I PRINCìPI SIN DAL PRINCIPIO
Domanda: "Maestro per lei che cos'è il Jiu Jitsu? Una forma di difesa personale, uno stile di vita o un'arte?"
M° Carlos Gracie: "Per me e me i miei il Jiu Jitsu, nella sua complessa semplicità , si è trasformato nella maniera più profonda per imparare i fondamenti essenziali della vita. Attraverso di esso ho imparato a rispettare tutti, principalmente i più deboli, e ad essere tolerante con gli intolleranti. Ho appreso sopratutto la grande lezione di imparare a conoscere me stesso profondamente."
La risposta del GM Carlos riassume tutto, è perfetta. Degna del genio che egli fu, il vero fondatore di quest'arte marziale che da passatempo per lui e i suoi fratellini è diventata un uragano la cui portata è globale e incide sui costumi del pianeta intero (basti pensare alla diffusione delle MMA che dal BJJ nascono).
La 'complessa semplicità del JJ', una definizione straordinaria ma che solo un praticante abbastanza esperto può davvero apprezzare. Sembra un koan zen, un indovinello incomprensibile dove si deve azzeccare la domanda oltre che la risposta, eppure è la verità.
Più ci si addentra nei meandri di questo stile non-stilistico e peggio sembra di capirlo, eppure -a sprazzi- nel praticarlo se ne apprezza la magica chiarezza; si esce da una leva, o ci scappa un movimento fluido e si dice: è semplicissimo, NON POTEVA ESSERE CHE COSI'. Passano 10 secondi di esaltazione in cui ci sembra d'essere il Dio della Lotta in persona e subito nel prosieguo del randori già pare di non capirci più nulla..
Tra tutte le arti umane volte al miglioramento del praticante, a me il BJJ risulta somigliante in particolare a due: Yoga e Scacchi. Entrambe queste divine scienze marziali sono difficilissime e richiedono decenni per essere padroneggiate, eppure sono costruite su princìpi elementari e lampanti che s'imparano in 2 minuti. Sono dense di sviluppi elitari ma anche un bimbo di 6 anni le può interpretare in maniera decente, sono fatte di semplicità complessa.
Strategia, tattiche, pazienza, furbizia e fegato, rendono ai miei occhi il BJJ in particolare la versione combattuta a mani nude delle battaglie che si svolgono sulla scacchiera. Come nella scienza dello Scacco Matto -una finalizzazione- anche nel Jiu-Jitsu è quello che ha la testa più fine e che si è allenato di più a vincere. Sulla materassina con un vero maestro si incontra lo stesso senso di disperata impotenza che arriva nel duellare con un campione di scacchi: sembra che ti legga il pensiero ed è sempre una o due mosse avanti a quella che tu ancora devi formulare nella tua capoccia!
Per quanto non sia la posizione di tutti, compresi famosi insegnanti o titolati campioni, la mia idea è la medesima del GM Carlos Gracie, e cioè che il Jiu-Jitsu, il quale all'inzio lo si è intrapreso per svariate ragioni (difesa personale, sport etcetc), dopo POI diventa molto di più per il praticante fedele:
"Il Jiu-Jitsu si è trasformato nella maniera più profonda per imparare i fondamenti essenziali della vita"
Da sport e dp etc. l'arte diventa un DO, una Via, e un metodo per migliorare se stessi in ogni direzione importante.
"Attraverso di esso ho imparato a rispettare tutti, soprattutto i più deboli, a a essere tollerarante con gli intolleranti"
La palingenesi, la trasformazione da ragazzino borghese pauroso e rancoroso a vero guerriero, che soppesa i suoi vicini molesti e li perdona nella loro immensa pochezza
"Ho appreso sopratutto la grande lezione di imparare a conoscere me stesso profondamente".
E' una via all'autoconoscenza l'arte, l'unica vera conoscenza per l'essere umano e suo reale scopo esistenziale, come ci ricordano da sempre tutte le grandi anime passate da questa valle di lacrime.
"Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza"
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno canto XXVI, 116-120)
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