venerdì, marzo 20, 2009


ECUMENISMO MARZIALE
cioè
DIALOGO COSTRUTTIVO TRA GLI STILI
Le arti marziali sono un pulviscolo, una galassia indescrivibile, una denominazione al cui interno c'è davvero di tutto e di più. A ben vedere c'è talmente poco in comune tra le diverse 'anime' di questo 'movimento' che andare a sistematizzare è difficilissimo. Io in passato c'ho provato, e ho creato una Tassonomia Marziale assai ardita. Posto che queste attvità, le più diverse tra di loro, per sua natura attraggono individui problematici e purtroppo spesso sviluppano, per colpa o dolo, complessi psichici negativi per la persona umana, ribadisco il bisogno di utilizzare le doti di queste arti in senso positivo: per il singolo e per la società che dai singoli viene composta.
Per evitare la deriva psicopatologica affine o allineata allo sfruttamento più bieco degli allievi, è indispensabile far uscire le unità dall'isolamento e incastrarle in un disegno globale. C'è bisogno di sano e salubre confronto, c'è bisogno di gare interstile etc. Una volta usciti dal gruppino carismatico, dalla pesudosetta marziale rinchiusa nel convincimento fideistico, le persone EVOLVONO, migliorano e danno così un contributo alla baracca (società).
Oltre a tornei di MMA e simili, è mia opinione granitica che gli scambi tra scuole e palestre siano alla base dell'apertura mentale, il primo passo per trasformare questo mondo da un puzzle psichedelico sensa senso a un affresco armonioso. Il bersaglio degli "scambi alla pari" dovrebbe essere quello di far incrociare le diverse esperienze e spingere le persone a provare cose dissimili dal solito. In special modo si dovrebbero 'incontrare' -seguendo un trend mondiale- scuole sulle alterne sponde dei 2 macrogruppi marziali, striking e grappling. Non propagando stravolgimenti né miscuglioni qui, ognuno continuerà poi a praticare quello che predilige, ma con la coscienza che l'unicità dello stile di sua preferenza NON è una "divina missione" ma una semplice caratteristica individuale.
Una maniera simpatica per andare oltre la semplice pratica di tecniche aliene, è quella di provare attivamente il bagaglio in possesso contro uno 'specialista' del ramo opposto, usando dei giochi di ruolo che stanno alla base delle MMA. In pratica, semplificando al massimo, con l'uso delle protezioni moderne si tratta di colpire un lottatore che cerca di entrare e viceversa. Oltre che essere molto divertente, questo tipo allenamento permette di svelare molti miti alla sveltissima!
L'esercizio n.1, detto spesso Shooting, è svolto in piedi:
striker con mouthpiece, guantoni e paratibie opposto a grappler con solo guantini e paradenti; il lottatore cerca di proiettare, l'altro di impedirglielo colpendo e tenendolo at bay (evitando gomitate e ginocchiate in faccia)
L'esercizio n.2, Ground 'n'Pound, vede lo striker (entrambi gli atleti con guantini e paradenti) in posizione dentro la guardia del grappler, cercando di mettere colpi a mano aperta o senza affondare troppo, mentre il grappler sviluppa il suo gioco di ribaltamenti, coperture e finalizzazioni da sotto.
Numerose varianti sono adattabili, l'importante è mantenere il gioco tranquillo e i partner in equilibrio di stazza, sempre tenendo a mente lo scopo: praticare, imparare, divertirsi.
Nelle moderne MMA questi allenamenti tra scuole diverse, arti diverse etc. sono normalità assoluta, ma nel retrivo micromondo delle AM spesso anche solo varcare la soglia di un altro club è pura eresia, quindi non crediate che siano così conosciuti. Ecco che le MMA professionistiche diventano una fonte d'ispirazione tecnica volta allo sviluppo interstile e della coscienza in generale anche per gli amatori che all'agonismo pensano poco o punto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bellissimo articolo Mario!