DURO QUANTO SUDO
Giochino di parole, l'avete capito no?
....
Vabbè dai..ve lo spiego..
Io ipotetico combattente duro in quanto a energia in base a quanto sudo (in allenamento), e di conseguenza sono tanto duro come omo quanto mi sforzo in palestra.
Vi pare un ovvietà? Mica tanto, sapete. Il mondo delle AMI -arti marziali irreali- del tutto maggioritarie in quanto a numero di praticanti rispetto alle AMR infatti è pervaso da ogni sorta di perniciosa leggenda e trucco pubblicitario markettaro, e le folle di queste inutili (ai fini del combattimento) sétte marziali sono avviluppate da un coacervo di sciocchezze incredibili, del tipo che siccome "conta la tecnica" è normale per questi soggetti non essere capaci di eseguire una serie decente di squat o di ripetute in salita, cose così.
L'assenza di confronto genera i mostri della 'difesa personale tradizionale', del survival-army-caramba-combat, delle onde energetiche e delle stellette ninja. Nel chiuso della sétta marziale i furbi ingrassano e i polli vengono spennati, e fin qui ci sarebbe anche una certa giustizia di fondo. Quel che è però gravissimo e va combattuto a fondo, è il possibile contagio che da questa massa oggettivamente enorme di manipolati si può estendere ai praticanti di AMR non scafati.
Nell'interesse dunque della corretta informazione sulla scienza dell'allenamento, sono costantemente qui a riportare video e simili su come addestrarsi seriamente, possibilmente anche in economia. Ne ho segnalati a dozzine, e da quelli a sua volta è facile risalire a innumerevoli correnti dello scibile umano sul come farsi il sedere quadrato.
Ciò premesso, voglio aggiungere anche una mia nota personale. Trattasi certo di considerazioni soggettive, ma condivise dal 100% dei fighters del pianeta, dunque un bel campione statistico direi. E' anche mia opinione che al momento di uno scontro reale, stradaiolo o sportivo che sia, la maggior parte della nostra lucidità e razionalità volino via nei primi decimillesimi di secondo, e con esse buona parte della 'tecnica' lavorata pian pianino e senza troppi sforzi. Il combattimento insomma è un turbocompressore che schiaccia il tempo e le risorse disponibili, creando un altro-quando dove emerge ciò che relamente siamo, e di sovente non è poi molto.
Per crescere di un soffio in condizioni estreme c'è bisogno di uno sforzo considerevolissimo 'a livello del mare', cioè nelle normali e non oppressive condizioni di palestra. L'allenamento deve portare gradualmente l'adepto a livelli elevati di stress, e questo può avvenire SOLO&SOLTANTO tramite l'uso disciplinato e inesorabile di:
1) seria preparazione fisica multi-livello a tutta randa
2) sparring con avversari non collaborativi ed esperti
3) gare a contatto pieno (grappling e/o striking)
altrimenti son pugnette!
Non c'è assolutamente nulla di male dal non volersi impegnare troppo e preferire attività rilassatozze, ognuno è liberissimo di far ciò che gli garba, BASTA NON RACCONTARE PANZANE PERO'!
Una delle peggio leggende che circolano nell'ambiente marzial-fossile è la famosa fumosa frase del pugnettaro panzone o stenterello, con la sua ignominiosa preparazione fisica di un ricoverato in geriatria, allorchè gli fanno notare le sue condizioni da cadavere ambulante.
"In strada il fiato, la forza etc non servono, perché il combattimento si svolge in pochi istanti" e giù di sproloqui sui colpi mortali, le ditate negli occhi e il pugno carico di Chi..
I fedeli, allora, rassicurati dalle sagge parole del loro guru, tornano a praticare i kata e si sentono molto felici..
ILLUSI!
In prima battuta è del tutto falso che i combattimenti 'da strada' -anche quando si potesse classificarli e invece non è possibile- durino sempre pochi secondi. E' cosa normalissima che invece possano durare assai, contrariamente alle aspettative, ma a parte ciò è stupido immaginare che nell'imprevedibile le cose si sistemino graziosamente come il panzone marzialoide spera, e che a lui riesca di imbastire nella situazione ultrastressante le sue fantasy-based martial arts, che tiri fuori dal cilindro della tempesta adrenalinica proprio un qualcosa di arzigogolato e astruso che il suddetto non prova mai e poi mai davvero sotto pressione. Sarebbe bello che ci attaccassero sempre vecchiette paralitiche o nanerottoli alla Maurizio Costanzo eh? Invece no, la verità è che se ci aggrediscono si tratta di qualcuno più forte e aggressivo di noi, che si prende il vantaggio del primo colpo e che forse è anche abituato a litigarsela. Gli esseri umani (specie quando sono più grossi e incazzati) non sono così facili da rendere inoffensivi, e ribaltare lo sconquasso di un'aggressione ben congegnata richiede tanta potenza fisica, mentale e..tanto culo.
Come gestori di buttafuori e sergenti dei Paracadustisti sanno benissimo, l'uomo stanco è un uomo vile. Ogni essere vivente è combattivo finché ha birra nei garretti, e la paura e lo stordimento di un combattimento bruciano le risorse del corpo a velocità iperspaziale. I primi decimi di secondo di un alterco possono aver gettato così tanti ormoni inibitori nel flusso sanguigno da volerci duemila cavalli-vapore in surplus per rendere in maniera appena passabile. E la sensazione di gelo seguente a un colpo ricevuto necessita di anni di allenamento per poter essere contrastata, altro che storie. Qualunque fighter che intervisterete, vi confermerà che nelle risse in cui è stato coinvolto ha potuto rendere un 10% scarso di quello che è capace di fare sul quadrato, figuriamoci un comune borghese!
E' quando sei stanco morto, che hai tirato l'ultima ripezione sputando lo stomaco o inzaccherato la maglietta di sangue dal naso nei guanti sul ring, quando hai il kimono fradicio neanche lo avessi lanciato in una tinozza, che si migliora e si crea un qualcosa di indissolubile. Senza nessuna tecnica non si combatte, è vero, ma la tecnica senza le pile è inutile.
Detto e ribadito che in palestra s'impara a combattere e che NON c'è equivalenza con quello che avviene altrove, bisogna imprimere nella memoria collettiva quello che ogni "pugile" o "lottatore" sa per ovvio:
duro quanto sudo.
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