GLI ANNI RUGGENTI DEL JIU-JITSU:
ALLA CONQUISTA DELLA FRANCIA
La più grande potenza europea del Judo è oggi la Francia, paese dove le arti marziali giapponesi (ma non solo) hanno vasta considerazione e diffusione.
Tutto cominciò con un simpatico ometto, monsieur E. Reignier, un franzoso che dopo 2 estati alla corte londinese del M° Tani se la sentì così calda da far ritorno in patria e sparare sfide a destra&manca.
Autoribattezzatosi alla giappa, Ré-Nié, il baffino iniziò a declamarsi sui media dell'epoca 'campione' di Jiu-Jitsu e detentore di un'"arte imbattibile". Naturalmente i nazionalisti si sentirono ribollire il sangue nelle vene, e un riconosciuto esperto di arti marziali assunse a nome di tutte le galliche discipline la leal tenzone.
Una follla enorme assistette alla sfida, in quel di Parigi. I signori direttamente seduti sulle loro carrozze, i plebei giustamente appiedati, nella terra.
Il 26 Ottobre 1906 nei pressi delle Senna sono davanti l'uno all'altro, vestiti di tutto punto (bombetta compresa) i seguenti duellanti:
-Georges Dubois, 40 anni, stimato maestro delle arti occidentali di Scherma, Savate, Lotta e Pesistica.
-Ré-Nié, più giovane di poco e di ben 12 kg più leggero
L'atteso scontro cosmico East-West è deludente, dura in tutto scarsi 26 secondi, di cui solo 6 di azione pura.
Non sorprenderà i nostri lettori la strategia impiegata da Ré-Nié: resta guardingo, schivato un calcio basso chiude subito la distanza e trascina alla bell' e meglio l'avversario a terra, mettendolo spalle al suolo; fintato uno strangolamento, finalizza al volo di armlock (:leva articolare al gomito).
La fortuna di Ré-Nié esplose e divenne subito il trainer della nobiltà viziata. Scrisse libri e si dedicò all'insegnamento.
Le mode passano, le sfide si perdono e nel tempo Ré-Nié scomparve, e così anche il suo Jiu-Jitsu, ma restò una enorme eco nella coscienza del paese della 'lotta giapponese'. Solo quasi 30 anni dopo passò a riscuotere il frutto di cotanta impressione, e con gli interessi, Jigoro Kano, fondatore del Kodokan, che a Parigi come in Inghilterra fece sue le messi piantate da Tani e dai suoi jitsuka.
Kano aveva i soldi e l'organizzazione, e si impose anche in Europa un tipo di arte ma soprattutto di struttura federativa da lui ordito; le vittorie del Jiu-Jitsu assorbite come proprie e messe negli albi d'oro come se fossero del Judo, la memoria dimenticata.
Nessun commento:
Posta un commento