lunedì, settembre 14, 2009

NEMESI

Nemesi viene dal greco νέμεσις (nèmesis), derivato dal verbo νέμω (nèmo, "distribuire"), dalla radice indoeuropea nem-.


La parola viene usata con il significato di "sdegno", "indignazione", da scrittori come Omero (Odissea) ed Aristotele (Etica Nicomachea), mentre ha il significato di "vendetta", "castigo" per scrittori come Erodoto, Claudio Eliano (Varia historia) e Plutarco. Nella Theologumena arithmeticae di Giamblico ha il valore numerale di 5.


La parola ha il valore di "giustizia compensatrice" o "giustizia divina". Infatti originariamente la Dea greca distribuiva gioia o dolore secondo il giusto, e quindi con nemesi si intende evento, situazione negativa che segue un periodo particolarmente fortunato come atto di giustizia compensatrice distribuito dal fato. L'idea che soggiace al termine è che il mondo risponda ad una legge di armonia, per cui il bene debba essere compensato dal male in egual misura.





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