"La verità attraversa sempre tre fasi. Dapprima viene ridicolizzata. Poi violentemente contestata. Infine accettata come una cosa ovvia." (A. Schopenhauer)
mercoledì, settembre 30, 2009
lunedì, settembre 28, 2009
Con questo weekend son stati incoronati i sovrani del Jiu-Jitsu NOGI, perché questo è la Submission. A ribadire il fatto che le cose stanno così, piaccia o meno a certi personaggi, anche questo torneo PROFESSIONISTICO ha visto una superiorità e un dominio stra-sconfinato dei jitsuka made in Brazil da mozzare il fiato.
Il più ricco e ambito torneo open del mondo ha infatti il risultato che le cinture nere brasiliane hanno vinto tutti gli ori e quasi tutte le medaglie, lasciando al restante 98% della polazione mondiale solo le briciole. Altezzosi judoka, poderosi wrestler, diabolici sambisti han rimediato un bello ZERO.
Il torneo incorona un incredibile ventenne Rafa Mendes, che mette in fila nientedimenoche Leozinho e Cobrinha, Xande Ribeiro nei 99kg, un poderoso Werdum nei pesanti, un invincibile Carcarà nei mediomassimi +assoluto, e il signore nella foto sopra, Pablo Popovich, che dopo 2 finali riesce finalmente a battere Marcelinho Garcia. Pure nelle donne schiacciata generale brazil, con la transgender Cyborg Santos ferma al bronzo. Tutte le finali sono state tra brasiliani, tutte le medaglie sono andate ai jtsuka tranne qualche spicicolino-ino.
Il superfight tra 2 jitsuka - o che coincidenza..- Jacarè e Drysdale, assente Roger per malattia, vede l'amazzonico alligatore dare la pappa al brasiliano dal nome anglo, con una bella lotta in piedi ricca di spazzate.
Se uno vuol vedere la realtà lo può fare, e sennò è meglio se si piazza in salotto a fare un bel kata di anti-grappling.
giovedì, settembre 24, 2009
mercoledì, settembre 23, 2009
martedì, settembre 22, 2009
Gli 'anni ruggenti', quelli del Charleston e dei film muti, prima della Grande Guerra, videro una grandissima esplosione della popolarità del grappling. In quel periodo il Giappone rivendicava la supremazia e Jigoro Kano non si peritava di mandare suoi scherani in giro per il globo a sfidare tutti, salvo poi talvolta rinnegarli come fece con Maeda, ma tant'è.
L'America raccolse la sfida e ai judoka si oppose un tedesco naturalizzato, Adolf Ernst conosciuto col nome di Ad Santell. Il terribile hooker, cioè lottatore di Catch Wrestling accettò di giocarsela coi nip indossando il loro Gi e, con terribile costernazione del Kodokan, annientò i migliori loro rappresentanti e inziò ad andare in giro dicendo che lui, già campione internazionale senza abito, era il Campione del Mondo di Judo!
[Nota: attenzione! si tratta del Judo ante 1a Guerra Mondiale, simile al BJJ di oggi e cioè ricco di lotta a terra, leve alle gambe etc. e lontano 1000 miglia dal Judo del 2009]
Dal 1914, anno in cui sconfisse la cintura nera 5° dan Togukoro Ito, il terribile Ad mise in fila uno dopo l'altro tutti i messi dal Giappone. Un uomo che non aveva mai messo un Gi in vita sua era l'indiscusso Re del Judo.
Passata la Guerra Santell smise il Gi e diede l'addio ai testardi nipponici che continuavano a tornargli sotto, e preferì fare i soldi negli incontri professionistici di Catch Wrestling.
