giovedì, aprile 21, 2011



LA RUDE BELLEZZA DEL COMBATTIMENTO


"Eius suum cuique tribuere" dicevano i padri latini, e sarebbe a dire: a ognuno il suo.

Solo la fola demenziale della propaganda moderna imposta alle masse dai poteri mondialisti senza scrupoli può, a furia di slogan urlati in tv e negli sciocchezzai alias scuole intortare le masse acefale e far loro dimenticare la fondamentale inequivocabile evidenza che in natura NON esiste nessun fenomeno né creatura che sia perfettamente uguale a un'altra. Nel mondo civile che precedette quello incivile odierno nulla di più ridicolo sarebbe parso a orecchie savie quale l'egualitarismo, la fanta-democrazia dei supermercati e delle televisioni commerciali, le scempiaggini ordite da chi a queste robe -chiuso nei suo castelli iperlussuosi e coccolato da torme di servi inginocchiati- non crede minimamente ma le apparecchia per noi.

Siamo tutti per fortuna diversi, le varie "astrazioni intelligenti" delle scienze sociologiche tipo classi sociali e simili esistono solo nelle teste di accademici ben pasciuti dal Potere, mentre nella realtà incontriamo persone con nome e cognome, individui i quali naturalmente non si sognano minimamente di essere una molecola delle fantachimeriche costruzioni mentali in cui l'ISTAT li incasella, e restano uomini coi loro difetti e con le loro irriducibili differenze.

Un bel preambolone zavorrato per dire che cosa? Che è inutile far ascoltare Mozart a uno scimmione (reale o metaforico che sia). Non è 'colpa' del genio austriaco se il bestione non ne gradirà le sublimi composizioni, ci siamo intesi no? Il povero bestio avrà le sue qualità, smozzicherà banane come nessun altro al mondo magari, oppure sarà un papà non scimunito coi suoi scimmiotti, o altro. Non lo voglio certo sminuire nella sua bestialità, questo intendo. Solo che umanoide è e umanoide rimane. La regale maestosità della scienza sonora di Amadeus gli rimarrà per sempre incomprensibile, e non c'è mongoloide di politicante intrallazzone o psicologo dei miei stivali che con la sua logorrea - o le sue canne di fucile e tribunali- che potrà compiere il miracolo e farlo uguale a chi la Bellezza la comprende per davvero.

Il combattimento tra due guerrieri addestrati valeva per i saggi iniziati di Roma e dell'Ellade come il massimo spettacolo preferibile dalle menti più raffinate che il mondo abbia visto mai. Platone era un pancraziaste egli stesso, e TUTTI i personaggi dalla cultura e sapienza ipertrofica che avete sfiorato alle superiori furono addestrati e a lottare in prima persona e a leggere il significato mistico e trasfigurante del combattimento disarmato nell'arena. I cervelli più poderosi di ogni tempo erano lottatori e amanti dello scontro fino al fanatismo, mentre i subumani politicanti facitori di Bruttezza e sconcio odierni l'avversano e non lo comprendono minimamente, che strano eh?

Certo il comune bestiumano medio del 2011 cresciuto a fintality tivvù, paninazzi ogm e aria radioattiva cosa mai potrebbe comprendere delle sinuose armonie intrinseche a un double leg di GSP, o di un high kick in combinazione di Petrosyan? Non può, la sua mente è stata piallata sin dall'infanzia e come esponente perfetto di quella plebe ignorante e supina che il Regime necessita, non capisce un emerita ceppa di niente e nulla.

L' agòn, ripeto, era la massima vetta dello 'sport' praticato e applaudito da tipetti del calibro di Giulio Cesare, Adriano, Pericle, Leonida, mentre è guardato con occhio inorridito da bipedi i quali hanno "schifo del sangue" (come se nelle loro vene scorresse la minerale naturale..) e e "sono contro la violenza", laddove a rigor di dizionario gli eventi di combattimento sono gli ultimi per contenuto di violenza:".dicesi violenza uso della forza fisica o delle armi per imporsi; irruenza e dannosa intensità di un fenomeno fisico o naturale; la violenza delle onde, la violenza dell'impatto; violenza carnale, atto sessuale imposto".
Non sarà incompreso al medio utente di questo blog che violenza significa volere il male dell'altro, quindi imporre qualcosa con la forza (anche psicologica) mentre negli eventi della regale arte della pugna gli atleti sono vicendevolmente alla ricerca di quelle situazioni e quindi alieni da ogni violenza. E non resterà taciuto anche il fatto che siano anche tra le competizioni dove meno si registrano atti di viltà o falli contro il regolamento, la regola nelle attività pseudocircensi tipo Calcio adorate dalle folle ignoranti.

