venerdì, dicembre 24, 2010



PER ASPERA AD ASTRA

di Riccardo Poleggi


Riccardo"Sannita"Poleggi è un atleta di BJJ; ha esordito al recente Milano Jiu Jitsu Challenge.


Sono nato a Campobasso, una città dove purtroppo, ancora adesso, la cultura sportiva è detenuta da una piccola cerchia di persone e si riduce nel 90% dei casi alla partita di calcetto del sabato pomeriggio con gli amici.

Non voglio accollare colpe a nessuno, la realtà è che a 17 anni sono diventato obeso, e poi gravemente obeso, per cause culturali e ambientali. La mia famiglia non mi ha mai fatto mancare nulla, e anzi, forse, è stata fin troppo attenta per quanto riguarda la mia alimentazione; mia madre non mi ha mai permesso il lusso di mangiare liberamente nutella e merendine o di bere coca cola, a tavola si trovava dalla pasta, alla verdura, alla carne. Questo probabilmente ha instillato in me una sorta di desiderio del proibito che sfogavo non appena ne avevo l’occasione.

Me ne accorgo ripensandoci ora, sentivo dentro di me questo desiderio crescente di patatine, cioccolata, come fosse una droga, perché ovviamente più andavo avanti più ero dipendente dagli zuccheri e dai carboidrati raffinati. Di nascosto o con gli amici non facevo altro che mangiare. Un’altra cosa che ricordo, è che mia nonna mi educava tramite il cibo, mi spiego: se io facevo qualcosa di buono, lei mi dava da mangiare una crostata o qualcos’altro di dolce, così per consolarmi se ero triste, ugualmente mi “premiava” con il cibo. Evitando facili parallelismi con le teorie comportamentiste di 50 anni fa, avevo associato le mie sensazioni e le mie compensazioni al cibo. Una delle difficoltà maggiori per me, nel dimagrire, è stata eliminare quell’impulso sgradevole che mi ordinava di mangiare cibi grassi o ricchi di zuccheri quando ero felice e quando ero triste. Il vero traguardo, raggiunto qualche mese fa, è stato scoprire di avere voglia di cibi semplici, indicati nella mia dieta e di non desiderare più dolci e affini.

La realtà è che quando sei piccolo non ci pensi, e i parenti, a Campobasso, ti dicono “mangia..mangia che fa bene”, ma allora che fare quando a 18 anni ti ritrovi al peso di 150 kg? Mi preme far capire che l’obesità è un circolo vizioso. Ti vedi grasso e ti deprimi, le ragazzine non mostrano interesse per te e ti deprimi, la gente ti guarda come se fossi un appestato e ti deprimi, non ti prendono a lavorare neanche dietro il bancone di un bar e ti deprimi, genitori e parenti ti guardano tristi, addolorati, e ti deprimi; ovviamente cosa fai per tirarti su il morale? Mangi, e mentre ti abbuffi crei circuiti mentali vigliacchi che ti facciano sfuggire dalla realtà “non sono così grasso” “sono giovane ho tempo per dimagrire”, “ma cosa ne sanno loro di me” ,“non me ne frega nulla del peso io sto bene con me stesso”, la realtà, naturalmente, è che nessun obeso sta bene, nessun obeso si vede bello (a meno che non sia pazzo), nessun obeso è sereno, e non solo per questioni puramente psicologiche ma anche per gli squilibri ormonali che i cibi che trangugia gli creano.

Io chiamo Campobasso il regno del pizzebbirra, oppure La Contea, riprendendo Tolkien e i suoi Hobbit. Lì quando si esce si mangia e si beve, non aspiravo a nient’altro, se non addentare un altro pezzo di pizza. Sembra strano da dire ma è così.

A 19 anni non entravo praticamente più nelle sedie dei cinema e non c’erano jeans adatti al mio girovita. Dopo un evento per me abbastanza doloroso è scattata la molla, mi sono visto davvero per l’essere grottesco che ero, come se prima di allora gli specchi avessero celato ai miei occhi la vera forma del mio corpo. Vedermi in quello stato, stranamente per un vile obeso mangione, non mi gettò nella depressione, ma fece nascere dentro di me una voglia di rivalsa, una volontà che non credevo di avere.
Trasferendomi a Chieti e cominciando ad allenarmi negli sport da combattimento a contatto pieno persi molto peso, ma da lì, non riuscivo più a dimagrire. La ritenzione idrica mi bloccava e non c’era nulla che io sapessi fare per sbloccare quel dannato numero sulla bilancia, poi il mio buon karma mi presentò la soluzione.