Per l'ironia della storia le "stracciate" imposte da Santell ai campioni di Judo diedero la stura all'esportazione del Catch in Giappone, ragion per cui molte decadi dopo un hooker giapponese doc, Sakuraba, sfidò e vinse la supremazia della allora imbattuta famiglia Gracie: un jap di scuola Catch Wrestling a difendere l'onore nazionale contro degli occidentali fieri continuatori del giapponesissimo jitsuka nonché pure judoka Mitsuyo Maeda!
lunedì, settembre 21, 2009
sabato, settembre 19, 2009
venerdì, settembre 18, 2009
giovedì, settembre 17, 2009
martedì, settembre 15, 2009
E proprio un articolo di Martin Rooney, una specie di “guru” della preparazione atletica, sull’importanza della strategia nel jiu-jitsu competitivo, ha finito per catturare la mia attenzione. Il motivo è semplice: Rooney parte da alcuni passi dell’arcinota opera di Sun Tzu, “L’arte della guerra”, per dimostrare come le idee di un condottiero di 2000 anni fa siano tutt’oggi valide e, soprattutto, applicabili alla pratica sportiva dell’ ”arte suave”.
Tralasciando tutto ciò che Sun Tzu afferma sull’importanza del conoscere la strategia del proprio avversario, cosa praticamente impossibile in un campionato di jiu-jitsu in cui si deve lottare con almeno quattro o cinque atleti differenti, sembra invece molto interessante l’assunto da cui lo stesso autore parte: prima di tutto bisogna avere ben chiaro il proprio modo di lottare. Applicato al jiu-jitsu, il concetto deve quindi servire a capire, secondo quanto scrive Rooney, quali siano le posizioni in cui ci si trova meglio e si è più pericolosi. Concetto spiegato assai bene dallo schema di facilissima comprensione [NdT immagine su in alto].
Resta solo da studiare, quindi. Ma in sostanza, lo studio riguarda solo noi stessi.
lunedì, settembre 14, 2009
Nemesi viene dal greco νέμεσις (nèmesis), derivato dal verbo νέμω (nèmo, "distribuire"), dalla radice indoeuropea nem-.
La parola viene usata con il significato di "sdegno", "indignazione", da scrittori come Omero (Odissea) ed Aristotele (Etica Nicomachea), mentre ha il significato di "vendetta", "castigo" per scrittori come Erodoto, Claudio Eliano (Varia historia) e Plutarco. Nella Theologumena arithmeticae di Giamblico ha il valore numerale di 5.
La parola ha il valore di "giustizia compensatrice" o "giustizia divina". Infatti originariamente la Dea greca distribuiva gioia o dolore secondo il giusto, e quindi con nemesi si intende evento, situazione negativa che segue un periodo particolarmente fortunato come atto di giustizia compensatrice distribuito dal fato. L'idea che soggiace al termine è che il mondo risponda ad una legge di armonia, per cui il bene debba essere compensato dal male in egual misura.
sabato, settembre 12, 2009
giovedì, settembre 10, 2009
mercoledì, settembre 09, 2009
martedì, settembre 08, 2009
lunedì, settembre 07, 2009
venerdì, settembre 04, 2009
giovedì, settembre 03, 2009
mercoledì, settembre 02, 2009
martedì, settembre 01, 2009
Se andate sul fight-finder della bibbia Sherdog, farete presto ad accorgervi che nessuno al mondo ha messo via, uno dopo l'altro, tanti superbestie quante ne ha disintegrate il killer armeno Gegard "The Dreamcatcher" Mousasi, di soli ventiquattro anni, che ha: finalizzato l'anguilla cintura nera Kang, domato l'eroe coreano Dong, addormentato la belva Manohef, steso l'invincibile Jacaré con una pedalada del BJJ, strappato il braccione ipertrofico del brevilineo Hunt e infine messo a nanna il guerriero Babalù in pochi secondi!
Schizzando come un missile tra 3 differenti categorie di peso, questo olandese d'adozione che si allena con Fedor dovrebbe da tutti essere considerato il miglior giovane fighter al mondo, e uno dei migliori 10 in assoluto, risultati alla mano. Il bollente sangue dei combattivi armeni scorre in lui, Gegard è un cristallino talento naturale dei quali non si riescono a vedere i limiti tecnici (sa fare tutto e rubare a a casa dei ladri).