giovedì, marzo 06, 2008


DAL MERO TRADIZIONALISMO
ALLA TRADIZIONE:
IL PERCORSO DI UN SIFU DI KUNGFU

Riporto qui uno scritto di Fabio Ciolli, atleta romano di BJJ e ora anche di MMA, sport in cui ha esordito con un fulminante Ko.

Fabio è anche un appassionato esponente del Kung Fu W e ng Chun, uno stile cinese insegnato in Europa da tecnici tedeschi, che ha grosse parentele col W I ng Chun, da me lungamente praticato in passato. Riportare le sue parole mi sembra molto interessante perché dimostra 2 cose. La prima è che il cd. 'tradizionalismo' una volta esposto alla corrosione delle arti VERE si scioglie e ritorna (finalmente!) alla Tradizione, al vero tramandare cose sensate e non balletti e sobillatura mentale.

La seconda è che persone serie nella loro ricerca [marziale], una volta messe in grado di superare i limti 'chiesastici' delle arti -cioè delle persone- ottuse, arrivano tutte inevitabilmente alle stesse conclusioni, come in qualunque altra vera scienza.

* * * * *


Sul perchè al praticante di Weng Chun
invece interessa salire su un Ring

Di Fabio Ciolli


Molto spesso sento nella vita e leggo sui Forum dei profondi motivi filosofici che spingerebbero molti praticanti [di Wing Chun e di altri stili 'tradizionali'] a non contemplare minimamente la possibilità di confrontarsi in un incontro sportivo.

C'è chi dice che non sia "etico" combattere senza un valido motivo, chi non vuole limitarsi e preferisce la Strada, chi dice di aver già dato, chi dice di essere ormai troppo vecchio, quelli che "Tocca mia madre e allora vedrai il potere del mio Kung Fu!", quelli che "Se Yip Man non lo faceva perchè lo dovrei fare io?", quelli che "Evidentemente non hai mai sentito l'Energia di un pugno del mio Sifu" quelli che nel Wing Chun non c'è mai stato il confronto regolamentato, che i Beimo erano senza regole, che se c'erano erano minime, che se non erano minime erano altri tempi...e quindi non è "etico" combattere senza un valido motivo....e si ricomincia daccapo.

In qualche modo è come se relegassero il confronto, lo scontro fisico, la gara, il Match ad una forma brutale e sicuramente più animalesca, lo relegano ad un livello inferiore di pratica, non degno di chi ha veramente capito lo Spirito delle Arti Marziali, atte ad un lavoro introspettivo e non a portare a casa la medaglia.

Ebbene a tutti questi vorrei spiegare il motivo invece per cui il combattimento, anche e soprattutto sportivo, è uno dei cardini della pratica del Weng Chun Kung Fu che affonda le sue radici nel Buddhismo Ch'an e non nello Sport Entertainment dei combattimenti in gabbia di MMA.

Nel Weng Chun, essendo profondamente influenzato dal Ch'an, si parla spesso delle Tre Paure (Saam Gei):
Tam, Pa e Mong e di come liberarsi di queste attraverso la pratica del combattimento.
Infatti il praticante è posto sempre di fronte a

Tam
l'ingordigia, l'avidità, la voglia di avere
Tam Da Sauh Da
Se vorrai colpire con avidità verrai colpito

Pa
La paura, la voglia di non avere, la paura di colpire, la paura di essere colpito
Pa Da Zhao Da
Se colpirai impaurito inviterai a colpirti

Mong
La confusione
Se colpirai nella confusione colliderai e verrai colpito

L'unico modo che abbiamo per controllare tali Paure è il Combattimento, non il Chi Sao, non le Forme o i Motti...ma il combattimento, il modo per dissipare le illusioni molte volte create dalle Forme, dalle Sezioni, dal Chi Sao e dai Motti!

La Paura (Pa) è l'emozione più forte che ci aggredisce durante un combattimento. Ci si para di fronte ancora ed ancora.E' importante conoscerla per essere in grado di gestirla.La paura di farsi male, quella di far male, di perdere la faccia.
Sul Ring come nella Vita.
La Paura di perdere il proprio status, i soldi, gli affetti, la salute.

Anche l'avidità (Tam) ci si para spesso di fronte. Quando l'avversario apre un varco spesso ci ritroviamo a volerne approfittare con ingordigia. In molti casi il farlo si trasforma in una trappola per noi stessi.
"E' scoperto lo butto giù!" e mi ritrovo ad attaccare indiscriminatamente e ad andare giù io!
Sul Ring come nella Vita.
Questo ci rende molto vulnerabili

Mong, la Confusione, possiamo provarla a molti livelli.

