domenica, novembre 07, 2010


COME AI VECCHI TEMPI:
JITSUKA vs. STRIKER


Su questo piccolo blog si cerca innanzitutto di fare cultura, cioè di veicolare la corretta informazione, disperdere i miti incapacitanti e stimolare i lettori alla pratica consapevole delle divine arti da combattimento funzionali. Per noi i valori esistono, sono concreti e si possono - e si debbono - ricercare non tanto o non solo in letture auliche e discorsi sul sesso degli angeli, ma mettendosi davvero alla prova, ricoprendo se stessi e affrontando le proprie paure et limiti allo scopo del miglioramento continuo. Quotando Tyler Durden, il protagonista del film Fight Club, diciamo: "Come puoi pensare di conoscerti se non ti sei mai battuto?".

Come insegnante entusiasta di Jiu-Jitsu stile brasiliano, stile a cui sono arrivato passando per le arti fossili prima, e per le altre modalità funzionali poi, mi dedico alacremente a scrivere e magnificare le doti formative di questa disciplina. Se a qualcuno questo dà noia o stupore, non ha che da girare le terga e lasciarci, adieu...

La storia recente è nota. Il BJJ è la disciplina che ha rivoluzionato per sempre la storia del combattimento, dimostrando la sua superiorità tattica negli scontri interstile e trascinando con sé alla riscossa le altre modalità; è dal BJJ che nascono l'UFC e le MMA, le quali allo stato odierno lo inglobano e annoverano come pilastro ineliminabile.

Come ho avuto modo di spiegare anche di recente, le modifiche regolamentari introdotte per gli scontri al fine dello spettacolo puro per di più, hanno ridimensionato la totale dominanza del BJJ e messo giustamente in rilievo gli aspetti manchevoli dell'arte suave, a favore di altre modalità. Questo ha portato svariati nerd da tastiera e invasati rancorosi rappresentanti delle arti marzialoidi precedentemente umiliati, a discettare senza cervello sulla 'ridotta utilità' del BJJ nelle MMA una volta che lo stand up fighter abbia imparato a difendere bene gli atterramenti e le sottomissioni alla bell'e e meglio. Per disperdere miti "in corso di formazione" incontrollata, a più riprese riporto qui le fonti necessarie, video o altro, per fare chiarezza.

Se è verissimo che la doverosa introduzione di guantini, round brevi, ristettezze al novero delle tecniche impiegabili e altro ha riportato in auge per esempio la Lotta Olimpica (sempre sia benedetta), ciò non significa che si debba dimenticare la verità. E cioè ad esempio che anche nelle MMA contemporanee certi assiomi di fondo risultano sempre verificabili. Come quello che dice: quando uno striker top incontra un grappler top la sua fine è quasi certa. Attenzione: non ho scritto che finirà per mezzo di una finalizzazione, ma che finirà, e basta.

Tempo addietro postai il video di Sakuraba contro lo slavo, però il filmino che vi passo adesso è forse più significativo.

Scendono sul quadrato della sigla nipponica DEEP il signor Shinya Aoki, jitsuka jap che s'inventa l'impossibile per usare solo il suo Jiu Jitsu nel 2010, e Yokthai Sithoar, MMA fighter thailandese. Il thai è lo striker perfetto, il soggetto ideale per un esperimento scientifico puro. Ex campione del Lumpinee, è stato anche pugile professionista e assomma quindi tutto il potenziale contundente possibile a una preparazione professionale nelle MMA tout court.

Come va a finire questo megascontro tra campioni iperspecializzati ma completi allo stesso tempo, quasi sorta di topolini bianchi di un esperimento sanguinario degli Dèi interessati all'eterno dilemma: striker o grappler?






1 commento:

Anonimo ha detto...

..oddio mi sto pisciando sotto...
no no lo striker l'ho visto bene è stato sfortunato perchè è scivolato...
zio kan l'ha pure "appoggiato" in terra con garbo per non fargli troppo male, se voleva lo scaraventava fuori dar ring...oppure nel suo giusto posto..nella pattumiera..