domenica, settembre 19, 2010


IL JIU-JITSU E I SOLITI VECCHI DUBBI



Da qui a poche righe si potrà vedere un video.

Vi prego di guardarlo con attenzione, altrimenti leggere l'articolo risulterà inutile.





Se non li avete riconosciuti d'acchito vi presento i due atleti. Il gigante con la schiena larga come una portaerei è Andrei"Pitbull"Arlovski, 120 granitici kg di ex campione dei Massimi UFC.
Il piccoletto coi riccioli è Marcelinho Garcia, ultrapluripremiato campione mondiale di Jiu-Jitsu dei Medi (79 kg) e Assoluto.

Cosa vi dice il video? Sembra che Marcelinho ci giochi proprio coll'orco bielorusso, vero? Eggià.

Eppure con lo slavo siamo di fronte a un animale senza pari, a un ex n°1 al mondo, con tutto quello che ne consegue in termini di esperienza, atletismo e pure qualche aiutino-ino chimico..

Uno striker d'assalto in mano al nanerottolo jitsuka forse? Nemmeno. Andrei proviene dal Sambo di cui era titolare nazionale a casa sua.

A me questo video racconta parecchie storie. La prima è quella del bravo ragazzo brazileiro di buona famiglia che in un determinato contesto d'allenamento ha la possibilità di far vedere i sorci verdi, azzuri e a pois, ad un omaccione il doppio di lui. Questo è legittimamente dichiarabile seduta stante IMPOSSIBILE in altri contesti modali appartenenti alle restanti altre Arti Magiche. Cioè avessero fatto a colpi o a lotta in piedi i pari peso e livello di Garcia delle altre 4AM ne avrebbero rimediate di legnate dal champion, tecnica sopraffina o meno. Vi faccio presente che sopra Marcelo col belaruss ci si balocca proprio.

In secundis quale incredibile possibilità di crescita regala il BJJ anche ai "non grossi". Quest'arte suave infatti dimostra di dare almeno una chance a tutti e di agevolare la crescita psicofisica dei piccoletti, a quali è data concreta fattibilità di confronto vittorioso coi beneficati da Madre Natura. Infatti in ogni accademia al mondo di Jiu-Jitsu questa realtà è risaputa, e si fa esperienza diretta di ciò (invece dell'ossequio a racconti mitologici di antenati invinciBBili) ogni santa sera. Un orso di pietra come Andrei renderebbe ciascuno di noi ospedalizzato se si facesse sparring a pieno di Boxe, Kick o Lotta; il confronto sarebbe insomma oggettivamente impossibile, mentre con le strategie pitonesche del BJJ il piccolo e non certo superatletico PUO' dire la sua e -in certi casi- persino arrivare a strapazzare il gigante iperallenato e professionista di MMA.

La terza storia paradigmatica narrata nel video è quella della differenza relativa tra i valori medi in campo tra Jiu-Jitsu e altre scuole di lotta di sottomissione. Premetto che adoro il Sambo e lo rispetto a manetta, ma vi garantisco che se le cose si fossero svolte a ruoli invertiti avremmo assistito a una devastazione dell'ipotetico campioncino dei 79kg dell'arte sovietica da parte di un -che so- Fabricio Werdum in spolvero. Il gigantone ex iridato di Jiu-Jitsu avrebbe probabilmente palleggiato col sambista piccinino, ma anche a ipotizzare una reazione migliore del secondo, avremmo soltanto visto uno show del jitsuka con le più improbabili finalizzazioni esotiche applicate al Medio; e se davanti a Marcelinho avessimo avuto gli equivalenti di Arlovski del Judo o della Greco-Romana le cose non sarebbero certo state differenti, anzi.

Ultima considerazione: Garcia si è sempre allenato col gi(kimono) e tutt'ora ne difende l'uso intensivo a spada tratta per ogni dove si parli della questione. In questo video eppure non sono in rash guard i soggetti? Vi sembrava che gli mancassero i titoli a Marcelo con il russo, il quale si allena evidentemente da anni lui sì solo e sempre SENZA il kimono? Giudicate voi!

Un fazioso peana sciovinista per il Jiu-Jitsu questo?

Nient'affatto.

Come ho detto e ripetuto MIRIADI di volte un'arte completa e non debitoria almeno in teoria di cross training, per de-fi-ni-zione non può esistere. Fare tutto assieme è umanamente impossibile, così come sarebbe assurdo studiare all'ammasso il violino, il piano, la tromba e il timpano al Conservatorio anche per il più geniale e talentuoso dei musici. Per essere davvero bravi in qualcosa è indispensabile specializzarsi. Dunque anche il jitsuka dovrà lavare i cenci in Arno se vuole migliorare le fasi diverse dalla lotta al suolo, abbeverarsi a fonti esterne.

Ciò sancito, ancora una volta mi preme far notare che sola tra le 4AM (per non parlare delle arti irrealistiche) il Jiu-Jitsu dà davvero una possibilità statistica al piccolo contro il forzuto, all'uomo di corporatura normale e faccetta da impiegato contro il natural born fighter alto un palazzo. Di questo in tutta sincerità, e senza nulla togliere alle altre indispensabili&meravigliose modalità, io sono di tutto cuore convinto, e parlo per esperienza vissuta; ed è per questo (anche ma non solo) che la reputo la più genericamente adatta a tutti, la meglio attrezzata per insegnare strumenti utili alla 'difesa personale' a un pubblico variegato e indifferenziato.

Cosa possiamo aggiungere per finire?

Che forse il segreto della riuscita in combattimento è per molti versi la dose di autostima che un metodo riesce a infondere nel praticante. Io credo che nessun arte possa minimamente avvicinarsi nel ridurre le differenza atletiche come il Jiu-Jitsu, nel permettere sparring continuativo ed efficace anche tra pesi diversissimi e garantire un arsenale di soluzioni finish schiena a terra (dove di solito finisce in combattimento reale il meno pesante almeno all'inizio). Nessuna delle altre straordinarie, divine, Arti Magiche può sostituirsi al Jiu-Jitsu quale singola arte marziale reale per il confronto fisico disarmato, cioè quella vastissima (infinita) serie di situazioni non riproducibili in toto tra le mure del dojo il cui comun denominatore per la riuscita è avere dentro di sé la convinzione e la tecnica per ribaltare un pronostico sfavorevole.

L'arte di Superman, quella magica tecnica che rende il praticante invulnerabile è 'na strunzata, non PUO' esistere. ll jitsuka infatti perde come e quanto gli altri, la realtà della vita è tiranna...solo che forse perde relativamente meno o meno facilmente. Helio Gracie diceva che il suo sistema era un metodo per la difesa personale, il cui scopo era non tanto prevalere -cosa auspicabile ma difficilissima nel casino vero- quanto consentire la sopravvivenza, ed è in risposta a questa mentalità, a questa richiesta che si è costantemente evoluto il già tostissimo Ju Jitsu nipponico. Ciò sia detto senza nulla togliere ai metodi seri, benedetti dal cielo come e quanto il BJJ.




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