vede la preparazione atletica meno in pole postion.
Il problema che pone sostanzialmente l'agonismo nel BJJ è, parere condiviso da molti, la resistenza di tipo misto, molto meno la forza e l'esplosività, indispensabili in arti con repertorio meno esteso. A rigore di logica un agonista di questa disciplina ha nel mirino una preparazione intesa a sviluppare la capacità di durata-intensità per il minutaggio previsto. Come svilupparla?
I miei insegnanti ma anche molti altri che ho consultato indicano agli amatori la via della materssina, cioè di lottare e sviluppare fiato specifico il più possibile, con le briciole alla preparazione a latere. Parecchi big names del BJJ oltre a lottare -e a magari una routine di Yoga per la flessibilità- uniscono soltanto le famose ripetute, degli sprint di corsa insomma, e i circuiti (che condizionano velocemente tutto il corpo e sono molto flessibili).
Si potrebbe quotare un mio amico maestro di Lotta Olimpica:
"Se ho un ora al giorno, il 100% è Lotta. Se ho 1h e 30, 25 minuti li dedico alla preparazione fisica, se ho 2h una va ai pesi etc".
Anche se non pretendo assolutamente di aver detto niente di innovativo e definitivo sull'argomento, spero però di aver dato occasione di riflessione.
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