lunedì, dicembre 07, 2009


ALLA RICERCA DEL
MOVIMENTO PERFETTO
Le moderne MMA rappresentano un insostituibile laboratorio di studio neuro-motorio per i seri ricercatori delle AMR.
Il livello minimale di regolamentazione permette infatti di associare all'interno di uno stesso "esperimento scientifico" tutte le strutture di movimento che avvengono in uno scontro fisico disarmato tra 2 esseri umani.
La spinta commerciale nel senso professionale di questo sport non piace a molti puristi, e non mi riferisco ai collezionisti delle arti fossili, ma a seri specialisti delle Arti Realistiche stesse. Questo non deve stupire, il conservatorismo a vari livelli è consustanziale alla mente umana (è istinto di sopravvivenza) e in questo ambito -come ho spiegato molte volte- anche utile. E' infatti VITALE per l'avanzamento della sintesi che si sviluppino individualmente le componenti-base, cioè che BJJ, Muay Thai etc continuino il loro sviluppo indipendentemente dalle MMA e viceversa. Il crollo di partecipazione delle modalità produrrebbe invero lo strangolamento della sintesi intermodale (MMA) con l'estinzione del fenomeno sportivo intrinseco.
Per farla breve, le 4 Magic Arts devono essere spinte a tutto vapore, perché è solo da lì che nasce il bacino di raccolta del professionismo delle MMA, e non può essere altrimenti. Esse sono il vertice della piramide, e anche il banco di prova più esasperato di quanto viene masticato e digerito dalla base.
Nello scontro intermixed si lavoreranno ai massimi livelli di tolleranza le innovazioni tecnico-motorie che ricadranno poi sulla base, rigenerandola e spingendola a sua volta a creare innovazione che risale sin al verice della piramide, allo stesso modo che invenzioni nella Formula Uno arrivano dalle serie minori ma anche ne discendono per effetto di alta tecnologia di punta.
Una domanda che si pongono tutti i seri allenatori delle singole modalità è quale sia il tipo di movimento ideale per i praticanti del singolo sport da combattimento. A quale modello si dovrebbe insomma ispirare l'atleta? Decenni di studi e di superspecializzazione hanno prodotto dei protocolli intricatissimi sia di allenamento tecnico che di preparazione fisica, eppure il bandolo della matassa è ben lungi dall'essere dipanato, le teorie cozzano l'una con l'altra e anche i risultati pratici rendono confusi per la loro contradditorietà.
La mia personale opinione di semplice amatore è che uno sguardo retrospettivo e allargato leggermente al di fuori del proprio orticello possa beneficiare tutti, specialmente i coach di 'periferia' che non dispongono delle risorse materiali di centri nazionali sportivi e simili.
Una pedissequa imitazione a macchinetta di PEZZETTI di allenamento dei professionisti modali, tipo gli atleti dei gruppi militari, sarà soltanto dannosa e quasi inutile. Non essendo riproducibile il loro contesto, la cura si rivela inadeguata o dolosa, tipo prendere la medicina sbagliata per una malattia diversa da quella in corpo.
Incominciare a buttare giù allenamento coi pesi, per esempio, imitando a fotocopia le schede di Cammarelle o Minguzzi potrebbe strocare le articolazioni dei semplici amatori che non hanno alle spalle né il DNA, nè le strutture mediche dei campionissimi. Surreale che sia, è quanto avviene continuamente nel mondo, dove milioni di ragazzi e coach di periferia (come me) si confrontano con le tenebre di un'informazione inadeguata.
Cosa si può fare? A mio modesto parere la prima cosa da fare è mantenere i piedi per terra e capire che lo sportivino da garetta provinciale non solo non può ma NON DEVE allenarsi imitando le star. E' invece indispensabile accumulare tecnica, cioè capacità del sistema nervoso, in maniera graduale, e puntare a un sano bilanciamento delle capacità condizionali.
A mio modo di vedere nelle 4 Arti in questo momento storico è troppo sottostimato l'aspetto circolare della forza ma anche la propriocezione. Gli antichi pugili e lottatori conoscevano empiricamente questa necessità, e infatti la moderna e profittevole voga del funzionale, non fa che riprendere millenarie scelte dei fighter, che roteavano mazze e clave (sviluppo della circolarità), dedicavano ore agli esercizi a corpo libero con funi, assi di equilibrio e scambi su un piede solo magari bendati (propriocettività).
Il super-laboratorio internazionale chiamato MMA riscopre a tutto gas i metodi antichi e li integra in un corpus dottrinale sostanziato sempre più da seri studi scientifici. Se osservate qualche video di grandi campioni si nota infatti il ritorno prepotente di questi strumenti. Il problema è che nei video non si vedono le ore e ore quotidiane che suddetti champs dedicano al perfezionamento del movimento specifico del combattimento, sia a solo che a coppie. Occhio quindi, l'errore di valutazione è dietro l'angolo!
Secondo quanto ho potuto osservare, un medio sportivo delle 4 Arti italiano dei nostri tempi si allena dalle 2 alle 4 volte massimo alla settimana, 1.30h. a volta al più. Con questi ritmi pensare di dedicare anche solo una delle sessioni alla sola preparazione fisica è utopico, che manca il tempo materiale di sviluppare al massimo la tecnica.
Si dovrebbe per onestà intellettuale spiegare questa realtà agli allievi, facendo loro presente che sarà loro compito RADDOPPIARE le sessioni di allenamento, per la preparazione fisica, se intendono portare avanti un serio impegno agonistico.
A questo punto il coach dovrebbe evitare il delirio di onnipotenza e risolversi a risorse esterne al suo gruppino, contattando cioè seri preparatori, e spesso più di un trainer, che non è detto siano disponibili in una stessa persona tutte le competenze specifiche.
Un coach di atletica potrà darci le migliori indicazioni su ripetute ad esempio, uno formato ai corsi CONI la pesistica olimpica e un'altro invece sull'eventuale uso dello yoga in riparazione dell'accorciamento muscolare eccessivo da sforzo. Questa dell'outsourcing in tutti i casi è la scelta che ho fatto io, e infatti espongo senza paura i miei studenti alle fonti direttamente, organizzando lezioni e seminari appositi quando sia possibile, ma soprattutto prendendo lezioni private io durante tutto l'anno.
Il "movimento ideale" è quindi il risultato di un analisi delle singole esigenze del praticante, senza forzature imitative, e di una visione a 360° di cosa sia la prestazione atletica.
Il ritorno alle singole modalità e, all'inverso, da esse al calderone-MMA è indispensabile, le une creano le altre e viceversa, in un movimento.. perfetto.

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