Ammetto di essere di parte. Come potrei proprio io non prediligere l'organizzazione yankee Bellator, una che ha il nome in Latino [trad. combattente] e come simbolo un centurione romano?
Eh no, non potrei.
Ammessa la mia faziosità, vado però a spiegare meglio quanto dico del futuro per me roseo della Lega e perché.
I capoccia del Bellator stanno seguendo una lungimirante politica di espansione controllata, lenta ma inesorabile. Organizzano tantissimo, creano link profondi con catene tv di livello e soprattutto curano il vivaio.
Come dimostra il caso del mio ex collega di BJJ alla Tribe Lorenzo Borgomeo, sotto firma da tempo, alla Bellator danno la priorità alla qualità; è cosa risaputa nell'ambiente che mentre UFC e altri danno il grosso ai big e le briciole ai meno famosi, il Bellator sta mettendo sotto contratto tutti i più promettenti giovani prospect dei dintorni. In questi giorni sembra che non se ne facciano scappare uno, tipo il duro wrestler olimpico Askren, lo stesso con cui ha lottato Serrini in Florida, e altri.
Siccome il buongiorno si vede dal mattino, io credo molto nel Bellator e aspetto il momento in cui la qualità e la professionalità sviluppate negli anni con calma diano fastidio al monopolista UFC, il quale si regge sul soldo dei casinò dei Fertitta più che sul valore del suo gruppo dirigente.
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