domenica, dicembre 12, 2010


SCIMMIE, SAPERI, BART E IL JIU JITSU


C'era una volta una scimmia su un atollo giapponese infestato da zoologi che studiavano questi animaletti.

L'essere intelligente (la scimmia) si faceva i fatti suoi, seguita occhiutamente dall'essere scemo (lo scienziato). Lo scemo rilevò che il macaco aveva appreso un comportamento nuovo, sconosciuto alla specie: condire le patate dolci nascoste nella rena per l'esperimento, inzuppandole nel mare per lavarle e salarle! Passò poco tempo e lo scemotto si accorse che anche le altre scimmie della colonia imitando l'innovatrice consorella avevano imparato a fare il pinzimonio.

Il fatto straordinario è che dei bischeri di scienziati auto-esiliatisi su altri atolli scimmieschi confermarono sbalorditi: pure le scimmie della medesima razza Macaca Fuscata da loro studiate stavano miracolosamente dimostrando lo stesso nuovo skill della prima, e senza nessun possibile collegamento fisico tra i vari gruppi di primati! Fu calcolato che quando il 100° quadrumane ebbe appreso la nuova abilità, per motivi sconosciuti alla scienza ufficiale (ma non a quella esoterica però..) questa conoscenza si trasmettesse a tutti i membri della stessa specie ovunque nel mondo.

Senza entrare nei ragionamenti sull'Aether, i campi morfogenetici e altra roba complicata, possiamo proseguire il discorso con un altro famoso esempio: l' "Effetto Roger Bannister".

L'albionico studentello Bannister sconfessò i vari espertoni/panzoni della sua epoca e corse il miglio sotto i 4 minuti primi, tempo che gli espertoni suddetti avevano definito impossibile da battere. Ebbene, la cosa sconvolgente fu che dopo che si seppe dell'impresa di Bannister ci fu un diluvio di fondisti che lo eguagliarono, un fiume. Stesse piste, stesso DNA, stessa tecnica eppure rotto che fu l'argine dell' impossibile per definizione, altri ci arrivarono a frotte lassù, dove osano le aquile.

Tutto questo almanaccare di spiegazioni a cosa ci porta? Al mio allievo Francesco"Bart"Bartoloni, il pesonaggio citato qui sul blog due articoli indietro. Francesco ha un grande limite nell'handicap al braccio eppure lotta e vince nel Jiu Jitsu competitivo, e mi funge egregiamente da poker dialettico in tutte le discussioni che ho con gente che mi straparla del perché loro poverini proprio non possono lottare. Dolori qui, impegni lì.. sisi.. io li lascio parlare e poi zanzàn! Calo il Bart, narro la sua vicenda, e vinco sempre la mano. Le loro immani cavolate gli sembrano chissà che? Provino un po' a paragonarsi al nostro guerriero gigliato e poi ditemi sinceramente se non si fanno un po' squallore da soli, eh?

Oggi il nostro amico Bartoloni dimostra coi fatti acclarati che non esiste infortunio o limite fisico che non si possa superare se davvero si vuole praticare il Jiu Jitsu. Lui è il Bannister dei plesso-lesi e spero anche la scimmia alpha, l'apripista di una nuova coscienza in merito alle scuse mentecattiformi che ci raccontiamo per non praticare e rimanere dei mediocri nell'arte suave ma anche in altro. "Sai mi fa male un foruncolo.." oppure "Non riesco a lottare che ho un unghia incarnita"? "Citate Bart e le discussioni sui 'non-posso' muoiano lì, che davanti a ciò le scuse si debbono inaridire immediatamente, le stupidaggini ritornare a zero: il futuribile "Effetto-Bartoloni".

Quando il suo coraggioso esempio verrà seguito da sufficienti volenterosi, a un certo punto si creerà un salto quantico nella coscienza universale in merito a un determinato argomento, tipo l'impossibilità a lottare alla pari di una persona senza l'uso del braccio con dei normodotati. Seguendo lo stesso ragionamento (ripeto, scientificamente provato al di là di ogni riprovevole dubbio) è nostra obbligazione morale di tener duro e diffondere senza esitazioni il concetto di arte marziale reale, di pratica sana ed evolutiva della persona umana, dare insomma un po' l'esempio e farlo anche sapere in giro. Non so valutare quanti macachi-jitsuka ci debbano essere contemporaneamente "illuminati" su questo pianeta per produrre la massa critica necessaria a far esplodere la bomba dell'arte marziale realistica -e collegato influsso tanto etico quanto civile- ai quattro angoli del globo, sebbene c'è chi ipotizza che sia nell'ordine dell' 1% della popolazione. Quel che so è che è possibile determinare questo cambiamento.

Sono sereno, ottimista: ce la faremo. Nell'esperimento delle scimmie di Koshima furono dapprima i giovani esemplari ad apprendere la novità e migliorare la loro qualità della vita mentre i vecchi macachi conservatori restarono a mangiare patate sabbiose, ma solo fino a che fu raggiunta la massa critica e praticamente TUTTI furono consapevoli della nuova ricetta. La mia unica preoccupazione è un giorno trovarmi sulla spiaggia a Viareggio e vedere Bart correre in acqua a inzupparsi un panino al lampredotto!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Veramente istruttivo e interessante.
Speriamo che come dici tu Mario sia da esempio per tutti e da tacitatore per molti ;-)
Ciao