venerdì, giugno 23, 2006


L'ORRORE DELLA VIVISEZIONE
Parliamoci for dai denti: io sono un bischero qualunque e voi che capitate qui tre gatti. Però io so che qualcosa comunque noi possiamo fare, dobbiamo. E il giorno che gli Dèi mi faranno il regalo, io incontrerò un vivisezionatore.
E allora tutto l'addestramento marziale, tutti gli innumerevoli anni spesi a perfezionare il fisico e il carattere, tutte le tecniche venefiche avranno il loro momento di gloria. Sì perché a quel punto mi rovinerò la traballante fedina penale e gli infliggerò una scarica di violenza tale da farmi patire l'internato nelle patrie galere, con mio sommo godimento però.
Di tutti i crimini quello contro l'animale indifeso è, al pari della pedofilia, il più infame. Solo che il pedofilo (per adesso) è perseguito, mentre al sadico pazzo che tortura un cucciolo si dano le medaglie.
Ricordate una cosa: dal male non viene mai nulla di buono, dalla malvagità intenzionale non scappano fuori compensi scientifici per l'umanità. Possiamo paragonare la vivisezione a una gigantesca messa nera, a un liberarsi su questo piano della reltà di immonde forze infere e perciò qualunque uomo di normale costituzione animica deve desiderare, io credo, di spaccare almeno una testa di sadico olim.
Quando penso ai cuccioli che quei figuri torturano, mi viene in mente solo questo: che quegli schifosi e crudeli bipedi disumani possano trovare almeno un anticipo della loro punizione qui tra le nostre mani (il resto alla cassa dopo la morte fisica, tranquilli).. MARS EXURGIS!

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