Se io credo che il mio Sistema di combattimento si poggi su basi logiche e scientifiche inequivocabili e abbia un approccio intelligente al combattimento mi ritroverò confuso quando questo non avverrà.
Così se il mio insegnante continuamente mi ripeterà che le "tecniche tirate con traiettorie dritte arriveranno sempre prima di quelle circolari" come un Mantra io comincerò a crederci e rimarrò confuso quando questo non avverrà!
Quando mi scontrerò con la Realtà!

Specie durante un combattimento la Confusione ci assale a causa di reazioni inaspettate dell'avversario, a causa del non controllo della situazione.
Sul Ring come nella Vita.
Quanti nella Vita vogliono i soldi, il Potere, le Donne (Tam) e poi hanno paura di perdere queste cose o di non riuscirle ad ottenere (Pa) e cadono in confusione (Mong)?

Grazie al Combattimento noi riusciamo a concentrarci su quelli che sono le nostre Paure e a superarle, ci concentriamo sui nostri punti forti e sulle nostre debolezze.
Giungendo infine alla Non-Mente, al Vuoto, al colpo che parte senza che tu lo abbia deciso, alla comunione fra te ed il tuo avversario come due manifestazioni della stessa Realtà e non come manifestazioni di un'Illusione separata.
Lo stesso avversario che poi abbraccerai indipendentemente dall'esito perchè sai che in realtà non stai combattendo contro di lui...ma contro uno molto più forte!

L'apprendimento è più facile tramite l'esperienza della Realtà.

L'esperienza della Realtà del Combattimento è il punto di partenza dell'apprendimento, non quello di arrivo.
E' grazie al Combattimento in tutte le sue forme che avremo il contatto con la Realtà che non è quella della strada piuttosto che del Ring, ma dei combattimenti contro i nostri demoni che giornalmente dovremmo affrontare e che spesso ci illudiamo di affrontare ma che in realtà lasciamo ben saldi nelle loro posizioni.

Se combatti non hai scuse, non hai 'sezioni', non hai Forme.
Se Combatti puoi perdere...se non combatti hai già perso!

Dedico questo articolo a quelli il cui Ring è la Strada, a quelli che hanno già dato, a quelli che ormai sono troppo vecchio, a quelli che i guanti da 10 sono grossi, a quelli che le regole mi limitano, a quelli che chi combatte lo fa per il proprio Ego (quando invece è il modo più veloce per smontarlo), a quelli che se non ti posso cavare un occhio mi limito troppo...sperando, per loro, che sia vero quello che dicono, che ci credano realmente e che quindi non hanno di che aversela a male, che in cuor loro sappiano qual è la realtà e che ne siano fermamente convinti.

E strizzo l'occhio a quelli che il certificato medico agonistico come riesco a sfangarlo nonostante il cuore, a quei ragazzi di 48 anni che vogliono mettersi in discussione, a quelli di 18 che fra un po' non li tiene più nessuno, a quelli che "ma Sifu de che?Ma Sifu de Chi?", a quelli che "fammi vedere, fammi sentire".

E finisco con una frase che mi ripete spesso il mio Sifu Andreas Hoffmann, riferita in primo luogo a sè stesso:
"Non credere al tuo Sifu, credi alle tue esperienze personali!"

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Articolo molto bello, ma una domanda: Che è un sifu?

Mario Puccioni ha detto...

Sifu in cinese vuol dire padre o 'maestro', ed è il titolo ufficiale degli insegnanti di discipline marziali derivanti appunto dalla Cina.

Anonimo ha detto...

E che ne è di quello che dicono i grandi maestri....che il vero combattente è colui che vince senza combattere...di quello che insegna sun tzu...il massimo onore non sta nel vincere 100 battaglie ma nel vincere gloriosamente una guerra senza combattere?.. l'avidità rientra in quel desiderio bramoso, individuato da Gautama Buddha come un eccesso di attaccamento al mondo materiale ed ai suoi piaceri, alla radice di tutte le sofferenze umane..quando non si fugge dal combattimento ma lo si evita anche questo fa parte dello scontro. Quello che non appartiene alla lotta è restare paralizzati dalla paura ma se con piena coscienza e concentrazione non fuggo il mio evitare è un attacco e attaccare fa parte dello scontro.se con piena coscienza e consapevolezza non fuggo scelgo di evitare dimostro di nn essere avido per questo non ho paura e nn perdo la concentrazione perche non ho desideri bramosi e allontano cio che materialmente mi potrebbe rende debole....TAM PA MONG....ECCOLO RISPETTATO...