Noi amanti del combattimento ammiriamo il coraggio e ci immedesimiamo (che uno lo sappia o no) nei fighters durante quel volo trascendentale che è il guardare un match di una qualunque arte funzionale. Per effetto della risonanza degli spiriti, dei neuroni specchio se volete, anche noi siamo lì dentro e anche in noi vive una particula di quella fiamma che sta bruciando dentro lo spazio rituale dello scontro. Noi amanti del coraggio, insomma, osserviamo Madre Natura e osserviamo che destini di specie e individui sono da Lei amministrati tramite l'impietosa ma giustissima legge della sopravvivenza del migliore (del più atto). Colei che tesse la trama ha deciso che ogni creatura in terra dovesse permanere solo se migliore del suo diretto avversario, e sulla scorta degli antichi maestri d'ingegno cerchiamo il palpito di questa verità nei coraggiosi tra le nostre fila che ripetono questa danza senza fine. Ogni persona su questo mondo in fondo è un miracolo della lotta, visto che un solo spermatozoo su MILIONI arriva unico al talamo con l'ovocita, frutto di una guerra senza esclusione di colpi che sola dona la vita. Non trovate strano che la donnetta anima bella impressionata dai cattivoni che si picchiano nella gabbia, faccia spallucce e sia del tutto impermeabile a qualunque slancio emotivo particolare quando le fate notare le crudeltà contro l'ecosistema, i milioni di poveracci massacrati dalla "guerre per la pace democratica", l'uranio radioattivo e via discorrendo?


La poesia che il bestio non rileva in un sonetto di Dante o in un dipinto del Caravaggio non la capirà nemmeno nella magnifica esibizione di coraggio dei lottatori chiusi nel quadrato, e sarà sempre così. Siamo nati tutti diversi, e lo restiamo giocoforza che Signora Televisione lo voglia o meno. La ricerca dell'eccellenza che un tempo animava tutta la civiltà fece sì che anche gli strati bassi dell'ecumene si volgessero ai valori di coraggio e spirito di sacrificio che lo scontro leale impone e crea sulla Terra. Ne resta qualche lontana eco ai giorni nostri nel linguaggio comune, in espressioni la cui antica origine è stata dimenticata.

Invoco la temperanza di chi ama lo spettacolo onorevole del combattimento e si snerva nell'opposizione belluina che incontra di continuo dalla gente circostante. Amico, ti invito a prenderla con filosofia e a riflettere sulla ineliminabile, eterna diseguaglianza del genere umano.





8 commenti:

Anonimo ha detto...

E' incredibile come sia finito qui cercando un blog filosofico solo perchè google mi ha indirizzato a questo con parole chiave immesse nel motore di ricerca. Era ghiotta l'idea di un "Realismo Marziale" con riferimenti filosofici. Ho letto un pò di post in giro del Sig. Puccioni, ma mi ha colpito in primis questo, dove si proclama una diversità, ma si inneggia ad una monotematica diversità Buona e una "cattiva". La cattiva, ovviamente è chi disprezza la lotta. Caro Sig. Puccioni, proclama l'esistenza di una diversità, ma non pensa che tra i lottatori possono esserci dei bietoloni che non ascolterebbero Mozarth neppure se ci guadagnassero soldi a farlo, così come un violoncellista possa capire Mozarth e l'arte meglio di lei, ma disprezzare il combattimento sul ring. Enuncia la diversità, ma non concepisce che forse a chi non piace il combattimento tra persone potrebbe (dico potrebbe) essere più felice e magari anche più utile di lei come elemento di una comunità. Azzardo anche più edotto. Il suo post si risolve in un pensiero a monorotaia: se non piace la lotta è perchè un individuo è antropologicamente deviato (e addio diversità, che diventa inesorabilmente difetto) ed inferiore. Parla di guerra, di combattimenti, di onore... ma ci è mai stato? Ha provato a considerare il saltare su una mina antiuomo e ridurre le sue gambe e genitali all'equivalente di un vasetto di funghi trifolati? A finire torturato? A raccogliere i brandelli di un figlio, una madre, un fratello dalle macerie di un bombardamento? O a finire sotto i colpi di spada, una pioggia di olio rovente) schiacciato dal masso di una catapulta (visto che le piacciono le società antiche) E non c'è ritorno... non c'è "mi alleno meglio", non c'è "una prossima volta", non c'è "Imaparo meglio a uscire da una presa". C'è un relitto umano, nel caso fosse sopravvissuto, ridotto a chiedere un pezzo di pane vestito di stracci e devastato. Le società che lei inneggia erano molto più pratiche che filosofiche. E la stessa filosofia se abbandona la praticità diventa retorica. Si combatteva e si vinceva, fino a che non trovavi quello più grosso che ti rompeva il fondoschiena. Le società "basate sulla lotta" funzionano molto bene, se sei sempre in una posizione di vantaggio, se hai la certezza di avere più risorse degli altri, la migliore tecnologia, la migliore posizione di vantaggio. Se vivi nel mondo, questo non è sempre possibile. Diventa quindi necessario il compromesso, il patto, anche perchè, proprio perchè siamo diversi, puoi incontrare qualcuno che con te manco ci vuole avere a che fare anche se quello che lui ha a te serve. Foss'anche avesse già accordi con uno più grosso e forte di te, contro il quale non puoi vincere. Allora che fai? Rimestiamo la "cultura" e la "Filosofia" della lotta? Ovvero farai la tua abbaiata e poi dovrai allontanarti, con la coda tra le gambe.

