mercoledì, gennaio 06, 2010


SHERLOCK, IL MEZZO JITSUKA

Le scene di combattimento ultrafinte del polpettone holliwoddiano dedicato al detective creato da A.C. Doyle, hanno ringalluzzito molti esponenti di arti orientali in calo di consensi, facendo loro credere che il famoso personaggio letterario fosse stato concepito dal geniale scrittore come praticante di certi stili marzialoidi.

Invece nisba. Basterebbe dare un occhio ai riferimenti su carta per capire che Holmes nei racconti pratica Baritsu.
Questa forma sintetica di combattimento era stata creata a Londra da un ambizioso ingengnere britannico di ritorno dalla terra di Yamato, tale Edward W. Barton Wright. Il suddito di Sua Maestà vide il soldino all'orizzonte e, nonostante le sue scarse credenziali, fece in modo di importare dal Giappone il famoso jitsuka Yukio Tani, su questo blog ampiamente presentato.
Baritsu infatti è l'unione delle prime lettere del cognome del fondatore col suffisso (J)itsu, in quanto era basato sulla fusione del pugilato ottocentesco (dotato di calci) con la tecnica nipponica e con la scherma di bastone, né più né meno, cioè unione di arti dove era ed è obbligatorio sia il confronto in palestra con avversari non collaborativi e sia di gare e/o sfide NHB.
Ciò che stupisce non è tanto che i marzial-fossillisti si beino della insperata pubblicità, quanto che siano così ciechi da vedere in qualunque pugno verticale o calcio dato con la suola della scarpa un segno di tecniche asiatiche.
A me invece appare evidentissimo come privata del guantone la mano chiusa vada automaticamente a sviluppare il pugno dritto -basterebbe ai fossilisti riguardarsi le illustrazioni di statue greco-romane- mentre per quanto riguarda la crassa evidenza che se dotato di scarpa il piede lo si usa con le parti dure della calzatura, è sufficiente dare una s-vista a qualunque match dell'europeissima Savate.
Nel 1902 Barton-Wright scrisse:
« Nel Bartitsu è compreso il pugilato, ovvero l'uso del pugno come mezzo contundente, l'uso dei piedi sia in senso offensivo che difensivo, e l'uso del bastone come mezzo di autodifesa. Judo e Jiu-Jitsu, che erano stili segreti di lotta giapponese, si potrebbero definire azione ravvicinata applicata all'autodifesa.
Al fine di assicurare per quanto possibile l'immunità contro le ferite in attacchi codardi o zuffe, si devono capire il pugilato per apprezzare completamente il pericolo e la rapidità di un colpo ben diretto, e le particolari parti del corpo che erano attaccate scientificamente; lo stesso, naturalmente, vale per l'uso del piede o del bastone
».
Una piccola nota per gli inguaribili romantici: Barton NON cita né prende MAI in considerazione la lotta inglese, il Catch; la parte di grappling (il 90% del Baritsu quindi) era il Jiu-Jitsu di Tani, e basta. Fu infatti proprio per invito del mr.british che il piccolo samurai venne in Occidente, dando poi gran parte della spinta alla creazione del fenomeno "Lotta Giapponese", con la sua invincibilità in centinai di sfide e scontri reali.
Barton appare sicuramente la classica figura del mezzo truffaldino ma geniale dell'inizio 1900, un praticone svelto di meningi, lesto a saltare sul carro di una moda del momento e a promuoverla egli in prima persona, vantandosi di meriti non suoi e appropriandosi di tecniche non inventate da lui, un ricco 'maestrone' che non combattè mai e poi mai. Esattamente lo stesso esempio del panorama marziale dei giorni nostri, in effetti.

Nessun commento: