venerdì, ottobre 02, 2009


L'IMPORTANZA DELLA PERSEVERANZA
Io credo in quello che faccio, in quello che pratico. Il mio carattere nativo mi ha sempre spinto alla ricerca della veridicità delle affermazioni che mi venivano fatte, di qualunque tipo, anche marziale. Dato che in me c'era potente una spinta all'auto-miglioramento, ho abbandonato molte strade via via intraprese per re-indirizzarmi.
Alla vista di ogni cambiamento di rotta ho come è naturale incontrato l'ostilità e lo sgomento dei miei compagni di percorso, i quali -soddisfatti della loro condotta- non capivano il mio desiderio d'andarmene e lo criticavano, anche aspramente.
L'eretico riceve il ripudio da parte dei 'fedeli', questa è la storia, si sa.
In alcuni momenti certi tra i meno ottusi delle arti finte che praticavo, al mio annuncio di addio, mi accusavano di mancare di costanza, di non aver perseverato abbastanza a lungo e di mollare senza motivo, per sola cattiva condotta mia personale e non per "errori" dell'arte in sé.
Ho compreso solo anni dopo, in seguito a studi di psicologia della vendita, marketing e neuroscienze, come anche questo fosse un artificio dialettico ad usum delle sétte di turno, e passo a spiegarmi.
La costanza e l'attesa dei risultati con pazienza sono certamente alla base di ogni successo. Un contadino che non attenda il momento giusto per seminare e dopo raccogliere non otterrà un bel nulla, e questo vale per tutto nella vita. Appoggiandosi a questa sacrosanta verità, i Maestri di Illusioni, che si chiamino Vaticano o Comunismo o Junkungdo, una volta agganciata l'attenzione del curioso con promesse mirabolanti ed esibizioni sedeucenti lo inseriscono in una gerarchia molto complessa e lo destabilizzano con l'uso sapiente del potere (premi&punizioni). Il neoaffiliato ora si è impegnato in un gruppo che condivide una verità, e metterlo in discussione vuol dire discutere se stesso, una delle cose più difficili da fare nella vita.
La spontanea o esodieretta ribellione del singolo vs la Chiesa/Stile può venir cassata col dire "Ti sei messo in testa cosa? Non sei ancora abbastanza esperto per giudicare, non hai avuto abbastanza perseveranza, sei TU a sbagliare!". Il Maestro di Illusioni ribalta la situazione e alle giuste critiche dell'adepto risponde ATTACCANDO.
L'esperto venditore con fare paterno riporta la pecorella all'ovile e gli fa presente che solo tra una ventina d'anni allora sì, lui potrà giudicare meglio e quindi essere abbastanza "illuminato" per questionare gente come lui, il Maestrone, che detengono un Sacra Conoscenza. Qualcuno più furbo e più potente punta sul metafisico, e fa ingoiare ogni sorta di maialata ai fedeli tramite promesse di impossibili paradisi, sia metafisici che materialistici (del proletariato). "Si, compagno (figliolo, allievo etc) OGGI è vero che la nostra Chiesa/partito/stile marziale non fa che creare disastri, ruberie e ingiustize[tecniche inutili, kata etc] ma ..un giorno..chissà quando (dopo la morte, dopo l'avvento del socialismo, dopo la promozione a Sensei), tu capirai..".
Ricordate: la pertinacia, la forza di resistere hanno valore solo&soltanto per le cose vere, serie, importanti e reali. Non usiamo contro noi stessi gli stessi trucchetti della agenzie pubblcitarie, per favore.

4 commenti:

Fabio ha detto...

Cavolo Mario! Però adesso sei tu a cadere nell' atteggiamento che rimproveri. Ovvero, una volta fatta la tua scelta e giustamente e inevitabilmente discusso di questa con chi fino a quel momento ti aveva accompagnato, basta! Dimentichi della relatività, delle diverse prospettive. Ognuno fa quel che fa, pratica quel che pratica animato da sogni, idee, volizioni differenti. Non tutti sono manipolati automi lobotomizzati, esistono persone consapevoli! Tu, in ricerca di cosa è importante per te fai le tue scelte di cui si può discutere ma che restano personali. Ora sei tu che ti sei messo in testa di voler convincere tutti delle tue idee, che (coerentemente alla tua sete di assoluto) giudichi la verità. Portandola su di un piano psicologico, mi sembri talvolta, così insicuro delle tue scelte da aver bisogno del consenso di tutti per crederci veramente! Credo che una mente acuta come la tua potrebbe abbandonare questo tipo di discussioni sterili. Un abbraccio

Mario Puccioni ha detto...

Fabio,

il tuo commento fuori luogo dà adito a pensieri un po' bruttini.
Cosa c'entra dire che non sono tutti manipolati? Chi non lo è bene per lui, ma il discorso è diverso: la manipolazione mentale è una scienza, e chi la conosce governa il mondo, O NON TE NE ACCORGI?

Il tuo commento è sterile, non il mio articolo: quante volte hai letto ultimamente di manipolazione mentale nelle AM come tema paragonabile all'uso distorto della spiritualità etc.? Che le scelte siano sempre personali non significa per nulla che siano veramente scaturite dalla mente di chi le fa, te lo ricordo una volta ancora.

Un'ultima cosa. Che persone in gamba come te leggano il blog mi fa molto piacere, ma -l'ho detto mille volte- questo non è un giornale a pagamento. E' gratis.

Abbraccione

Anonimo ha detto...

Rispondo visto che ci devo dare un esame sui "retaggi delle culture straniere", da antropologo.

Questi retaggi noi li chiamiamo "cadaveri trascinati appresso" in poche parole. Assolutamente kata etc. non hanno nulla di marziale. Marziale significa appunto "Guerresco", "Degno di Marte", ed è indicato per attività che prevedono la sottomissione o l'uccisione forzata di antagonisti che si oppongono con ogni mezzo a ciò.
I kata e le forme invece non sono altro che dei "disegni" usati per trasmettere dei messaggi (sbaglia chi crede che nella cina antica tutti sapevano scrivere), noi abbiamo le pittografie e le iconografie, loro in più ci mettono sti kata, ma il loro scopo non è mai stato quello marziale, cioè, non hanno mai avuto intenzione di utilizzare il kata per insegnare a combattere, non è nato per questo. Essendo però la nostra società strutturata al mercato (anni 50-60, società di massa->mercato di massa) è stato tutto interpretato in funzione del mercato stesso, ed ogni azienda una volta che entra nel mercato tende a lottare per restarci, idem per gli stili tradizionali, anche se ormai sono obsoleti lottano per restare sul mercato, ma io non ho mai visto un "tradizionalista" andare all'ufc... mi possono dire Machida, ok, ma machida si allena come gli altri nel bjj, la lotta ecc con uno sparring di striking che assolutamente non ha nulla a che vedere con quello che vediamo nelle nostre palestrine di karate.

(Jim. Continuo in più post perchè non mi accetta, troppo lungo)

Anonimo ha detto...

Oltretutto la suddivisione di questi stili non asseconda per niente la tenendenza unificatrice che c'è nella nostra epoca, cosa non nuova, vedi Alessandro Magno, ma comunque oggi si sta concretizzando, con il suo bene ed il suo male, parlo della globalizzazione che ora è spinta solo su base di mercato (ed una spinta del genere appiattisce la cultura delle varie fazioni) ma d'altro canto ti porta ad avere una coalizzazione-coesione in determinate aree.. vedi la comunicazione, vedi i trasporti, vedi la libertà di spostarti di paese in paese e viverci magari, cosa che prima era difficile se non impossibile. Questa cooperazione di elementi diversi dà luogo ad una nuova concezione dell'area semantica da cui questi elementi derivano, prendiamo ad esempio le arti marziali.
Quello che è accaduto con royce gracie, ad un certo punto si sono uniti tutti ed hanno visto che tipo di lotta sarebbe stata più efficace in combattimento, ed è nata l'attuale mma le cui caratteristiche al giorno d'oggi tendono a rendere l'arte di marte per eccellenza, parlando senz'armi, per il resto la cultura che gravita intorno a ciò è simile a quella trasmessa dalle arti tradizionali (l'onore, il rispetto dell'avversario, la pulizia ecc), solo che a differenza di queste ultime nell'mma si ha una sperimentazione vera di questi valori, perchè la lotta contro antagonisti opposti con tutte le loro forze genera dolore, che genera necessità del rispetto delle regole, che genera condivisione di una sofferenza e quindi coalizzazione di uno spirito comune, quello che spinge dopo un combattimento serio ad abbracciare l'avversario, perchè l'asse di focalizzazione si sposta su se stessi e non sull'altro, quindi, l'atto dell'avversario di colpirci passa in secondo piano rispetto alla nostra sopportazione del dolore, in pratica.. se noi abbiamo dolore non è per colpa dell'avversario, ma perchè siamo noi a resistere poco, si va a finire che l'avversario diventa quello che ci svela tutte le nostre debolezze, con tutte le conseguenze che ne derivano.
Cosa non accade quando ci si allena e non si combatte, non scattano questi meccanismi psico-sociologici e quindi un allenamento di uno stile che esclude il combattimento corpo a corpo serio (cioè dove ti fai male) è paragonabile a farsi il bilanciere in palestra. Sempre a livello di meccanismi mentali, il resto che ne consegue sono solo castelli che ci creiamo in testa, come la pubblicità insomma.

Io lo so che il mio campo di studi è molto bistrattato al giorno d'oggi, tutte le facoltà umanistiche lo sono, ma questi schemi mentali sono scienza, sono provati, sperimentati anche in altri campi come quelli della biologia. Ad esempio.. Un marzialista potenzialmente scopa di più perchè l'attività del combattimento è legata al testosterone che è prodotto dalle ghiandole sessuali le quali, sovrastimolate con questo stile di vita (marziale-salutista) tendono a prolungare la loro attività in tutti i campi, e conseguenzialmente a ciò, a migliorare la loro salute (è ad esempio noto che la mancanza di attività sessuale generi tumori ed infiammazioni croniche con il tempo).
Sono uscito un pò fuori dal discorso solo per far capire che io non parlo per una mia idea aleatoria ma perchè per ogni cosa che dico ho le prove, non parlo mai tanto per parlare, per il resto l'esistenza di stili pseudo marziali è giustificata solo da una cosa: La necessità di restare sul mercato e di sviluppare sempre più tecniche per conservarsi la propria nicchia.

Saluti
Jim