Mario Puccioni ha detto...

Di prammatica inizio deplorando gli anonimi; un uomo che non si firma in modo riconoscibile e identificabile non ha il coraggio delle proprie idee, e pertanto non merita riposta.

In secundis, e soltanto per gli altri, faccio notare che il poveretto del commento non ha capito nulla del post, e sì che è scritto facile. Preso dai suoi ridicoli complessi d'inferiorità sproloqui di mine anti-uomo, di sociologia e di altre scemenze fuori tema, quando il post si riferiva soltanto all'estetica del combattimento e al suo mutismo per l'occhio ottuso dell'ineducato.

Finisce il poveretto dando anche lezioni, ma pensa te! Addio poveraccio, stacci come vuoi ma stacci.

Anonimo ha detto...

Chiedo scusa per la firma, che ho saltato in quanto poco avvezzo a Internet e ai Personal Computer. Mi chiamo Mario come lei, Caltagirone di cognome. Ho 10 anni di Boxe all'attivo (allora la scelta era aimeh, miserrima) praticati in gioventù 18 incontri 11 vinti per KO altri persi e pareggiati. Tutto rigorosamente dilettante, visto che dovevo fare il falegname professionalmente, cosa che ho proseguito fino ai 62 anni. Discreto consumatore di musica e filosofia. Il poveretto, temo, ha capito fin troppo bene il tema del post visto che è scritto facile facile. Ho deciso di postare un po di sociologia, visto che il suo post ne è pieno zeppo: "Propaganda moderna imposta dalle masse dai poteri mondialisti", "masse acefale", "il mondo civile di una volta" "tronisti", "Scimmioni", "Fanta Democrazia" e tutta la pletora di qualunquismo, retorica e conformismo che bagna le rive del fascismo spicciolo fino ai rumorosi movimenti grilleschi. Se è vero che esiste una società oligarchica che tiene le briglie economiche tramite il consumismo, viene comunque da chiedere come non abbia capito, e si che era scritto facile, che essi non sono l'insieme della società e che esiste gente al di fuori di questo, che non apprezza (come la mia defunta moglie) il combattimento ma che possa essere intelligente e sensibile artisticamente e oltre. A questo punto salto a piè pari tutte le considerazioni sulla sua non-risposta, dove si taccia l'interlocutore di frustrazioni solo perchè non è d'accordo, sintomo di una certa megalomania e quindi di profonda frustrazione, e le chiedo direttamente: Lei di così speciale, di così esaltante, di così magnifico cosa ha fatto rispetto a, che so, ad un normale operaio, studente, muratore, pescatore, banchiere, cassiera del supermarket, impiegato, meccanico, Barista che schifa o non è interessato a violenza o l'"arte" dei Ring, ma che vive onestamente e fa il suo lavoro? Rinucia lei, alle comodità, cure, accesso ai dati, servizi ecc. possibili grazie alla società in cui vive? O per caso, se vede ha bisogno di una TAC alla schiena rifiuta perchè magari è di un distaccamento di una Multinazionale che fa telefonini e consolle e imbambisce i miserrimi esemplari da lei enunciati con mode e finti bisogni ed esclama "No dottore! Io quel derivato della società consumistica, multinazionale e traviante non lo voglio, mi attacchi le mignatte e dica due preghiere"?. Se i vari Platone, Pericle, Adriano vivevano "la bellezza" del combattimento, la "vera civiltà"ecc mi è parso giusto ricordare anche che le società a cui appartenevano erano società gurriere e conquistatrici e (e si che era scritto facile) mi sono limitato a ricordare cosa voleva dire finire veramente in una battaglia, cosa che si può provare anche adesso volendo. E poi fatica mostruosa, insetti nei letti di paglia, nessuna assistenza sociale, disciplina brutale, la sottomissione del più forte al più debole ecc. ecc.
"La poesia che il bestio non rileva in un sonetto di Dante o in un dipinto del Caravaggio non la capirà nemmeno nella magnifica esibizione di coraggio dei lottatori chiusi nel quadrato, e sarà sempre così." Scrive lei. La mia critica era rivolta appunto a questo genere di affermazioni ...pensavo fosse scritto facile....
Mi sbagliavo
La saluto per altri lidi, ossia forum dedicati e la ringrazio per avermi risposto
Cortesemente

Mario Caltagirone

Mario Puccioni ha detto...