Ho conosciuto Mario Puccioni al primo evento XC-1 e dopo quella giornata lui non ha fatto altro, per mesi, che tartassarmi su Facebook e perdere gratuitamente ore del suo tempo con me, che non ero nemmeno lontanamente ciò che sono ora, al solo scopo di soccorrermi. Ho dovuto vincere i pregiudizi e dar retta a uno sconosciuto ma ero sfiduciato, dopo aver subito l'incompetenza di nutrizionisti ben dotati di titoli accademici il cui dettato -a caro prezzo da me acquistato- non mi faceva calare nemmeno un etto o quasi. Un po’ mi lamentavo, un po’ mi piangevo addosso ma Mario non si è mai arreso, e in fondo nemmeno io; mi piace anche pensare che l’ho aiutato nella sua ricerca dell’alimentazione perfetta. Partendo dalla Dieta a Zona per poi evolvere nella Paleo Dieta, ho avuto risultati evidenti, curavo nei minimi particolari sia il cibo, che l’allenamento suggeritimi da Firenze. Quello che avevo dentro, a quel punto, è uscito fuori come se fosse stata una fiamma sin ad allora rimasta in attesa di ardere. Mi sono ritrovato più forte, determinato, più saldo d’animo.

Da metà settembre ho iniziato il Brazilian Jiu Jitsu alla Tribe di Roma, sempre su consiglio di Mario. Incredibilmente, lì, non mi sono mai sentito a disagio, come se il destino mi avesse condotto in quella palestra, come se fosse una seconda casa. La pratica della lotta a terra era qualcosa che non immaginavo, la pressione psicologica che si sente quando un avversario ti schiaccia col suo peso e tu non riesci a muoverti o respirare è decisamente maggiore di quella che avvertivo praticando il Pugilato o il Sanda. In questi mesi ho scoperto dei miei limiti e ne ho superati altri, ho compreso davvero il significato di umiltà e forse anche di fratellanza, dato che all’interno della Tribe non ho visto invidie e pettegolezzi, o almeno, se ci sono, questi non minano la serenità e il reciproco aiuto sul tatami. Sotto la guida esperta del M° Federico Tisi e di Andrea Verdemare sto lentamente iniziando a capire la 'complessa semplicità' del BJJ, e posso dire in tutta franchezza che migliorare e ottenere buoni risultati in questa disciplina è diventato uno dei nuovi obiettivi della mia vita.

Per circa un anno Mario mi ha guidato in diversi campi della mia vita facendomi ottenere risultati strabilianti. La sensazione di girare per strada e non essere additati è indescrivibile, perfino mia madre, ora, non mi riconosce, dice che anche il mio sguardo è cambiato. Per chi mi circonda forse è tutto normale, ora dicono che ce l’ho fatta e che devo concentrarmi su altro, ma per me ovviamente è impossibile. Porto i segni del mio percorso sia dentro che sul corpo e non ho intenzione di cancellarli, sono felice di aver attraversato un periodo così buio e di essere, se vogliamo, "tornato a riveder le stelle”.

L’altro ieri mi sono pesato e la bilancia ha emesso il suo verdetto, 84.7 chilogrammi, cioè: - 66 kg.

Ci tengo a precisare un po’ di cose. Senza la benevolenza del fato, senza Mario e senza lo sport da combattimento, in particolare il Brazilian Jiu Jitsu, io a quest’ora non avrei raggiunto tali risultati. Mi illudo, forse, di poter essere un esempio, di far capire alle persone che quando veramente si vuole nulla è impossibile, che se lo spirito davvero brama qualcosa allora la si può raggiungere. Nonostante io non sia sceso affatto nei particolari della mia storia dato che odio lo stile barbarad’ursiano televisivo , è stato veramente arduo per me scrivere queste righe, ma spero che diano una valida testimonianza e una buona dose di speranza a chi si trova ora nella situazione da cui io sono uscito.

4 commenti:

Roberto Mignogna ha detto...

Ammiro ciò che hai fatto...ti ho conosciuto che non eri in perfetta forma e ti ritrovo in forma e deciso su tutto...pratichi un bellissimo sport...e spero ci siano occasioni per rivederci...

Grande Riccardo "Sannita" Poleggi

Roberto Mignogna

Anonimo ha detto...

Ciao Riccardo, hai scritto che t'illudi "forse, d'essere un esempio"; voglio lasciare un commento e dire che invece per me ti meriti di venire considerato senza mezzi termini un ispirazione da seguire.
Avremo pure ostacoli tutti personali che ci differenziano ma la volontà che hai dimostrato è una caratteristica fondamentale per chiunque voglia uscire da un contesto deficitario qualsiasi. Una vera e propria combustione interiore senza la quale niente è realizzabile!
Ciò a mio avviso fa di te un esempio che merita il più giusto dei riconoscimenti.
Infine mi sento di ringraziare pubblicamente Mario senza il quale nemmeno io sarei un praticante di BJJ ma soprattutto alla sua amicizia devo la persona che sono ora.
Saluti, Tom

Simon ha detto...

Caro Riccardo,
leggere della tua esperienza è già di per se un'esperienza. Ciò che non scrivi direttamente lo si può leggere e assaporare tra le righe.

Che tu possa davvero trovare gli Astri!

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.