martedì, novembre 17, 2009

JOHNNY-BE-GOOD
Ha rivinto, il pischello-killer, essì. E' 12 vittorie a zero.
Il ventenne dallo score perfetto John"The Hitman"Hathaway ha messo al posto suo anche il connazionale Paul Taylor nell'evento casalingo dell' UFC 105.
L'ex rugbysta di Brighton, che già combatte da tre anni come professionista, farà certamente inorridire più di un tradizional-settarista marzialoide, il quale andrà dicendo che il povero John SICURAMENTE sarà ridotto a un paraplegico arrocchettato prima dei 30 anni e che avrebbe molto meglio fatto a darsi ai kata e a occuparsi come metalmeccanico [disoccupato] a zonzo per i pub della cittadina balneare inglese.
Bello come un semidio greco, talentuoso e coraggioso, lanciato verso una prospera carriera virtualmente illimitata, chissà cosa pensa il buon Johnny dei suoi coetanei che non hanno avuto il coraggio e la costanza di applicarsi seriamente nella Nobile Arte del Combattimento Reale, e che si rifugiano nei paradisi artificiali del "combattimento da strada", delle onde energetiche e della Via del Samurai però alcolizzato..
La gelosia è 'na gran brutta bestia, e se unita al peggiore dei difetti, la codardia, rende anche il medio borghesotto -normalmente quasi inoffensivo- uno spregevole scorfano. Noi che invece ammiriamo chi eccelle e lo stimiamo senza infingimenti, consci della nostra condizione d'inferiorità bellica rispetto a combattenti professionisti specie se campioni, ci possiamo permettere di guardare dall'alto in basso chi -a differenza della nostra persona- in pubblico e su internet ostenta superiorità ma dentro si rode come un castoro.
Per me un'arte che sia marziale è unicamente una di quelle che creano degli Hathaway, che di questi tempi impattano sulla società offrendo modelli alternativi di realizzazione socio-economica, che insomma producano degli eroi contemporanei da opporre alla degenerazione degli attori cocainomani e delle star transgender della TV.
Oggi a Brighton qualche ragazzotto può sognare di diventare Johnny Hathaway invece che una delle versioni locali di Massimo Giletti, Jovanotti o Fabri Fibra. Sto parlando di una FONDAMENTALE FUNZIONE EDUCATIVA che lo sport maschio ha nei confronti della decadentissima società terminale dei nostri giorni, altro che storie!
Senza sogni un giovane implode, diventa un tossico o al peggio un impiegato di banca frustratissimo che si rifugia su Face Book, robe di questo tipo. I giovani abbisognano in tutte le epoche di punti di riferimento, di modelli, di aspirare a emulare qualcun altro, e non è per nulla a caso che il Regime al potere qui in colonia italy detesti così recisamente i nostri sport, tanto da averli messi all'indice: si vuole che il giovane italiano sogni solo di diventare Luxuria, Totò Riina o Totti.
Chi segue questo bloggaccio sa che io proprio non amo i sudditi di Sua Maestà britannica, però sono qui a testimoniare ammirazione (e un pure filino ino di invidia bonaria) per questo leale erede di Re Artù, che estrasse la spada dalla roccia in quanto nobile d'animo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

"Sua Maestà"......

Vabè che siamo
sudditi dell'impero angloamericano,
ma chiamare sua maestà quella zoccola............