Caltagirone,

è inutile che fai l'offeso, te il post non l'ha capito proprio, e ti sei premesso di venire a fare il maestrino qui dove nessuno ti conosce. Il qualunquismo è il tuo, che ci fai pena, te lo ripeto.
Il tema era facile: la bellezza del combattimento, e di come non possa piacere all'occhio ignorante, eppure insisti con le tue sparate COMPLETAMENTE FUORI TEMA.

Grazie per non tornare a leggere questo blog, non ne sei all'altezza.

Anonimo ha detto...

Scusa Mario perchè ad un ignorante dovrebbe piacere o non piacere il combattimento? E perchè è più ignorante di un altro se effettivamente non gli piace? E se invece preferisce la danza artistica o il lancio del martello, o la costruzione dei galeoni in bottiglia e sentirsi ripugnato da facce devastate, occhi pesti, qualche volta ossa rotte, strozzamenti, sopracciglia, nasi e bocche grondanti sangue e roba varia che male c'è? A me piacciono, ma capisco anche chi semplicemente ripugna o addirittura ne è completamente disinteressato. Io pratico la Kick e la Lotta greco romana. Alcuni miei amici non apprezzano la violenza, inclusa la lotta cose che pratico e hanno la terza media, ma magari sono ottimi escursionisti di montagna e alcuni fanno le ferrate. Usciamo assieme, parliamo di tutto e ci rispettiamo tranquillamente. Neppure io ascolto classica e leggo Leopardi o Manzoni, eppure la lotta mi piace: guardo UFC, Judo, K1, Boxe eccetera. Eppure anche loro Sono persone sobrie e con la testa attaccata sulle spalle, anche se non leggono Dante o Ovidio.

Saluti

Luca da Chivasso

Mario Puccioni ha detto...

Caltagirone,

congratulazioni per aver preso il coraggio di presentarti (le scuse tecnologiche lasciamole perdere).

Andiamo a risponderti. Tanto per cominciare sei un maleducato e un naif, da emerito anonimo sconosciuto arrivi a dare lezioni di cose di cui non capisci nulla e pretendi persino che ti si risponda con squisita gentilezza!

In secundis, scrivi prolisso e "accannando" completamente il significato del post, e ti dai pure delle ariucce da intellettualino... Guarda, ti ripeto che non hai nemmeno capito il TEMA del post -l'estetica del combattimento- e continui a sproloquiare arrivando persino a invertirne il senso (vedi riferimento sulla guerra). Non sai leggere, fattene una ragione, vecchio Caltagirone.

Grazie per NON tornare su questo blog, addio per sempre.

Anonimo ha detto...

Non ho saputo resistere, lo ammetto, visto che volevo leggere la risposta:

1) le ricordo che essendo pubblico, il blog è vulnerabile ai motori di ricerca e alle opinioni, cosa che un fascista come lei (non neghi: trasuda da ogni frase di ogni suo singolo post)non apprezza, ma che è mia libertà e pure la sua.

2) E per ribadire la semplice "Estetica da combattimento", ha dovuto tirare un post così prolisso e articolato da giustificarlo con tutte quelle sproloquiate Naif su diversità, socialità, scimmioni eccetera?

Mario Caltagirone

Mario Puccioni ha detto...

Caltagirone,

brutto cafone (scusa la rima) ma che il blog sia pubblico NON ti autorizza a entrare qui e fare come ti pare, la buona educazione è sempre necessaria, persino te dovresti comprendere un concetto basilare come questo.

Da maleducato incompetente quale tu sei non ti rendi nemmeno conto che ti ho lasciato sbrodolare -e persino insultare-quello che volevi: il "fascista" sottoscritto ti ha fatto dire le tue cavolate senza censurarti, povero omino che non sei altro.

Non hai CAPITO il post, se ne sono resi conto TUTTI, e continui ad accumulare figure di guano una sull'altra solo per farci ridere ancora di te?

Sparisci, incompetente, te l'ho già detto: non sei all'altezza di questo blog, e certo non ti tratteniamo qui. Addio